Era un 45enne originario della Martinica, Mickael Harpon, l’impiegato che ha compiuto una strage negli uffici della Prefettura di Parigi. E’ successo ieri, sull’Ile-de-la Cité, nel cuore della città. L’uomo, dal 2003 addetto alla manutenzione dei computer presso la Direzione dell’intelligence nel quartier generale della polizia di Parigi (DRPP), si era recato regolarmente al lavoro celando, però, un lungo coltello in ceramica in grado di non essere rilevato dai metal detector presenti agli ingressi del palazzo.
La dinamica dell’attacco alla Prefettura di Parigi
Verso le 12.30 era stato convocato da una sua superiore, secondo alcune fonti perché da diversi mesi si rifiutava di stringere le mani delle colleghe donne. A questo punto si sarebbe scatenata la follia dell’impiegato che, estratto il coltello, ha sgozzato la dirigente. Quindi, uscito dall’ufficio, ha iniziato a colpire tutti coloro che gli si presentavano a tiro. Tra questi, a rimanere uccisi tre poliziotti, due uomini ed una donna, anch’essa colpita al collo dai fendenti di Harpon così come altri agenti rimasti feriti lungo i corridoi dell’edificio percorsi dall’omicida. Uscito correndo nel piazzale centrale dell’edificio, l’uomo, brandendo il coltello, è stato affrontato da un agente armato di un fucile d’assalto che, dopo avergli intimato inutilmente di gettare l’arma, lo ha colpito con due proiettili, neutralizzandolo.
L’autore dell’attacco alla Prefettura di Parigi era convertito all’Islam
Le indagini, subito avviate dalla Brigata criminale e dall’Ispettorato generale della polizia nazionale, hanno permesso di accertare che Harpon, nato 45 anni fa a Fort de France, capoluogo del dipartimento d’oltre mare francese della Martinica, residente a Gonesse, a nord di Parigi, era sposato, padre di un bambino e si era convertito all’Islam nel 2017. Affetto da parziale sordità, era un ingegnere informatico addetto al dipartimento tecnico degli uffici della Direzione dell’intelligence della Prefettura di polizia di Parigi (DRPP) ed è stato descritto dai colleghi come un impiegato modello, riservato e senza alcun problema relazionale.
Fermata la moglie, anche lei musulmana
Frequentava la moschea della banlieue di Gonesse ma, secondo i vicini di casa, non aveva mai manifestato segni di radicalizzazione o intolleranza. La moglie di Harpon, anch’essa di religione musulmana, è stata fermata a seguito della perquisizione eseguita nell’abitazione della coppia che ha portato al sequestro di materiale informatico posto al vaglio degli investigatori. Secondo la consorte, la notte precedente all’aggressione perpetrata in ufficio, il marito si era mostrato in preda ad una forte agitazione senza, però, fornire spiegazioni del suo comportamento.
Le indagini sulla strage in Prefettura
Quale che sia l’origine della strage perpetrata in uno degli uffici più “sicuri” della Francia, le indagini propendono per un atto premeditato, in considerazione della dinamica dell’azione e, soprattutto, dall’arma detenuta da Harpon, in grado di sfuggire ai controlli di sicurezza. La Procura parigina ha aperto un fascicolo per omicidio volontario plurimo di pubblici ufficiali. Pur privilegiando le piste di una controversia sul lavoro o di una vicenda sentimentale, gli inquirenti non escludono comunque a priori il movente terroristico.
In ogni caso, la strage perpetrata ieri a Parigi, ripropone la problematica della sicurezza all’interno dell’amministrazione statale del Paese transalpino, un argomento affrontato in tempi non sospetti a proposito delle infiltrazioni di islamisti nei punti chiave degli uffici governativi già oggetto di segnalazioni anche da parte di membri del parlamento francese. L’ennesimo segnale d’allarme che dovrebbe contribuire a risvegliare gli animi sopiti anche dei “buonisti” nostrani.