È notizia di questi giorni che l’ufficio del Primo Ministro del Pakistan ha diramato la formale approvazione al cambio della guardia a capo dell’ISI, l’Inter-Service Intelligence, il potentissimo dipartimento dei servizi segreti del Paese asiatico.
Il Primo Ministro Imran Khan alla fine ha firmato e l’incarico del nuovo numero uno dell’ISI è stato notificato al COAS (Chief of Army Staff), guidato dal temuto Generale Qamar Javed Bajwae, e ai diretti interessati.
Nell’iter del processo di selezione un elenco di alti ufficiali è stato inviato al ministero della Difesa e il Primo Ministro ha voluto intervistare tutti i candidati personalmente. Si è poi tenuto l’ultimo giro di consultazioni tra Imran Khan e il Generale Qamar Javed Bajwae.
Dunque a partire dal 20 novembre 2021, il Ten. Gen. Nadeem Ahmed Anjum sarà il nuovo Direttore Generale dell’ISI, il posto più ambito all’interno della gerarchia militare dopo il capo dell’esercito. Il DG uscente, il Ten. Gen. Faiz Hameed, assumerà invece il comando dell’XI Corpo, noto anche come Corpo di Peshawar.
Contestualmente il Ten. Gen. Muhammad Saeed è stato individuato quale Comandante del V Corpo a Karachi, mentre il Ten. Gen. Muhammad Aamer è stato nominato comandante del XXX Corpo di Gujranwala.
Nel frattempo cambiano anche una serie di altre posizioni intermedie: il Ten. Gen. Syed Asim Munir a capo del QMG, il Ten. Gen. Nauman Mahmood presidente del NDU e il Ten. Gen. Muhammad Asim Malik aiutante generale dell’esercito pakistano.
Si chiude dunque la scomoda questione delle nuove nomine della gerarchia militare pakistana che stava per creare (forse) un “incidente diplomatico” secondo i media ed i più informati tra gli addetti ai lavori.
Sì, perché in Pakistan il delicato equilibrio tra la componente militare e quella civile, nel tempo ha sempre vissuto dei momenti molto particolari.
Tutto ha inizio quando i primi giorni di ottobre, il COAS ha reso pubbliche con un comunicato le nuove nomine e, come è tradizione nella società militare pakistana, ci si aspettava che la notifica dell’ufficio del Primo Ministro Imran Khan arrivasse quasi simultaneamente.
Ma non è stato così. E mentre i giorni passavano senza che le nomine venissero ratificate, cominciava ad insinuarsi il dubbio che i progetti voluti dalle alte gerarchie militari non fossero esattamente gli stessi desiderati invece dalla componente politica civile.
A buttare acqua (o benzina?) sul fuoco ci pensava poi il Ministro dell’Informazione, Fawad Chaudhry, che in una sua apparizione recente, dopo la riunione del gabinetto federale pakistano, ci teneva a precisare che il Primo Ministro Imran khan e il capo di Stato Maggiore dell’esercito, Generale Qamar Javed Bajwae, si stavano accordando sulle nomine secondo le previsioni della legge e della Costituzione, ovvero sottolineando che sarebbe stato il Primo Ministro a decidere sul numero uno dell’Inter-Service Intelligence, quale sua esclusiva prerogativa.
Del resto non è mai stato un mistero in Pakistan il rapporto di fiducia che legherebbe Imran Khan e il DG uscente dell’ISI, Faiz Hameed.
Infatti le indiscrezioni affermano che sarebbe stato auspicabile per il Primo Ministro che Faiz Hameed venisse confermato a capo dei servizi segreti, perlomeno fintanto che la situazione in Afghanistan non si fosse normalizzata.
“ Il governo di Imran Khan sembra scricchiolare di fronte alle bordate del COAS”
Alla fine però Imran Khan non l’ha spuntata sul potente COAS. E da qui si rincorrono tutta una serie di speculazioni che corollerebbero la versione ufficiale fornita dalle Istituzioni e il “teatrino” che si era venuto a creare.
Spunta dunque la teoria, per cui il Ten. Gen. Faiz Hameed non fosse ben visto né dalla Cina, né dagli Stati Uniti, né tantomeno pare goda di una buona reputazione tra gli ambienti militari.
Si dice che la Cina si fosse messa di traverso ed avesse richiesto esplicitamente la rimozione di Faiz Hameed da capo dell’Inter-Service Intelligence. Le motivazioni sarebbero collegate al fatto che non sarebbe stato in grado, quale capo dell’ISI, di fronteggiare gli attacchi armati contro i lavoratori cinesi impiegati nel CPEC, il progetto bilaterale Cina-Pakistan.
