“Dopo dieci anni di relativa calma sul fronte libanese, vi è una crescente preoccupazione in Israele concernente la possibilità di una recrudescenza dei combattimenti con Hezbollah, la milizia sciita appoggiata dall’ Iran. Gli israeliani tendono ad attribuire la tregua protratta in questi anni dovuta alla propria deterrenza raggiunta apparentemente dopo la seconda guerra del Libano nel 2006. Inoltre, ci sono stati altri fattori altrettanto miliari, a frenare Hezbollah ed evitare così un’escalation contro Israele. Secondo l’accordo Ta’if la legittimità dell’esistenza di Hezbollah come milizia armata è quello di proteggere il Libano contro Israele. Dieci anni dopo la seconda guerra in Libano, Hezbollah è davvero forte: meglio equipaggiato, addestrato e più capace e pronto per un futuro conflitto contro Israele”. A parlare è il colonello Shaul Shay, direttore di ricerca dell’Istituto per le politiche e strategie al Centro interdisciplinare di Herzliya in Israele (Idc), durante un’intervista esclusiva per Ofcs Report. Fino al 2009 è stato il vice capo del National security council israeliano, l’organo centrale per il coordinamento, l’ integrazione, le analisi e il monitoraggio nel campo della sicurezza nazionale.
Colonnello Shay, sono passati dieci anni dalla seconda guerra del Libano. Qual è l’attuale contesto finanziario, geopolitico e militare del partito politico Hezbollah e il suo coinvolgimento nella guerra civile siriana?
“Nel corso degli ultimi anni Hezbollah è stato profondamente coinvolto nella guerra civile in Siria. Su ordine dell’Iran, ha inviato forze per difendere il regime di Bashar al Assad, alleato chiave contro l’opposizione delle milizie sunnite, in particolare il radicale Jabhat al-Nusra e Isis. Hezbollah è profondamente coinvolto nella guerra in Siria e sostiene il regime di Assad. Sta soffrendo nel contempo pesanti perdite nella guerra in Siria, si stimano circa 1300 morti e più di 5000 feriti e Nasrallah ha attualmente difficoltà nel giustificare i sacrifici di giovani libanesi in questa guerra. La partecipazione di Hezbollah nella guerra in Siria ha, inoltre, provocato pesanti perdite di denaro, attrezzature e manutenzione. La maggior parte del budget è coperto dall’ Iran, ma di recente la crisi nell’economia iraniana ha portato ad una significativa riduzione del suo aiuto a Hezbollah. Di conseguenza, l’organizzazione ha dovuto tagliare finanziamenti su attività di routine all’interno del Libano. Inoltre, Hezbollah è stato costretto a schierarsi contro i gruppi sunniti radicali cercando di estendere il campo di battaglia oltre confine, in territorio libanese. L’argomento principale di Nasrallah è che Hezbollah sta combattendo in Siria allo scopo di proteggere il Libano contro Isis, Jabhat al Nusra e altri gruppi sunniti radicali che mettono in pericolo il Libano. Tuttavia, Israele rimane il principale nemico di Hezbollah”.
Nell’ultima analisi pubblicata sul Jerusalem Post, lei ha definito Hezbollah come un esercito nazionale a pieno titolo. Vuole parlarci di questa “nuova definizione” che ha dato? Qual è la loro capacità militare, incluse le armi?
“Hezbollah ha subito una trasformazione negli ultimi 3 decenni (1982 – 2016) da piccola organizzazione terroristica a milizia di guerriglia armata fino a divenire, ultimamente, un esercito nazionale, quasi a tutti gli effetti. Alcuni esperti descrivono Hezbollah come una delle guardie rivoluzionarie della divisione iraniana. Nel processo evolutivo Hezbollah ha mantenuto le sue capacità precedenti e può operare nel contempo come organizzazione terroristica all’estero (come a Bourghas in Bulgaria), milizia armata attiva nel sud del Libano e Siria o come un esercito nazionale, come nella guerra del 2006. Ha fatto molti progressi e soprattutto ha aggiornato in modo significativo le sue capacità militari. Attualmente ha circa 45.000 combattenti, 21.000 dei quali in servizio regolare. Ha trasformato la maggior parte dei villaggi sciiti nel sud del Libano in avamposti militari fortificati sia sopra che sotto terra. Ha acquisito missili a lungo raggio ad alta precisione con testate più grandi di quanto non fosse nel 2006. E ora ha più di 100.000 missili e razzi (rispetto a circa 12.000 nel 2006). Il gruppo ha anche ampliato e migliorato la sua capacità di droni senza pilota, le difese antiaeree, missili terra-mare, armi anticarro, la capacità della raccolta di informazioni, così come ha migliorato i sistemi di comando e controllo. Inoltre, durante il suo combattimento prolungato in Siria, ha acquisito una ricca esperienza sul campo di battaglia, compresa la logistica dei battaglioni in attacchi sul campo; è probabile che in qualsiasi futura guerra con Israele, si cercherà di utilizzare queste capacità per attaccare allo stesso tempo i diversi villaggi di frontiera e le varie postazioni militari, fin dall’inizio dei combattimenti. Hezbollah è anche attivo sul fronte del Golan, dove sta tentando di costruire un’ infrastruttura terroristica contro Israele. Tutto questo lo sta facendo in collaborazione con le guardie rivoluzionarie iraniane e con l’approvazione di Assad”.
