Lo scorso 27 novembre, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha incontrato il ministro degli Esteri ucraino Pavlo Klimkin. Obiettivo primario dell’incontro la cooperazione tra i due Paesi in materia di tecnologia, cyberspazio e agricoltura. Già nei primi mesi dell’anno, precisamente il 15 maggio, lo stesso Netanyahu ha avuto un incontro chiarificatore con il Primo Ministro ucraino, Volodymyr Groysman a Gerusalemme, segnando la fine formale di una precedente spaccatura dovuta al sostegno di Kiev alla “Risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite contro gli insediamenti israeliani”.
Nel dicembre 2016, infatti, l’Ucraina aveva votato a favore della risoluzione 2334 che condannava gli insediamenti israeliani, definendoli “illegali” e “una flagrante violazione ai sensi del diritto internazionale”. A Gerusalemme, il 15 maggio, il Premier israeliano ha tuttavia sottolineato che, pur ritenendo la stessa risoluzione un atto “vergognoso”, l’incontro serviva a sancire una sorta di ricomposizione dei rapporti tra i due Paesi e, il sostegno di Kiev alla risoluzione contro lo Stato ebraico, poteva essere superato da successivi incontri chiarificatori.
Intrapresa così una nuova linea nei rapporti con l’Ucraina, proprio in quell’occasione Netanyahu ha inteso ringraziare la controparte per aver preso posizione contro l’antisemitismo, senza, comunque, menzionare esplicitamente l’annessione della Crimea da parte di Mosca e la guerra civile nell’est del Paese con i separatisti sostenuti dalla Russia, commentata dal ministro degli Esteri ucraino come una “tragica violazione del diritto internazionale”.
C’è una “storia condivisa” tra Israele e l’Ucraina ed è iniziata 25 anni fa con l’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra le due nazioni. Uno dei premier storici di Israele, Golda Mabovitch, nota come Golda Meir, nacque proprio a Kiev e, ancora oggi, sono molti gli israeliani di discendenza ucraina che mantengono uno stretto legame con la Terra di origine.
Proprio questa sorta di eredità culturale condivisa potrebbe rappresentare una solida base per una futura e più proficua cooperazione, soprattutto nel campo degli scambi commerciali. Secondo fonti dell’ambasciata ucraina, oltre un milione di israeliani affondano le loro radici nell’ex Unione Sovietica e mezzo milione di attuali cittadini dello Stato ebraico sono nati in Ucraina.
Molti turisti israeliani sono attratti dalla ricchezza di siti di eredità ebraica dell’Ucraina, che riflettono il ruolo storico del Paese come uno dei centri chiave della vita ebraica europea prima della seconda guerra mondiale. Il pellegrinaggio annuale di decine di migliaia di ebrei alla tomba di Rebbe Nachman, nella città di Uman, ha acquisito lo status di icona nell’Ucraina post-sovietica. Ma questo luogo sacro è in realtà solo uno dei tanti siti altrettanto importanti disseminati in tutto il Paese. La ricca eredità ebraica dell’Ucraina non è molto nota al pubblico internazionale a causa dell’abitudine comune di riferirsi agli “ebrei russi” e agli “ebrei polacchi” quando, in realtà, le comunità ebraiche in questione erano situate principalmente nel territorio ucraino. Oltre ai pellegrinaggi verso gli importanti siti giudaici, molti turisti israeliani visitano l’Ucraina per esplorare le antiche città natali dei loro antenati. Lviv e Odesa sono due destinazioni particolarmente popolari, intrise di folklore ebraico, mentre ogni singola città ucraina detiene, comunque, un tesoro di multiformi culture da condividere.
Interscambio commerciale Israele-Ucraina
Secondo fonti statistiche ucraine, i primi 6 mesi del 2017 hanno visto un aumento del 15,1%, rispetto all’anno precedente, del fatturato totale del commercio. Se per l’Export si nota un +23,4% circa, per l’import si è registrata una diminuzione del 7,6% circa. L’anno precedente le principali esportazioni dell’Ucraina verso Israele sono state: cereali (36%); metalli ferrosi (30,5%); industria alimentare per prodotti (9,3%); semi oleosi e piante oleosi (6,6%), legno (1,9%) e industria molitoria prodotti (1,7 %). Le principali importazioni da Israele in Ucraina sono state: combustibili minerali, petrolio e prodotti della loro raffinazione (27,3%); vari prodotti chimici (24,6%); macchine elettriche (7,1%); plastica, polimeri (6,5%); prodotti farmaceutici (5%); reattori nucleari, caldaie, macchinari (4,8%) e beni acquistati nei porti (4,4%). Gli scambi di servizi hanno invece raggiunto 91 milioni di dollari e sono aumentati dell’8,9% rispetto all’anno precedente, a cui si aggiunge il volume degli investimenti diretti israeliani in Ucraina pari a circa 42,9 milioni di dollari.
In chiave prospettica, i negoziati relativi alla salute pubblica, la cooperazione nelle operazioni di risposta alle emergenze, l’impiego di lavoratori ucraini sul mercato del lavoro israeliano, l’agricoltura, insieme alla già citata tecnologia cyberspaziale condivisa in fase di sviluppo, rappresenteranno i punti cardine del programma di futura cooperazione tra i due Paesi che, alla luce delle gli intenti emersi dai colloqui tra le due diplomazie non potrà che proseguire, scevro da ulteriori incomprensioni sulle politiche interne dei due Stati.