Da settimane è stato lanciato l’allarme riguardo quanto sta accadendo negli atenei mondiali, a partire da quelli statunitensi di Harvard, Yale, Columbia ed altri. Ora siamo al punto di non ritorno. Le scene drammatiche delle ultime ore negli USA, dove si susseguono incidenti e scontri tra occupanti violenti che inneggiano all’odio antiebraico e forze di sicurezza che tentano di sgomberarli, rendono increduli e feriscono. Tutto questo non merita di essere considerato un “nuovo ’68”, perché quell’epoca di rivolta studentesca era figlia di un momento di grandi cambiamenti ed in qualche modo ha avuto una sua dignità per gli ideali che trascinava con sé, salvo poi essere deragliata colpevolmente nel terrorismo e negli Anni di Piombo.
Quanto invece sta accadendo negli States, in Francia, in altre nazioni, come anche nel nostro paese, anche se in maniera più contenuta per fortuna, porta con sé solamente un carico di antisemitismo che a lungo andare rischia di far esplodere definitivamente il fanatismo islamista nelle capitali europee, con conseguenze potenzialmente letali.
Malissimo fanno i palestinesi di Gaza, come riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, a manifestare ringraziamento e soddisfazioni per queste violenze studentesche. È ingenuo da parte loro pensare che alimentando l’odio contro gli ebrei otterranno la libertà dal giogo di Hamas e quindi la fine delle ostilità con Israele.
Basta vedere le immagini che arrivano dalle università americane, dalla Sorbona e Science de Po a Parigi, dalla Sapienza a Roma o dalle università di Napoli e Torino nei giorni scorsi, per rendersi conto che attorno agli studenti si agitano losche figure attempate, che con gli atenei non hanno nulla a che fare e che sono gli agitatori pro Hamas il cui unico obiettivo è quello di destabilizzare le democrazie occidentali.
In questo caos una luce di speranza é l’appello scritto da Manuel Valls e sottoscritto meritevolmente dalla associazione SETTEOTTOBRE che lo sta rilanciando in queste ore per farlo sottoscrivere.
“Prima che sia troppo tardi” è il manifesto accorato, scritto dall’ex Primo Ministro francese, dove si chiede agli atenei transalpini di fermare questa onda carsica antisionista, ormai sfociata nell’odio antiebraico più bieco, e lo fa riferendosi anche al testo profetico dello scrittore e filosofo Michelle Houellebecq, che nel 2015 con il suo “Soumission”, anticipò quanto di orrendo sta accadendo in questi giorni in Francia, con la sottomissione all’islamismo di Hamas e con la “causa palestinese” utilizzata per sconvolgere le nostre società, non solo lì ma come vediamo anche in Belgio (ormai pressoché perduto dall’Europa), in Gran Bretagna, nei paesi scandinavi e dall’altra parte del Vecchio Continente in Australia, Nuova Zelanda in quegli Usa che sono stati i primi, con i loro atenei, ad aprire la campagna d’odio contro Israele.
Come per la grande Oriana Fallaci, quasi mezzo secolo fa ( e quante ne ha subite la povera Oriana per avere preconizzato quanto sta accadendo), anche per Valls è arrivato il momento delle scelte. “Non sono possibili compromessi di fronte ad una minoranza vendicativa”, e la parola d’ordine lanciata dal politico francese é “FERMATELI”.
“Questi appelli a denunciare i partneariati con le università israeliane vanno contro i principi della liberatà accademica e scientifica”, scrive Valls e come chiosa: “accogliere le richieste di questi studenti costituirebbe un’operazione grave di compiacenza morale nei confronti dell’ideologia e dei metodi estremisti”.
In gioco quindi non è più (e forse non è mai stata) la soluzione del conflitto arabo-israeliano ma, come evoca l’ex Primo Ministro, un odio profondo e viscerale per quello che Israele professa da quando è nato con l’immigrazione ed accoglienza da oltre 70 paesi, la capacità di difendersi dalle orde nemiche che la attorniano e progredire, crescendo culturalmente e moralmente. Gli stessi valori che il popolo ebraico incarna da secoli sopravvivendo a ghettizzazioni, pogrom, stermini e massacri nazisti come quelli di Hamas il 7 ottobre. Tutto questo, forse, da più fastidio a questi “studenti” ancora di più degli accordi tra le università e li tormenta interiormente più del conflitto in corso. La capacità di Israele di incarnare la Resistenza.
*Prima che sia troppo tardi*
*Manuel Valls* ha lanciato un *appello contro le proteste degli studenti che infiammano le nostre università* e “contro la codardia, contro l’arrendevolezza all’islamismo che si è saldato alla sinistra, contro la sottomissione” dei nostri valori alla cultura dell’odio e della morte.
*Firmiamo l’appello di Valls qui: https://setteottobre.com/prima-che-sia-troppo-tardi/*
*Setteottobre*
www.setteottobre.com*Unisciti a noi*
https://chat.whatsapp.com/J72gwJDXNfo7mvV7Uh1Y3n