Erano pronti a imbarcarsi per raggiungere l’Italia. In una operazione compiuta nella giornata di ieri, la Guardia costiera della Tunisia ha smantellato parte di un’organizzazione dedita al traffico di esseri umani verso il nostro Paese con base a Sfax. Le investigazioni hanno portato all’identificazione e al successivo arresto dei sette componenti del gruppo e del loro responsabile, bloccando anche una barca pronta a prendere il largo con a bordo un gruppo di tunisini. Ofcs report, aveva già segnalato le attività dei trafficanti che operano da Sfax, ma con diramazioni in tutto il Paese, che privilegiavano le rotte verso la Sicilia imbarcando i clandestini nei tratti costieri da Bizerta a Gabes e con partenze da Nabeul, Mahdia e Monastir, a seconda degli itinerari fatti percorrere dai trafficanti collegati all’organizzazione. Inoltre, avevamo posto l’accento sulla stretta connessione tra i traffici illeciti di uomini e merci e i network jihadisti operanti nel nord Africa che, oltre che a trarre ingenti profitti dall’organizzazione delle spedizioni, fruiscono dell’opportunità di infiltrare propri uomini diretti in Occidente infiltrandoli tra le centinaia di “aspiranti profughi”.
Arrestato in Tunisia anche un presunto terrorista in procinto di compiere attentati contro turisti occidentali ed obiettivi istituzionali. L’uomo, individuato dall’intelligence tunisina nella zona di grand Tunis e catturato con l’intervento delle forze speciali del Paese nordafricano, è risultato contiguo a una cellula dell’organizzazione islamista “Al Takfir Wal hijra” (anatema ed esilio). L’arresto ha permesso di sventare i piani, già in avanzata fase di attuazione, volti a compiere attentati, anche suicidi, contro installazioni militari e amministrative tunisine ma, soprattutto, contro infrastrutture turistiche frequentate da comitive di occidentali. Secondo il ministero degli Interni il sospettato, durante l’interrogatorio, ha ammesso di essere stato in contatto con un pericoloso terrorista, già condannato per reati specifici e detenuto in una prigione all’estero. Inoltre, ha dichiarato di avere pianificato attacchi da condursi come “lupo solitario” e di aver reclutato altri soggetti per implementare le cellule dei takfiris.
Creata in Egitto negli anni ’60, ma portata alla ribalta delle cronache nel 1977 da Shokri Mustafa, un fuoriuscito dai Fratelli musulmani, l’organizzazione Al Takfir wal Hijra” di stampo neo-kharigita e con forti componenti salafite, ha da sempre sostenuto la jihad contro ebrei e cristiani, tacciati di apostasia divenendo, in breve, una ulteriore agghiacciante realtà del panorama del terrorismo islamista. Uno dei pilastri del credo “takfir” è la creazione di un Califfato guidato da un discendente del profeta Maometto e governato nella stretta osservanza della sha’aria. Questo particolare ha reso il gruppo takfir, diffusosi in tutto il nord Africa, un “fiero” sostenitore, nonchè alleato dell’Isis.