Olimpiadi di Parigi: 9 giorni al via, ma la Francia vive sotto assedio.
Gli ultimi eventi di cronaca nera che si sono registrati in Francia hanno provocato un innalzamento dell’allarme per i prossimi Giochi olimpici e paralimpici che inizieranno tra soli 9 giorni.
Il procuratore nazionale antiterrorismo Olivier Christen, martedì scorso, ha rilasciato un‘intervista sull’argomento alle principali testate giornalistiche d’oltralpe durante la quale, intendendo rassicurare opinione pubblica e cittadini, ha spiegato che le Olimpiadi “non sono oggetto di attacchi specifici da parte di organizzazioni terroristiche internazionali”, in ciò, probabilmente, all’oscuro delle violenze quotidiane che hanno il denominatore comune del credo islamista dei perpetuatori dei reati.
A sostegno di tale tesi, e a confutazione delle dichiarazioni del procuratore, poniamo il fattore delle aggressioni contro le guardie carcerarie che sono cresciute esponenzialmente negli ultimi 3 mesi, e nello specifico l’ultima, nel carcere di Laos.
Durante questa settimana, il detenuto, Ali Riza Polat, condannato all’ergastolo per complicità negli attentati del gennaio 2015 all’Hyper Cacher situato a Parigi, a Porte de Vincennes, dove trovarono la morte 4 ebrei francesi e venne neutralizzato Amedy Coulibaly complice di Polat, ha aggredito gli agenti carcerari al grido di “Allah Akbar” e, brandendo una bottiglia rotta, è riuscito a ferirne uno e a trarne in ostaggio un secondo prima di essere “rilasciato” al termine di lunghe trattative con la polizia.
Ma la scia di sangue a Parigi ha avuto seguiti anche durante questa settimana.
Alla Gàre de l’est, un congolese 40enne, Christian I., di cittadinanza francese, ha aggredito un militare in servizio nell’ambito dell’Operation sentinelle, accoltellandolo ad una spalla al grido “Allah Akbar”. L’africano, noto per un omicidio commesso nel 2018, ha dichiarato di avere voluto aggredire un soldato per vendicarsi dei militari francesi che si trovano nel suo paese d’origine. Successivamente agli eventi, il terrorista è stato internato in un ospedale psichiatrico, una prassi ben nota in tutta Europa che intendendo proseguire in un’irresponsabile politica di “comprensione” rivolta a non inimicarsi le frange estremiste presenti, e operanti, nei rispettivi Paesi, porterà ad un surplus di detenuti psicopatici carcerati ed accusati, comunque, di crimini specifici e con moventi pseudo religiosi.
Anche in questo caso, l’evento della Gare de Lyon ha numerosi precedenti, tra gli altri quelli perpetrati al Museo del Louvre e a Marsiglia, sempre con i medesimi canoni.
Il 22 maggio scorso un soggetto di 18 anni, ceceno di nascita e di credo islamista, giunto in Francia lo scorso anno, è stato arrestato nella sua abitazione dalla DGSI poiché sospettato di avere pianificato un attacco terroristico durante le partite di calcio nello stadio di Saint’Etìenne, nell’ambito delle Olimpiadi. Il giovane ha negato ogni accusa ammettendo, comunque, di avere intrattenuto conversazioni su app di messaggistica criptate. In una perquisizione nella sua abitazione, gli agenti hanno, inoltre, rinvenuto una foto sul computer ritraente lo stadio di Saint Etienne e alcuni video dello stesso impianto sportivo nel suo cellulare. Proprio da tratti delle conversazioni, gli inquirenti hanno trascritto parti rilevanti delle medesime che hanno sottolineato la volontà dell’arrestato di “attaccare gli spettatori e la polizia e morire come un martire” agendo “in nome dell’ideologia jihadista dello Stato islamico”.
In relazione all’operazione di polizia, il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, si è “rallegrato con i servizi di informazione” per la loro mobilitazione nella lotta al terrorismo, asserendo che “si tratta del primo attentato sventato contro i Giochi olimpici e il cinquantesimo attentato sventato dai nostri servizi di intelligence dal 2017”…
L’informazione ha trovato conferma dalla Procura nazionale antiterrorismo (PNAT), per la quale l’arrestato è stato incriminato come leader di un’associazione per delinquere terroristica finalizzata alla preparazione di crimini contro la persona. Nella comunicazione dell’Autorità, si legge che il ceceno “é accusato di aver pensato, in nome dell’ideologia jihadista dello Stato Islamico, di commettere un’azione violenta, in particolare prendendo di mira assembramenti di tifosi, a margine di eventi sportivi che si terranno a Saint Etienne durante i Giochi Olimpici”.
Indietro di qualche mese, un 29enne impiegato presso la Questura della Capitale francese e membro del consiglio di sicurezza delle Olimpiadi di Parigi in qualità di collaboratore della Direzione della Sicurezza Locale dell’Agglomerato di Parigi (DSPAP), è stato arrestato sabato 2 marzo, non lontano da Place de la Concorde, per “apologia del terrorismo”. Questi ”avrebbe minacciato di fare una carneficina” durante i Giochi olimpici e sedeva nel consiglio preposto alla sicurezza proprio delle prossime Olimpiadi. “Dopo un attento esame comportamentale” (!), è stato ricoverato presso l’infermeria psichiatrica della Questura di Parigi.
Domenica pomeriggio, un 27enne marocchino ha ferito quattro persone in un attacco con coltello a serramanico su un treno della linea B della metropolitana tra le stazioni Debourg e Jean-Jaurès a Lione. Dopo aver ferito quattro persone, due delle quali in modo grave, il soggetto è stato arrestato alla stazione Jean-Jaurès,da un equipaggio del BAC, quindi posto in custodia della polizia. Gravato da un decreto di espulsione emanato dalla prefettura di Vienne, l’attentatore è stato, ovviamente, dichiarato “psicologicamente instabile”.
Tornando ad oggi, un presunto jihadista “da tastiera” di Charleroi, asseritamente dipendente delle ferrovie belghe, ha affermato su una chat di voler attentare contro i trasporti pubblici del Paese, sempre in nome dell’Isis.
Tutto ciò in un panorama condito da notizie allarmanti provenienti da fonti convergenti che rivelano che una cellula composta da 8 terroristi affiliati ad Hamas, ben addestrati, conoscitori di lingua e mimetizzati da atleti, sarebbero in viaggio per “partecipare alle Olimpiadi” con l’obiettivo prestabilito di prendere parte ad un attentato plurimo condotto da entità eterogenee composte anche da elementi di Hezbollah e Jihad islamica contro obiettivi specifici nella Capitale francese, presupponendo quelli legati ad Israele e, ovviamente, nei luoghi di maggior aggregazione della popolazione e dei turisti.
Inoltre, anche l’ISIS-K potrebbe svolgere il suo ruolo destabilizzante, anch’esso con entità autonome, già presenti ed operanti nel territorio d’Oltralpe e consci del loro ruolo di emulatori delle cellule che, nel 2015, sconvolsero la Francia. Tutto questo, ovviamente provocato dalla solita politica di accoglienza indiscriminata non solo della Francia, ma di tutta l’UE e dal mancato blocco delle frontiere con conseguente espulsione di massa di tutti gli irregolari.
Ma, tutto sommato, per il procuratore nazionale antiterrorismo, Olivier Christen, tutto procede per il meglio. Un incauto ottimista o un uomo affetto da problemi di cecità?