La vita di Shalva Hessel è un romanzo di spionaggio, esattamente ciò che ha scritto nel suo libro dal titolo “Married to the Mossad” (disponibile su Amazon ). Un resoconto, “leggermente velato”, della sua stessa vita di moglie di un alto funzionario del Mossad, il servizio segreto estero israeliano, e dei suoi anni trascorsi con lui, sotto copertura, in un paese nemico. Il libro è una storia di coraggio, passione e intelligenza. Prima che fosse pubblicato è stato censurato per un decennio dalla comunità di intelligence israeliana. Finalmente uscito, però, ha ottenuto un enorme successo popolare, collocandosi nella lista dei “Best Sellers”. Shalva Hessel è un ingegnere informatico, un’imprenditrice di successo, una leader coraggiosa e una Public Speaker internazionale (www.shalvahessel.com).
Shalva Hessel’s life has the makings of a spy novel, which is exactly what she wrote. Available on Amazon, “Married to the Mossad” is a thinly veiled account of her own life as the spouse of a high-ranking Mossad Official and her years of living with him undercover in an enemy country. The book is a story of courage, bravery, passion and intelligence. The book was censored by Israel’s Intelligence community for a decade before it was released. Since its publication, it has enjoyed a massive popular success taking it to the Best Sellers list. Shalva Hessel is a software engineer and a successful entrepreneur, a courageous leader and a public speaker all over the world. (www.shalvahessel.com)
Signora Hessel, vuole raccontarci come ha conosciuto suo marito?
“All’epoca ero un ingegnere informatico. Mio marito, invece, stava frequentando un master a Londra. Durante una vacanza in Israele è venuto a trovare i suoi amici nel posto in cui lavoravo. Dopo quell’incontro, siamo usciti insieme per 3 giorni e una volta tornato a scuola in Inghilterra (io avevo quasi 19 anni), abbiamo iniziato a scriverci delle lettere e ho capito che lui era il mio uomo. Davvero bello, molto intelligente. Ho deciso di non lasciarmelo scappare, così sono andata a Londra e ho lasciato Israele per la prima volta nella mia vita. Una volta arrivata in Inghilterra, dopo una settimana che ero lì e ho visto tutte le donne corrergli dietro, gli ho chiesto di sposarmi subito altrimenti sarei tornata in Israele. Decise, quindi, di non lasciarmi andare via e di sposarmi”.
Mrs Hessel, would you tell us how did you meet your husband?
“I was a computer engineer at that time and he was studying for a MA in London. He came on vacation to Israel and came to visit his friends in the place where I worked. After that meeting, we dated for 3 days and once he went back to school in England, (I was almost 19 at that time), we started writing letters to each other and I felt he was the one, really handsome, very smart, and cool, I decided not to let him go, so I went to London and left Israel for the first time in my life. Once I was there and saw all women running after him, I asked him to marry me the soonest or I would go back to Israel. He decided, then, not to let me go and to marry me”.
Quando ha capito che il suo matrimonio non sarebbe stato ordinario?
“A quell’epoca eravamo a Londra e mi disse che lavorava part time per un’ azienda che promuoveva Israele. Dopo aver vissuto con lui per alcune settimane, ha iniziato ad uscire a notte fonda o al mattino presto e nei fine settimana per vari incontri. Ho iniziato a sospettare che avesse un’altra donna e quindi non ha avuto altra scelta che dirmi dei legami con il Mossad. Nessuno credeva che il nostro matrimonio sarebbe durato. Non è facile essere sposati con un agente del Mossad, ma a suo tempo decisi di essere una “compagna a tempo pieno” nella sua vita e di prendere parte alle sue “avventure”. Ero molto giovane allora, ma “Dio ha le sue vie”. Ho iniziato a lavorare, ho trovato un buon lavoro come ingegnere informatico. Abbiamo iniziato a incontrare persone interessanti e vivere una doppia vita. Al mattino avevo una vita normale con i miei colleghi e quando non lavoravo appartenevo ad un altro mondo, una vita diversa con mio marito. Può leggere tutti i dettagli nel mio libro Married to the Mossad”.
When did you realise your marriage wouldn’t be ordinary?
