Rapida identificazione e protezione dei minori fin dal momento dell’arrivo, potenziamento della figura del tutore per quelli non accompagnati, facilitazione del ricongiungimento familiare e garanzia ai piccoli migranti di condizioni adeguate per l’accoglienza e l’assistenza. Sono solo alcune delle azioni prioritarie definite dalla Commissione Europea in materia di protezione e di supporto per i minori migranti, che arrivano in territorio europeo. Il Governo di Bruxelles le ha comunicate lo scorso 12 aprile ai Paesi membri e partner nell’ambito della gestione dei flussi migratori.
Il documento
Il documento mira a incrementare l’attenzione e le misure necessarie destinate ai minori migranti e richiedenti asilo in tutte le fasi del processo di gestione dei flussi, nonostante la normativa europea preveda già una legge quadro in materia di minori non accompagnati. Si tratta quindi di un ulteriore spinta affinché i minori vengano identificati rapidamente al loro arrivo nell’Ue, dove dovranno ricevere un trattamento adeguato anche grazie all’assistenza di personale qualificato in attesa che venga definito il loro status comunitario. La comunicazione della Commissione ha avuto il plauso di diverse associazioni e organizzazioni internazionali come l’Unicef e l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr). Quest’ultime parlano di una “pietra miliare” nella protezione dei bambini migranti grazie all’approvazione delle nuove linee guida.
“Le aspettative verso questo nuovo accordo sono alte perché per la prima volta ci si rivolge alla condizione e ai diritti di tutti i bambini coinvolti nei percorsi migratori (rifugiati e migranti, minori non accompagnati e famiglie) collegando migrazione, asilo e protezione dei minori – spiega a Ofcs Report il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini – L’Italia è uno dei pochi stati con una legge organica da poco approvata sui minori stranieri non accompagnati e ci fa piacere ritrovare in queste linee guida lo spirito che l’ha ispirata: il divieto di respingere i MSNA (minori stranieri non accompagnati ndr) senza eccezioni, un sistema organico di accoglienza per i minori, il rafforzamento dei diritti riconosciuti ai bambini non accompagnati. Dato lo scarso seguito che hanno avuto le misure di Relocation invocate dall’Italia nei confronti degli altri Paesi UE è certamente alto il timore che queste linee guida non abbiano seguito, per questo monitoreremo affinché l’attenzione sul tema resti alta”.
I dati
In Europa ogni 3 migranti c’è un richiedente asilo, ovvero il 30% dell’intera popolazione di rifugiati, numeri che sono lievemente aumentati negli ultimi due anni non solo nel Continente ma anche nel nostro paese. Nel 2016 infatti, secondo l’Unicef, sono stati oltre 25.000 i minori non accompagnati a raggiungere le nostre coste via mare: più del doppio rispetto ai 12.360 del 2015 e addirittura il 91% di tutti i minori arrivati, sia come migranti che come richiedenti asilo. La maggior parte sono ragazzi tra i 15 e i 17 anni che provengono per lo più da Eritrea, Egitto, Gambia e Nigeria.
“L’incremento così drastico nei flussi migratori ha reso ancora più difficile il rispetto dei tempi e delle procedure già esistenti, come la nomina dei tutori, i tempi di permanenza nei centri di prima accoglienza e l’inserimento scolastico – continua Iacomini – vediamo una grande sofferenza da parte delle istituzioni locali soprattutto in alcune regioni come la Calabria, in cui è evidente la difficoltà delle strutture preposte a reggere l’impatto di arrivi sempre più numerosi e imprevedibili. Speriamo che l’appello rivolto agli stati membri venga preso davvero in considerazione”.
I punti principali
La prima chiave di volta del documento stilato dall’esecutivo di Bruxelles prevede la nomina di un tutore per il minore, che ne sia responsabile sin dalla prima fase di registrazione e che ne assicuri la protezione nelle strutture di accoglienza a lui dedicate. Tra queste i punti di crisi (hotspot) dove devono essere nominati dei responsabili per la protezione dei minori. Gli inviti rivolti agli stati membri riguardano anche l’istituzione di procedure necessarie alle segnalazioni di tutti i casi di minori scomparsi in un’ottica di sistema che possa garantire un flusso di scambio di informazioni continuo tra i singoli stati e le istituzioni europee. Un aspetto non trascurabile che punta a migliorare la cooperazione tra gli stessi paesi membri e i loro partner.
La priorità per la Commissione rimane, dunque, la definizione più rapida possibile dello status del minore, per questo motivo sarà istituita una Rete europea per la tutela e per lo scambio delle buone pratiche. Da Bruxelles fanno sapere che l’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) aggiornerà presto le sue linee guida proprio per assimilare queste nuove procedure utili ad aiutare gli Stati membri nell’accelerazione delle ricerche dei familiari e del successivo ricongiungimento tra il piccolo e i suoi cari, o in caso contrario la reintegrazione dei minori che devono essere rimpatriati.
Infine un aspetto saliente riguarda l’apporto dei paesi partner nel contrastare all’origine le cause della tratta dei minori. Su questo la Commissione ha promesso un ambizioso piano di verifica della azioni messe in campo nell’aggiornamento del quadro di partenariato in materia di immigrazione, che porti a un monitoraggio delle rotte migratorie anche all’esterno dei confini Ue, impegnando i paesi di partenza nel controllo dei loro confini.