È possibile che Israele possa nel futuro rompere l’equilibrio che con la sua deterrenza ha imposto nel corso di questi dieci anni? Pensa che Hezbollah, in tal caso, possa utilizzare contro Israele tutte le sue capacità militari, armi comprese?
“Ci sono due ragioni per le quali una guerra tra Israele e Hezbollah potrebbe scoppiare: un incidente al confine con la Siria o il Libano che potrebbe degenerare; una soluzione politica in Siria grazie a Stati Uniti e Russia, che permetterebbe ai combattenti di Hezbollah di tornare in Libano. In questo contesto Hezbollah potrebbe iniziare una lotta contro Israele per ristabilire la sua supremazia locale. Possiamo ipotizzare, dunque, che l’eventuale prossima ostilità con Hezbollah sarà più difficile e più violenta della seconda guerra in Libano, questo perché in un futuro conflitto Hezbollah adotterebbe una strategia molto diversa. Nella seconda guerra del Libano, in cui furono sparati da Hezbollah missili e razzi contro centri civili, ed i suoi combattenti si distribuirono lungo la linea difensiva nel sud del Libano, dove operano le forze di terra israeliane. Dal 2006 l’organizzazione sembra aver dato vita ad una nuova dottrina che si riflette nella ripetuta rivendicazione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah secondo il quale nella prossima guerra contro Israele, i suoi combattenti conquisterebbero la Galilea. Tuttavia questa è retorica, in quanto l’organizzazione non ha unità d’elite in grado di montare attacchi rapidi nei villaggi vicini al confine. Questi insediamenti transfrontalieri potrebbero essere realizzati eludendo la barriera di sicurezza.
Si teme che l’organizzazione possa utilizzare i tunnel di attacco transfrontalieri. Finora tali tunnel non sono stati localizzati. Ma l’esercito israeliano non esclude la possibilità che Hezbollah sia riuscito a costruirne altri e cercherà di utilizzarli in caso di guerra.
La maggior parte dei potere di Hezbollah deriva ancora dalla sua capacità di lanciare un gran numero di razzi e missili contro la popolazione israeliana nei centri urbani. Il suo obiettivo dunque sarà quello di creare il caos sul fronte interno, con danni ingenti e un alto numero di vittime. Si tenterebbe di colpire le comunità di confine, innescando un esodo di massa di civili in fuga dalle loro case. Si cercherà anche di colpire obiettivi sensibili, gli obiettivi strategici come le raffinerie di petrolio in baia di Haifa, basi Idf, unità di controllo di combattimento aereo, il quartier generale dell’Idf a Tel Aviv, elettricità e acqua infrastrutture, l’aeroporto internazionale Ben Gurion e i porti del paese. Hezbollah è attivo sul Golan nel tentativo di costruire un secondo fronte contro Israele. Con l’aiuto iraniano, l’organizzazione sta costruendo una vera infrastruttura terroristica. Questo è un gioco molto pericoloso e Israele sta anche prendendo provvedimenti per impedire la costruzione della infrastruttura terroristica sul fronte del Golan. Secondo fonti estere, in una di queste operazioni, il comandante Jihad Mughniyeh, figlio della mente terroristica di Hezbollah, Imad Mughniyeh, e un generale iraniano sono stati uccisi. Nonostante la bassa probabilità di una guerra quest’anno, Israele deve essere pronto a rispondere alle sfide poste dalla Hezbollah. In luce della gravità della minaccia, Israele ha bisogno di riesaminare il grado di preparazione sul fronte interno e di rafforzarsi il più possibile. Questo significa rinforzare la ‘difesa attiva’ (sistemi a razzo e missili intercettori come Iron Dome ) e la ‘difesa passiva’ (rifugi, camere appositamente sigillate e così via). L’Idf avrà bisogno di trovare una risposta all’offensiva schiacciante ad Hezbollah . Nel corso degli ultimi decenni, Israele ha adottato una strategia di deterrenza, preferendo utilizzare l’aviazione e l’artiglieria e ripristinare l’equilibrio deterrente, e astenendosi deliberatamente. In un futuro scontro con Hezbollah, Israele dovrà riesaminare questo atteggiamento, e prendere in considerazione le opzioni strategiche che comporterebbero una grande manovra di terra. L’Idf ha la capacità di sconfiggere un’organizzazione come Hezbollah sul campo e, se ordinato di farlo, puo’ portare un vero e proprio cambiamento all’equilibrio strategico nel nord”.