“We were in London at that time, he told me he was working part time in a company to promote Israel. After living with him for some weeks , he started to go out late at night or early in the morning and over the weekends for meetings. I started to be suspicious that he had another woman and so he had no choice in telling me he had some connections with the Mossad. Nobody believed our marriage would last, it is not easy to be married to a Mossad agent, but I decided to be a “full partner” in his life, and to take part to his adventures. I was very young then but God has his own ways, I started to work, found a good job in my profession as a computer engineer. We started to meet some interesting people and living a double life, in the morning I had a normal life with my colleagues and when I wasn’t working I belonged to another world, which was a different life with my husband, you can read all the details in my book Married to the Mossad”.
Di recente ha scritto un articolo sul “NY Daily News” il cui titolo è molto interessante: “Perché le donne sono particolarmente adatte alla lotta contro il terrorismo”. Cosa intende?
“Credo profondamente che le donne siano indispensabili e senza di loro non possiamo vincere la lotta contro il terrorismo. Ad esempio, le donne possono accedere a zone che sono vietate agli uomini e pensano diversamente da loro. Dovrebbero prendere parte a tutti i livelli alle decisioni della comunità d’ intelligence, come ad esempio accade nel Paese in cui sono nata e cresciuta, Israele. Qui le donne svolgono un ruolo importante di “decisori” nella comunità d’ intelligence. Sappiamo tutti che al giorno d’oggi ci sono molte donne terroriste e per combattere quel mondo abbiamo bisogno di conoscerlo dall’interno. Innanzitutto, non hanno la mentalità dei paesi occidentali, è completamente diversa dalla nostra. Nel loro mondo, ad esempio, le mogli non godono di molta considerazione, ma le madri sono, invece, molto importanti. Sappiamo tutti che nessuna madre vuole che suo figlio sia un “attentatore suicida”. Nella cultura del terrore, al contrario, una volta che un figlio compie un attentato facendosi esplodere viene considerato un eroe, quindi le donne musulmane istruite e intelligenti, che vivono nel mondo occidentale e che hanno una mentalità occidentale, dovrebbero cercare di influenzare le “sorelle” nei loro Paesi nel cambiare la mentalità, per difendere i loro diritti”.
You have written an article, on the NY Daily News, its title is very interesting: “Why women are especially suited for the fight against terror”: can you explain us why?
“I deeply believe women are indispensable and without them we cannot win the fight against terror. For example, women can gain access to areas which are off limits to men. Women think differently than man, the way of thinking is different, they should take part in all levels of the decision makers in the intelligence community, like for example in the country where I was born and grown up, Israel, women play an important role as “decision makers” in the Intelligence community. We all know there are a lot of terrorist women nowadays, to fight the terror world we need to learn about the inside world of terrorists. Firstly, they don’t have the western countries mentality, it is completely different from ours. In the society they come from wives have no importance, but mothers are very important, we all know no mother wants her son to be a “suicide bomber”, in the terror culture contrarily once a son commits a “suicide-bomb”, they consider him as a hero, therefore the educated and smart muslim women in the western world who have the western mentality have to try to influence their sisters in their countries in changing their mentality, to stand up for their rights”.
Ha mai partecipato assieme a suo marito alle sue missioni segrete per il Mossad?
“Nel mio libro Married to the Mossad, racconto di un’operazione che ho gestito io. In realtà, il libro è un thriller basato sulla mia vera storia. Vivere nel Mossad ti dà un profondo sentimento missionario, pieno di eccitazione e soddisfazione. Il Mossad non è un “posto di lavoro” ma un modo di vivere! Significa fare cose che hanno ripercussioni dirette sullo sviluppo e sulla sopravvivenza della nazione ebraica, in Israele e in tutto il mondo. Significa proteggere la sicurezza del mio Paese e proteggere la democrazia e la libertà nel mondo. Lavorare nel Mossad ha due facce: i benefici di avere nuovi e interessanti contatti, così come nuove e interessanti amicizie, viaggiare per il mondo e operare per il bene del mondo. Ma c’è un prezzo personale da pagare, rischi personali da correre,allontanarsi dalle persone che ami e correre continui pericoli. Gli agenti del Mossad devono essere persone con dei valori, devono saper lavorare con persone molto intelligenti e devono autodisciplinarsi, essere oneste, ordinate e avventurose”.
Did you join your husband on his secret missions for the Mossad ?
