Fa freddo, fuori Palazzo Chigi, ma più che altro è l’umidità dei palazzi romani intorno a piazza Colonna a rendere la nottata ancora più rigida. Qualche turista curioso, pochi contestatori, ma soprattutto giornalisti e addetti ai lavori animano una piazza silenziosa in cui alle 00.25 cala un gelo glaciale, quando il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa per commentare la netta sconfitta al referendum costituzionale, annuncia le dimissioni.
“Mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta. Volevo tagliare tante poltrone ma oggi la prima che salta è la mia”, ha detto Renzi annunciando che lunedì riunirà il Consiglio dei ministri e successivamente salirà al Colle per rimettere il mandato nelle mani del Presidente Mattarella.
Nei suoi 15 minuti di intervento il Premier ha più volte rivolto lo sguardo alla moglie Agnese, ringraziandola per il sostegno in questi mille giorni di governo, ma soprattutto ha lanciato un messaggio alle opposizioni, passando la palla a loro per una “proposta seria e concreta sulle regole del gioco”, ovvero la nuova legge elettorale con cui tornare al più presto al voto.
“Questo voto consegna oneri e onori insieme alla grande responsabilità di fare una proposta. Tocca a chi ha vinto avanzare proposte serie e credibili”, ha detto Renzi rivolgendosi ai leader delle opposizioni. Gli italiani “hanno scelto in modo chiaro e netto ed è stata la festa della democrazia”, ha aggiunto il Premier che ha ricordato il lavoro “eccezionale” svolto dal comitato per il SI’, e ha aggiunto “viva l’Italia che partecipa e decide”.
Agli “amici del SI” Renzi ha inviato un messaggio chiaro: “Vorrei consegnarvi un abbraccio forte uno per uno. Ci abbiamo provato, ma non ce l’abbiamo fatta. Volevamo vincere, non partecipare”. Una sconfitta che brucia, per un risultato che sa di “Caporetto” elettorale, (59,51% al momento i NO) anche considerando un’affluenza record vicina al 70%, che rende ancora più pesante la sconfitta di Renzi e dei suoi. “Mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta”, ha detto senza mezzi termini”, “ho perso io non gli amici del SI e lo dico a voce alta anche se con il nodo in gola. Non sono riuscito a portarvi alla vittoria, ho fatto tutto quello che penso si potesse fare in questa frase. Quando uno perde non fa finta di nulla fischiettando e aspettando che passi la nottata”, ha ricordato il Presidente del Consiglio.
L’assunzione di responsabilità è stata ribadita più volte nel suo intervento e anche le dimissioni sono state spiegate come la necessità del Paese di “non galleggiare ma scattare. Andiamo via senza rimorsi”, ha chiosato il premier, sottolineando che “l’esperienza del governo finisce qui. Non si può far finta che tutti rimangano incollati alle proprie poltrone”. Alle 00.35 cala il sipario su palazzo Chigi. Fuori, nel gelo di una Roma assonnata, spicca il pennone tricolore del Quirinale, in cui da domani il presidente Sergio Mattarella avrà la grande responsabilità di guidare l’ennesima crisi di governo, dal 2013 ad oggi.