Da qualche giorno, tra gli analisti internazionali si discute di un imponente piano militare Usa contro l’Iran denominato Red Sands.
È in atto un nuovo capitolo della cooperazione militare tra gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, che mira ad accrescere la sicurezza nella regione portandola ad un livello superiore, e si prepara a contrastare e neutralizzare una delle minacce militari più efficaci dell’Iran: i velivoli senza pilota.
Le forze armate dell’Arabia Saudita, partner solido degli Stati Uniti sin dal lontano 1951, hanno combattuto a fianco dell’esercito americano durante l’operazione Desert Storm, e sono tuttora una risorsa fondamentale in Medio Oriente.
Il portavoce del CENTCOM, il comando centrale degli Stati Uniti Dave Eastburn, ha fatto sapere ai media che l’esercito americano ha in programma una serie di test militari in Arabia Saudita. Un piano ancora nella fase concettuale di sviluppo che vede la realizzazione di una struttura che testerà nuove tecnologie per combattere la crescente minaccia dei droni, e svilupperà capacità integrate di difesa aerea e missilistica.
“Red Sands Integrated Experience Center” è il suo nome e rappresenterà un approccio innovativo alla formazione e alla preparazione dei partner americani in Medio Oriente. Il proof of concept sarebbe stato lanciato dal capo del comando centrale degli Stati Uniti, generale Michael “Erik” Kurilla, che lo scorso luglio – insieme al vice ammiraglio Charles “Brad” Cooper, comandante della US Navy Central, e il tenente generale Pat Frank, comandante della US Army Central – si è recato in missione in Arabia Saudita per incontrare i suoi omologhi delle forze armate arabe per discutere della cooperazione regionale. Come prevedibile l’idea di progetto ha destato un profondo interesse a Riyadh.
Durante questa visita, che è stata la seconda del generale Kurilla in Arabia Saudita e la quinta nella regione da quando ha preso il comando del CENTCOM in aprile, sottolinea l’importanza di tale partnership. Mentre era in Arabia Saudita, Kurilla si è impegnato con il capo di stato maggiore generale, il generale Fayyadh al-Ruwaili e altri alti dirigenti militari sauditi.
I leaders hanno discusso questioni importanti, sia per le forze armate che per la regione, comprese le opportunità per rafforzare la cooperazione attraverso una rete più ampia di partner al fine di migliorare la sicurezza anche attraverso l’impiego di nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico.
La delegazione americana ha visitato diversi siti militari, comprese le installazioni portuali lungo il Mar Rosso dove sono dislocate le Batterie Saudite dei Patriot a difesa di Gedda da missili, razzi e sistemi aerei senza pilota. Nell’occasione i membri dell’equipaggio Patriot hanno riferito la loro esperienza da molteplici intercettazioni di attacchi Houthi. Gli alti ufficiali militari americani e sauditi hanno anche visitato il Centro operativo combinato Robotics Operations Center (CE-ROC) dove hanno trattato di progetti marittimi all’avanguardia che prevedono l’utilizzo di navi senza pilota di superficie e sottomarine, sempre grazie alla tecnologia dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico.
L’obiettivo principale del piano Red Sands Integrated Experience Center, come detto in precedenza, è incentrato su una difesa attiva contro l’Iran. I piani per il nuovo sito di test arrivano mentre le tensioni con l’Iran e altri stati vicini sono in aumento. Già durante la visita del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, i due paesi hanno convenuto sull’importanza di impedire all’Iran di ottenere un’arma nucleare e Biden ha ribadito il continuo impegno degli Stati Uniti a sostenere l’Arabia Saudita contro ogni velleità militare di Teheran. La cooperazione militare tra i due paesi – e gli altri partner – sarà un efficace baluardo contro i sistemi aerei e missilistici senza pilota iraniani che minacciano la pace e la sicurezza nella regione.
La scelta dell’Arabia Saudita come base per il progetto americano ha delle motivazioni puramente logistiche, grazie agli sterminati spazi aperti governativi, nonchè le forti potenzialità di testare diversi metodi di guerra elettronica, come il disturbo del segnale e l’energia diretta, senza per questo interferire o arrecare danno ai centri urbani vicini.
I costi del progetto non sono stati ancora definiti con certezza ma pare che gli Stati Uniti probabilmente sosterranno circa il 20% dei costi e forniranno il 20% del personale, mentre gli alleati sauditi (e partners) forniranno il resto. Presumibilmente la data di inizio del progetto è stata fissata per entrare in produzione entro la fine del 2022.
Il CENTCOM statunitense sta anche lavorando con l’Arabia Saudita per pianificare, a maggio o giugno del prossimo anno, un’esercitazione congiunta in Medio Oriente.