Lo scandalo degli abusi sessuali che ha coinvolto numerose Ong a livello internazionale, sembra essere entrato anche nei target dell’Isis e di Al Qaeda. Secondo le informazioni in mano ad alcune intelligence europee e di cui Ofcs.report è venuto a conoscenza, le due organizzazioni terroristiche avrebbero invitato i propri sostenitori a non dimenticare gli stupri che in un decennio sono stati perpetrati in territori per lo più musulmani e di porre in atto la vendetta contro i protagonisti di questi atti. Le informazioni, spiegano da ambienti qualificati, al momento circolano nei dossier di analisi sullo scandalo che ha coinvolto le Ong. Gli addetti ai lavori, però, non escludono che nei prossimi giorni possa essere lanciata una propaganda sul web con minacce rivolte all’Occidente o alle organizzazioni in questione.
Intanto, si allarga a macchia d’olio il clamore suscitato dallo scandalo delle molestie sessuali in seno alle organizzazioni umanitarie. Dopo quanto emerso in merito alla britannica Oxfam, l’Oxford Committee for Famine Relief, confederazione internazionale di organizzazioni non governative, in relazione a festini a luci rosse e relativi abusi su minori perpetrati da membri dell’Ong ad Haiti dopo il violento terremoto nel 2011, anche la francese Medecins sans frontières ha ammesso di avere ricevuto, nel solo 2017, 146 segnalazioni di casi all’interno dell’organizzazione e, di conseguenza, aver licenziato 19 dipendenti.
Ma l’elenco delle organizzazioni umanitarie che, in modo singolare, proprio in questi giorni hanno segnalato casi di “abusi” perpetrati da propri membri nei confronti di donne e minori, non si è fermato alla Oxfam e Medecins sans frontieres.
Infatti anche la Croce rossa britannica ha dichiarato che, sul solo territorio britannico, sono emersi 5 casi di molestie mentre Save the children, in una nota, ha comunicato di avere segnalato 31 casi di abusi sessuali in conseguenza dei quali ha provveduto ad allontanare 16 dipendenti.
Prima logica conseguenza delle denunce è stato un crollo verticale delle donazioni corrisposte, anche a livello governativo, alle organizzazioni che si dichiarano “no profit”. Non si esclude che per alcune di loro si prospetti un intervento delle autorità giudiziarie dei Paesi coinvolti. Anche se, come nel caso di Medicins sans frontieres, si è voluto ribadire che “la nostra leadership si è impegnata inequivocabilmente a combattere gli abusi”, suona particolarmente strano che queste denunce e i relativi allontanamenti del personale coinvolto, emergano solo adesso, alla luce dello scandalo che ha colpito la britannica Oxfam.
Proprio Msf, nello stesso comunicato, ha dovuto ammettere che “anche se le segnalazioni di abusi attraverso i nostri meccanismi di reclamo sono in costante aumento, i comportamenti scorretti continuano a essere sottostimati oggi”.