Donald Trump ha deciso di iniziare una partita, senza esclusione di colpi e schierarsi contro il dittatore siriano Bashar al-Assad. Nella notte tra il 6 e il 7 aprile, due navi americane nel Mediterraneo hanno lanciato 59 missili contro la base di Al Shayrat, la stessa da cui erano partite le armi chimiche che hanno ucciso diversi civili, tra cui molti bambini, lo scorso martedì. Nel bombardamento della notte sarebbero sei i militari siriani rimasti uccisi.
“Questa sera ho ordinato un attacco mirato contro la base da cui era partito l’attacco chimico. La Siria ha ignorato gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, non si possono discutere le responsabilità della Siria nell’uso delle armi chimiche”, ha dichiarato il presidente americano dalla sua residenza Mar-a-Lago in Florida. “Il mondo si unisca agli Usa per mettere fine al flagello del terrorismo”, ha concluso.
L’appoggio a Trump
In effetti, ad appoggiarlo sono in molti. L’Italia, l’Inghilterra, Israele, l’Arabia Saudita, il Giappone, la Francia, la Germania e l’Australia. “L’azione ordinata stanotte da Trump è una risposta motivata a un crimine di guerra”, fa sapere il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni.
“Adeguata la risposta americana al barbaro attacco chimico in Siria”, gli fa eco il primo ministro inglese Theresa May. In una nota comune sia la cancelliera tedesca Angela Merkel che il presidente francese, Francois Hollande, hanno scritto: “ Su Assad pesa l’intera responsabilità.
La Francia e la Germania proseguiranno gli sforzi con i loro partner nel quadro dell’Onu per sanzionare in modo più appropriato l’uso di armi chimiche vietate dai trattati”. Ora, però, è tutto in divenire. E come sempre l’Europa guarda da lontano, per paura di toccare un fuoco che arde e che può divampare da un momento all’altro. “L’attacco Usa alla base dalla quale sono partiti gli attacchi chimici è giustificato. Lo smaltimento delle armi chimiche è stato il presupposto sul quale si costruirono gli accordi sulla Siria. Non aver ottemperato a questo punto e aver di nuovo impiegato queste armi terribili per colpire la popolazione civile è intollerabile ed è quindi giusta una reazione. Tuttavia, come sostiene il nostro governo, l’unica via per risolvere la vicenda siriana è il negoziato che deve riprendere e per il quale il nostro Paese si spenderà. Assad deve sapere che l’uso delle armi chimiche e qualsiasi tentativo di infierire sula popolazione siriana non saranno tollerati”. E’ il parere di Andrea Manciulli, presidente della delegazione italiana all’assemblea parlamentare della Nato.
La rabbia di Putin
Il bombardamento americano contro la base siriana non è però piaciuto al presidente russo, Vladimir Putin, che condanna il raid definendolo una vera e propria “violazione della legge internazionale “ in quanto “Washington ha compiuto un atto di aggressione contro uno Stato sovrano”. Sulla stessa linea anche l’Iran. Dagli Stati Uniti fanno sapere che i russi erano stati avvertiti in più conversazioni di questo attacco ma la Russia smentisce tutto.
Un momento di rottura che potrebbe essere irreparabile, come anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, fa sapere in una nota:” Questo attacco porterà a danni considerevoli nelle relazioni tra Russia e Stati Uniti”.
Tuttavia, la riflessione andrebbe fatta sulla presunta sorpresa da parte del mondo riguardo alla decisione presa da Donald Trump. Finora, tutto quello che aveva promesso in campagna elettorale l’ha messo in atto. La ‘pulizia’ di cui il Tycon parla è anche questo? Ha sempre mostrato intransigenza nei confronti di atti terroristici di qualsiasi tipo e forse il suo nuovo incarico gli ha dato le armi, nel vero senso della parola, di attaccare. Il presidente Usa è stato spesso tacciato di inesperienza, ma gli americani l’hanno votato così com’è. La politica, è fatta di equilibri e a Trump questo sembra interessare poco. E’ come se fosse entrato a metà di una partita di poker, alzando la posta in gioco e prendendo tutte le fishes.