Il Levitico è perentorio nel vietare la contaminazione culturale e religiosa sia da parte dei costumi di provenienza l’Egitto che quelli di destinazione, il paese di Canaan dove si adorava Moloch. L’Europa cristiana in particolare ha subito le violenze di popoli asiatici propugnatori di valori autoritari e privi di cultura.
Ai giorni nostri, uno sciocco autocrate belligerante, a digiuno di politica e di religione, e adesso possiamo dire anche di strategia militare, ha minacciato l’Est europeo pensando di poter indurre le imbelli opinioni pubbliche occidentali a desiderare governi autoritari diretti da uomini forti come un modello che riproponesse ordine e un recupero dei “valori”. Si è fatto convincere dalla sua corte servile e corrotta che l’Ucraina avrebbe capitolato in pochi giorni, intraprendendo una spedizione che paradossalmente fu un disastro anche per Dario, re dei persiani, che dopo essere avanzato per alcune settimane nelle steppe della Ucraina cominciò a ritirarsi dalle rive del fiume Oarus.
Anche le motivazioni addotte dal sedicente zar per attaccare l’Ucraina sembrano copiare bovinamente le dichiarazioni dei Persiani che, ricordiamo, formalmente andavano in soccorso degli Ioni d’Asia minacciati dai Greci della penisola, anche se sappiamo bene che la causa vera della invasione della penisola fu nella forza espansiva d’uno stato di carattere imperialista come la Persia, e la pace di Callia non fu che il riconoscimento di tale limite verso occidente.
Osservando la scena politica, un altro autocrate, questa volta genuinamente asiatico, saliva sul carro del presunto vincitore delle annessioni in Georgia e della Crimea e, mutuando la stessa retorica, schiacciava le istanze democratiche dei cittadini di Hong Kong e minacciava la vicina isola occidentale.
Entrambi, smentendo il metodo storico e documentabile di Erodoto, si appellano ad un passato così remoto da essere assolutamente favoloso, ai capricci e desideri di qualche dio oltre che ai capricci di un popolo di voler conoscere il proprio destino.
Non si rendono conto, i meschini apprendisti stregoni, che i verdetti della storia sono inappellabili ma, soprattutto, che la storia non giudica e che, abbandonata alla sua fatalità, essa ripropone i crimini.
Presto si renderanno conto di aver basato le proprie teorie politiche su basi ideologiche che avevano portato già il carrozzone sovietico e quello cubano al fallimento; una teoria riproposta da tutti i dittatori comunisti del Novecento che si erano illusi che la filosofia della storia proposta da Marx avrebbe sicuramente portato al trapasso dal capitalismo alla dittatura del proletariato.
Purtroppo, anche le grasse e ignoranti opinioni pubbliche occidentali, dimenticavano le parole di Churchill (“Se un despota vi chiede danaro puntandovi addosso una pistola, non appena lo consegnate ve ne chiederà ancora. Poi, dopo un negoziato diplomatico, si accontenterà di quel che ottiene, solo per tornare a ricattarvi in futuro”), e si lasciavano ammaliare dalle sirene del proletariato che per mezzo secolo proponevano il disarmo unilaterale e una pace tirannica come quella di Budapest e Praga; un avvelenamento graduale e progressivo, che le rendeva apparentemente docili ai modelli totalitari asiatici e che aveva insinuato nei testi accademici occidentali modelli alternativi alla tradizione della scienza politica settecentesca, inaugurata dall’Esprit des lois di Montesquieu, con il suo duplice sforzo di determinare da un lato la natura e il principio delle diverse forme di governo, dall’altro i diversi poteri che, nella loro distinzione, garantiscono la possibilità di un ordinamento fondato sulla libertà.
Certo anche dinosauri politici quali Cina e Corea del Nord diffidavano bene dal definirsi stati comunisti. La prima, infatti, all’art. 1 si definiva “uno Stato socialista soggetto alla dittatura democratica del popolo”, mentre il secondo, non prima dell’art.12 della costituzione, come una “dittatura della democrazia popolare”.
Tuttavia, gli stessi moloch, propugnatori di valori lontani dalla nostra tradizione, vogliono imporre le loro ideologie e la loro visione delle relazioni internazionali e, sostenendo con ingenti risorse finanziarie le loro campagne maligne di influenza, disorientano opinioni pubbliche dirette da partiti populisti occidentali senza scrupoli.
Il brusco risveglio della Germania pacifista, la presa di coscienza dopo un decennio della condizione di paria della Russia nel consesso delle Nazioni e, più in generale, la lotta contro la tirannia delle democrazie mondiali rappresentano tutti risvolti di uno scontro ideologico dai contorni resi incerti dai fumi di un’ideologia velenosa iniettata ad arte nelle opinioni pubbliche dei Paesi democratici: la guerra cognitiva è iniziata!