Tale progetto è volto alla creazione e aggiornamento di tutte le infrastrutture civili richieste da Islamabad per rafforzare la sua economia, attraverso la costruzione di moderne reti di trasporto, lo sviluppo di numerosi progetti energetici e la creazione di zone economiche speciali. Queste ultime, attraverso politiche finanziarie mirate, hanno l’obiettivo di aumentare la bilancia commerciale pakistana, garantire l’occupazione, modernizzare l’amministrazione pubblica e aumentare gli investimenti, incoraggiando le imprese a stabilirsi nel Paese.
Si dice anche che, proprio le relazioni sempre più strette che si erano venute a creare tra l’ISI e i Talebani, ed il ruolo assunto da Faiz Hameed nel sostenerli pubblicamente – in particolare gli Haqqani – mentre si stavano riappropriando del potere in Afghanistan, avessero fatto infuriare Washington, e in diversi, tra le alte sfere militari in Pakistan, temevano per questo le possibili ritorsioni americane ed il comminamento di eventuali sanzioni internazionali.
In terzo luogo il potente capo dell’esercito, il Generale Qamar Javed Bajwae, prossimo al pensionamento, non avrebbe visto di buon occhio la riconferma di Faiz Hameed a DG dell’ISI, ma non per questo avrebbe rinunciato, per il tornaconto del Pakistan, a mantenere rapporti stabili con i Talebani dell’Afghanistan.
D’altro canto a Faiz Hameed mancava proprio un’esperienza di comando (almeno di un anno) per potersi eventualmente candidare a capo del COAS, l’istituzione più prestigiosa e importante nell’organizzazione militare del Paese, una volta che il già anziano comandante dell’esercito avesse deciso di defilarsi definitivamente.
Quindi tutto sommato la soluzione di destinare Faiz Hameed al corpo di Peshawar era quella che meglio di tutte si confaceva alla situazione contingente perché, da una parte era il corpo militare che più di tutti consentiva di monitorare e mantenere i rapporti con l’Afghanistan e dall’altra accontentava sia le ambizioni del diretto interessato (con buona pace di Bajwae) oltre i desiderata di Imran Khan, che invece lo voleva inizialmente confermare all’ISI.
E comunque, in ogni caso, il Generale Qamar Javed Bajwae si terrebbe nel cassetto, nel caso i rapporti con Hameed si deteriorassero ulteriormente, la possibilità di trasferirlo a suo piacimento – considerato che ciò è proprio una prerogativa del capo dell’esercito – facendogli così perdere punteggio nella graduatoria stellata.
Seguendo l’iter consueto nelle carriere dell’esercito regolare, Hameed sarebbe infatti il quarto in graduatoria nella corsa per l’ambita posizione di vertice al COAS, e senza un’eventuale spinta dall’alto, supponendo che Imran Khan sia ancora il primo ministro quando arriverà il momento di scegliere il successore di Bajwa tra poco più di un anno, forse non avrebbe nemmeno tante chance rispetto ai suoi colleghi più anziani. Ma siamo in Pakistan, e certamente la consuetudine non è sempre stata avvalorata in assoluto come emerge dai precedenti storici.
Si dice che Hameed sia un personaggio potente ma anche lui con qualche scheletro nell’armadio, sia nella sua vita politica, vissuta con assiduità, spregiudicatezza e ambizione, che nella sfera privata.
Dalle indiscrezioni emerge che avrebbe forse leso la moglie perché aveva scoperto la sua infedeltà coniugale. E nella vita politica e giudiziaria pare che fosse noto, oltre che per aver favorito con tutti i mezzi l’ascesa dell’attuale Primo Ministro pakistano, per le sue vicissitudini con il deposto giudice dell’Alta Corte di Islamabad, Shaukat Siddiqui, che lo accusava di aver cercato di influenzarlo nella vicenda della condanna del primo ministro Nawaz Sharif, predecessore di Imran Khan.
Nawaz Sharif venne travolto dallo scandalo nella vicenda dei noti Panama Papers, e fu deposto nel 2017 per corruzione e diffidato dalla Corte Suprema dal partecipare in futuro alla vita politica del paese asiatico. Fu poi, nel luglio del 2018, condannato definitivamente a 10 anni di carcere.
Ed è per questo che Maryam Nawaz Sharif, figlia dell’ex-premier e vice presidente del Pakistan Muslim League, il partito che si contrappone a Imran Khan, è diventata acerrima nemica del numero uno dell’ISI.
Ma il Primo ministro Imran Khan dovrebbe curarsi di più del proprio consenso pubblico interno che pare essere in forte discesa, e certamente dovrebbe essere estremamente cauto nel riporre un’assoluta fiducia in personaggi controversi come il Ten. Gen. Faiz Hameed, un errore che prima di lui hanno commesso molti suoi predecessori in Pakistan.