“In my book Married to the Mossad, I write about an operation I managed, in fact it is a thriller based on my true story. Being in the Mossad gives you a deep missionary feeling, full of excitement and fulfilment. The Mossad is not a place of work but a way of life! It means doing things that have direct repercussions on the development and survival of the Jewish nation in Israel and all around the world. It means protecting the safety of my country and protecting the democracy and freedom in the world. Working in the Mossad has two sides, the benefits are making new and interesting connections and friendships, travelling the world and doing good things for the world, but there is a personal price, personal risks, disconnecting from the people you love, and an endless dangerous. The Mossad people have to be moral people with values, working with very intelligent people, self disciplined, honest, organised, adventurous”.
Per quale motivo ha scritto il suo libro “Married to the Mossad”?
“Ho impiegato otto anni per scriverlo. Molti non volevano che lo pubblicassi: mio marito, il Mossad e altre persone coinvolte. Ho, comunque, deciso che era molto importante per me scrivere e dimostrare che “tutti possono compiere cose che sono più grandi di loro” e mostrare che una persona comune può compiere cose straordinarie che possono cambiare la vita degli altri. Mentre lo scrivevo, non potevo credere di aver vissuto quelle esperienze incredibili e situazioni pericolose. Non sono un James Bond o una Gal Gadot, la star del film “Wonder Woman”, ma dopo aver scritto il mio libro, improvvisamente, ho pensato che forse sono portata per quel tipo di situazioni, perché sono coraggiosa, non ho paura, riesco ad improvvisare e trovare soluzioni sotto pressione”.
Why did you write your book Married to the Mossad?
“It took me eight years to write it, many people didn’t want me to publish the book, my husband, the Mossad and the other people involved. I decided that it was very important to me to write and to show that everyone can do things which are greater than themselves, and to show that an ordinary person can do unordinary things that can change lives of others. When I wrote it, I couldn’t believe that I had lived those unbelievable experiences and dangerous situations.
I’ m not James Bond or Gal Gadot, the star of the feature film “Wonder Woman”, but after writing my book suddenly I thought maybe I am built from this material because I’m brave, fearless, courageous. I can improvise and can find solutions under pressure”.
Signora Hessel, ha paura?
“Ho ipotizzato diciotto regole che mi aiutano ad avere il controllo delle mie paure, tra le quali: scegliendo la fede sulla paura le persone crederanno in ciò che dirai, con una forte motivazione puoi ottenere qualsiasi cosa, nessuna missione è impossibile. Tutti hanno una missione nella vita e dovrebbero perseguirla, scegliere la vocazione e non un lavoro, solo quelli che osano possono avere successo, senza disciplina nulla di eccezionale è possibile. In Married to the Mossad, volevo dimostrare che se riesci a vivere al di sopra di te stesso (e non essere egoista ) e dei tuoi interessi personali, puoi ottenere qualsiasi cosa”.
Mrs Hessel, are you afraid?
“I’ ve built for myself eighteen commandments which help me to be in control of my fears, among them : choose faith over fear and people will believe anything you tell them, with a strong motivation you can achieve anything, no mission is impossible, everyone has got an own mission in life and should pursuit it, choose your career and not a job, only those who dare can succeed, without discipline nothing great is possible. In Married to the Mossad, I wanted to show that if you can rise above your self – interest you can achieve great things”.
Ha qualche rimpianto nella vita?
“Niente affatto! Penso davvero di aver avuto e di avere ancora una vita piena, grazie ai miei contatti internazionali e ai miei legami con il Mossad. Insieme alla mia esperienza in paesi stranieri e il set di competenze che ho accumulato nel corso degli anni, ho costruito un unico gruppo di amici e contatti, in tutto il mondo. Al momento ho una società investigativa, credo una delle migliori al mondo nella soluzione dei casi sottoposti. Le persone mi contattano ogni giorno, anche se non lo pubblicizziamo. Mi piace risolvere molte dispute tra le aziende, tra le persone e rincorrere i “cattivi”. (www.marriedtothemossad.com )
Mrs. Hessel, do you have any regrets in life?
“Not at all. I really think, I have had and I still have a full life, because of my International connections and my ties to the Mossad, together with my experience living in foreign countries and the skill set I have accumulated over the years, I have built a unique set of friends and connections all over the world. At the moment I have got an investigation company, I believe one of the best in the world in solving problems, people approach me every day, we do not advertise. I enjoy solving lots of disputes among companies, individuals and running after the bad guys”. (www.marriedtothemossad.com )