Dopo Parigi, Bruxelles, Londra e Berlino è la volta di San Pietroburgo. Alle 14:45 del 3 aprile la metropolitana della città russa è stata scossa da ben due esplosioni. La prima deflagrazione ha sventrato un vagone che si trovava presso la stazione dell’Istituto Tecnologico. La seconda invece ha colpito presso piazza Sennaya. Il bilancio provvisorio è di 11 morti, i feriti al momento superano almeno le 50 persone. Fonti russe parlano di 25 persone ricoverate d’urgenza negli ospedali, fra questi ci sarebbe anche un bambino. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Interfax, si sarebbe trattato di una bomba lanciata nei vagoni: si escluderebbe la pista dell’attentato kamikaze. Un terzo ordigno, inesploso, sarebbe stato ritrovato in una terza stazione nel centro di San Pietroburgo, all’incrocio fra le linee M3 e M1.
Le esplosioni si sono verificate entrambe sulla linea blu della linea metropolitana. La prima ha coinvolto il terzo vagone del treno che stava partendo dalla fermata dell’Istituto Tecnologico. L’intera rete metropolitana è stata chiusa dalle autorità locali per favorire le indagini e per motivi di sicurezza. Il presidente russo Vladimir Putin si trovava in città mentre i vagoni metro venivano distrutti dalle esplosioni. In giornata era previsto l’incontro con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, arrivato in città per incontrare l’alleato del Cremlino.
“Le cause non sono chiare – aveva detto Putin – è troppo presto, analizzeremo tutte le possibili cause, anche il terrorismo e il crimine comune”. Anche se al momento il leader russo avrebbe dichiarato che si tratta di “una manifestazione di terrorismo”, non si abbandonano altre ipotesi investigative. La procura generale intanto dichiara che si tratta di attentato.
Sebbene nessuna causa sia stata individuata, sui social gli estremisti siriani avrebbero accolto con esultanza la notizia delle due esplosioni. “Bevete stesso calice che siriani bevono da due anni” è il messaggio che starebbe campeggiando nella rete. I seguaci dello Stato Islamico in rete hanno commentato l’accaduto: “Inferno nella metro per gli adoratori della Croce”.
Le esplosioni arrivano a sette anni di distanza dalle esplosioni avvenute nella metro di Mosca, quando, secondo una modalità in apparenza simile. Il 29 marzo del 2010 infatti furono due le deflagrazioni che uccisero dozzine di passanti quel giorno.