Continua la fuga dell’attentatore di Strasburgo, Chekatt Cherif, ricercato attivamente in Francia, Germania, Svizzera e non solo da centinaia di agenti dei reparti speciali. Il 29enne potrebbe avere trovato rifugio secondo un piano preventivamente stabilito con i complici, con i quali avrebbe avuto in animo di compiere un’azione più eclatante con l’uso delle granate che sono state rinvenute in uno dei suoi domicili sottoposto a perquisizione dagli investigatori francesi.
I legami di Chekatt con la Germania
In queste ore è in corso una massiccia operazione di polizia a Neudorf, il quartiere della città di Strasburgo, proprio dove Chekatt ha fatto perdere martedì sera le sue tracce. La polizia sta evacuando le strade del quartiere e creando una “no go zone” allo scopo di evitare fughe di sospetti.
In relazione alle indagini in corso, un altro particolare emerso nelle ultime ore è quello relativo a una telefonata in entrata sul cellulare del Chekatt proveniente dalla Germania che, nel computo delle indagini, avrebbe sicuramente assunto un peso non indifferente in relazione ai collegamenti esistenti tra le varie cellule jihadiste sparse per tutto il continente europeo. Alcune fonti non escludono collegamenti del fuggitivo anche con cellule operanti nella Penisola, ma il particolare non ha trovato finora riscontri, anche se le ricerche sono state estese anche in ambito nazionale.
Ma altri elementi sono emersi a seguito degli interrogatori cui sono stati sottoposti numerosi testimoni della strage. Il killer avrebbe urlato a più riprese “Allahu akbar” e, una volta preso possesso del taxi utilizzato per la fuga dal centro di Strasburgo, avrebbe detto all’autista di agire per vendicare i fratelli siriani, risparmiando la vita all’ignaro tassista solo dopo averlo convinto a convertirsi all’Islam. Al momento nella rete degli investigatori sono finiti i familiari del Chekatt, e, in particolare, uno dei fratelli anch’egli inserito nella lista delle Fiche ”S”, mentre nel piano ricerche pare figurino altri due soggetti che avrebbero fornito supporto a Chekatt durante la fuga.
Si aggrava intanto il bilancio dell’attentato
Sono tre le persone rimaste uccise mentre due versano in condizioni di coma irreversibile. Tra questi il nostro connazionale, Antonio Megalizzi, ricoverato nel reparto chirurgia d’urgenza e giudicato inoperabile dagli specialisti francesi. Nelle ultime ore sui canali Telegram l’Isis, pur non rivendicando la paternità dell’attentato, ha pubblicato alcuni fotoshop che inneggiano all’emulazione delle gesta dell’autore dell’attacco di martedì sera a Strasburgo.