A soli dieci giorni dall’attentato compiuto con un camion bomba al centro della capitale somala, che ha provocato più di 300 morti e 500 feriti, Mogadiscio è tornata ad essere teatro di guerra.
Al Shaabab, il movimento qaedista somalo, ha inteso alzare il tiro e puntare direttamente ai palazzi governativi, dove era in corso un incontro tra le rappresentanze delle province e il governo centrale incentrato proprio sulle strategie da attuare contro il terrorismo. Il bilancio è di 25 morti, tra cui un ex deputato e il ministro degli Interni del sud-ovest.
La prima esplosione è stata innescata nel tardo pomeriggio da un attentatore suicida alla guida di un minibus presso il palazzo già sede del Parlamento somalo. Subito seguita da una seconda vettura carica di esplosivo che si è diretta verso l’hotel Nasa Hablod detonando nei pressi dell’ingresso. L’albergo, noto per essere frequentato da deputati, giornalisti e impiegati parlamentari, è di proprietà del ministero dell’Interno a cui è delegata la sicurezza.
Subito dopo la seconda esplosione un gruppo di 5 miliziani ha fatto irruzione nella hall dell’hotel, facendosi largo a colpi di armi automatiche e assumendo il controllo della struttura. Nel blitz sono rimasti coinvolti 20 civili, tra i quali alcuni membri del Parlamento, che a lungo sono rimasti intrappolati all’interno della struttura prima di riuscire a fuggire a piccoli gruppi da uscite secondarie e da finestre poste al piano terra dell’edificio.
Le forze di polizia somale hanno circondato l’hotel scatenando un conflitto a fuoco con i terroristi che si sono difesi anche con il lancio di granate. Dopo un assedio durato otto ore, i due miliziani si sono arresi, mentre altri 3 sono rinvenuti cadavere, uccisi nella sparatoria seguita all’assedio. Il bilancio finale è di 25 morti e 40 feriti. Tra le vittime un ufficiale di polizia, l’ex deputato Abdi Nasir Garane e il ministro degli Interni del sud-ovest, Madoobe Nuunow.
I precedenti
Già nel giugno 2016 l’hotel Nasa Hablod era stato oggetto di un attacco condotto proprio con un’autobomba fatta esplodere per spianare la strada all’irruzione di un commando terrorista, che era rimasto asserragliato all’interno facendo strage di civili. Dall’inizio dell’anno, a Mogadiscio si sono verificati più di 20 attentati con un drammatico bilancio di 500 morti e 650 feriti, in un crescendo di atti di violenza da parte delle milizie jihadiste.
Il sanguinoso blitz di ieri è stato subito rivendicato dal movimento di al Shaabab, legato ad al Qaeda, che nel comunicato annuncia di avere ucciso 30 tra funzionari del governo, agenti dei servizi segreti e militari e di averne ferito molti altri.
Nelle ultime settimane l’organizzazione qaedista somala ha colpito in diverse aree della Somalia e del Mozambico, in una serie di raid che potrebbero rappresentare l’inizio di un’offensiva invernale attuata allo scopo estendere il bacino d’influenza dell’Islam radicale nell’Africa subsahariana.