Un attacco giusto “per risparmiare sofferenze ai civili e impedire l’uso di armi chimiche” in quanto “abbiamo al certezza che è stato il Governo siriano ad usare gas tossici a Duma”. Sono le parole del premier britannico, Theresa May, dopo il bombardamento sferrato nella notte sulla Siria ad opera di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. La decisione non ha mancato di sollevare polemiche dividendo nettamente le posizioni tra favorevoli e contrari. Un plauso alla decisione di dare una lezione ad Assad è arrivato dalla
cancelliera tedesca, Angela Merkel, che ha parlato di “risposta necessaria e appropriata in risposta agli attacchi chimici di una settimana fa”.
“La linea rossa fissata dalla Francia nel maggio del 2017 è stata superata. Quindi ho ordinato alle forze armate francesi di intervenire questa notte”, ha twittato il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha allegato la foto del momento in cui ha ordinato l’attacco. E anche il ministro della Difesa francese, Florence Parly, ha avvalorato la posizione del governo: “La capacità di sviluppare, mettere a punto e produrre armi chimiche è stata colpita”.
Ma, oltre al loro appoggio, la manovra di Trump ha generato perplessità, e non solo, da parte delle maggiori potenze mondiali.
Tutti contro Trump
La Russia in primis, e per evidenti motivi di legami con il regime siriano, ha condannato duramente l’attacco ad alcuni obiettivi nel paese “dove i militari russi stanno aiutando il governo legittimo nella lotta contro il terrorismo”, ha affermato il Cremlino. Mentre, proprio dalla Siria, è arrivata la dichiarazione del ministero degli Esteri di Damasco: “La Repubblica araba siriana condanna con la massima fermezza la brutale aggressione, che costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale”.
Anche la Cina ha espresso la sua contrarietà e da Pechino è arrivato l’invito a tornare nella “cornice definita del diritto internazionale”. Nemmeno l’Iran è rimasto zitto. L’Ayatollah Ali Khamenei ha infatti definito con un tweet Trump, May e Macron dei “criminali”.
Le reazioni in Italia
L’Italia, dal canto suo, attraverso il premier, Paolo Gentiloni, ha sottolineato che si tratta di “un’azione circoscritta” e scongiura l’inizio di un’escalation. Il capo del governo, inoltre, ha voluto precisare che “l’Italia non ha partecipato” all’attacco in Siria e “il supporto logistico che forniamo agli Stati Uniti, in questo caso particolare abbiamo insistito e chiarito che non poteva in alcun modo tradursi nel fatto che dal territorio italiano partissero azioni direttamente mirate a colpire la Siria”.
Matteo Salvini, leader della Lega ha invece twittato: “Stanno ancora cercando le armi chimiche di Saddam, stiamo ancora pagando per la folle guerra in Libia, e qualcuno col grilletto facile insiste coi missili intelligenti, aiutando peraltro i terroristi islamici quasi sconfitti”. Poi ha concluso: “Pazzesco, fermatevi”.
Sulla stessa linea la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Attacco in Siria fuori dalla legalità internazionale in assenza di un pronunciamento dell’Onu sui presunti attacchi chimici. Evidentemente i disastri causati in Libia non hanno insegnato nulla. L’Italia non assecondi questa pericolosa deriva”.