Dopo mesi di braccio di ferro, le tensioni tra Donald Trump e Kim Jong Un sembrano allentarsi.
La richiesta del leader nordcoreano di incontrare il presidente Usa è stata, senza ombra di dubbio, la mossa più inaspettata, considerando le reiterate e vicendevoli minacce degli ultimi mesi.
Vi ricordate “Il pulsante più grosso ce l’ho io?” e altre provocazioni di ‘altissimo’ livello, che diciamolo pure ci hanno fatto sorridere più volte.
Dopo un primo momento di entusiasmo da parte di tutti, visto anche il ’si’ della Casa Bianca all’incontro, è arrivato lo stop del tycoon: “Non si farà nessun vertice prima di una vera, reale e verificabile denuclearizzazione”. Quindi, Trump sarebbe favorevole ad un meeting bilaterale con il dittatore coreano, ma senza garanzie e fatti reali non farà nessun passo indietro. Di fatto le sanzioni verso il Paese nordcoreano rimangano in vigore e non subiranno, al momento, nessuna variazione.
Il ruolo cruciale della Corea del Sud
Ma se da un lato i protagonisti di questa storia sono Donald Trump e Kim Yong Un i co-protagonisti, in questo passaggio, sono stati cruciali. Primo fra tutti il delegato alla sicurezza della Corea del Sud, Chung Eui-yong che ha portato a voce il messaggio di Kim al presidente americano. Ed è importante sottolineare che gliel’abbia detto a voce e non che gli fosse stato recapitato un invito scritto.
Parliamo di un attore fondamentale in questa storia perchè Eui-yong non solo ha fatto da messaggero di pace tra corea del Nord e Stati Uniti, ma anche e soprattutto perché dopo anni di violenze e dissociazioni, le due Coree si sono riavvicinate. D’altronde di quest’aria di rappacificazione è emersa già durante le Olimpiadi invernali. Ma questa è un’altra storia.
Un incontro storico
Detto ciò, se i due si confronteranno ‘vis a vis’, sarà un giorno storico perché non c’è mai stato un presidente americano che abbia avuto un incontro con un leader nordcoreano.
Si è ipotizzato che tutto questo potrebbe avvenire nel mese di maggio e sui media impazza l’idea che potrebbe aver luogo proprio nella Corea del Sud, vista la sua partecipazione in questa missione ‘di pace’.
Ciò nonostante la Svizzera, non appena ha saputo della volontà dei due Paesi di dialogare, si è offerta come luogo neutro per il vertice. E questo non stupisce se si pensa alla storia del Paese elvetico e alla sua funzione da sempre di territorio neutrale, anche durante le Guerre mondiali.
L’opinione della Cina e della Russia
Sia la Cina che la Russia si sono espresse in maniera positiva in merito alla questione. Il presidente cinese Xi Jinping e il presidente Usa Donald Trump, hanno avuto un colloquio telefonico e Jinping ha auspicato che questo incontro avvenga il prima possibile. Trump, dal canto suo, ha ribadito che se non ci saranno fatti concreti non ci sarà nessun passo indietro né tantomeno un vertice.
Mentre la Russia ha affidato al suo ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, il commento:”E’ un passo nella giusta direzione, e mi auguro che l’incontro si farà – ha dichiarato – Questo dovrà portare a una piena soluzione politica e ad una denuclearizzazione in toto”.