Niger: un golpe che può cambiare il mondo.
In Niger la giunta militare, che mercoledì 26 luglio ha effettuato il colpo di stato e ordinato l’arresto del presidente legittimo, Mohamed Bazoum e di altri 3 Ministri, ha dichiarato che qualsiasi intervento esterno teso a ripristinare il precedente governo verrebbe considerato un atto di guerra. Al pari dei militari golpisti si sono schierati i governi di Burkina Faso e Mali dove, come nel Niger, operano i mercenari della Wagner il cui leader, Yevgeny Prigozhin, poche ore fa si è congratulato con i golpisti nigerini per la deposizione del presidente Bazoum.
La giunta militare, anche se non ufficialmente, ha interrotto i rapporti con Parigi, la cui ambasciata è stata assaltata e depredata, e l’Occidente, lasciando campo libero a Mosca, da dove comunque Vladimir Putin ha esortato a ripristinare l’ordine e a restituire legittimità al presidente Bazoum.
Ma da Niamey non paiono trasparire intenzioni di pacificazione, anzi. I militari temono, infatti, un intervento francese, osteggiato anche dall’Algeria. La dichiarazione del governo di Algeri è stata devastante nel quadro della situazione. In essa si legge che il Paese maghrebino interverrà anche militarmente in caso di attacco al Niger, mentre ieri il capo di stato maggiore dell’esercito algerino è arrivato a Mosca per un incontro con Sergej Sojgu, ministro della Difesa della Federazione Russa. A seguito dei colloqui, è probabile che l’Algeria riceverà armi pesanti dalla Russia e dall’Iran attraverso i suoi porti.
Intanto l’Italia, al pari della Francia, ha già disposto e attuato il piano di evacuazione dei connazionali nel paese nigeriano pur lasciando aperta la rappresentanza diplomatica a Niamey.
La missione militare italiana in Niger
Il 12 dicembre 2022, il Consiglio dell’UE ha adottato la decisione di istituire una missione di partenariato militare nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) per sostenere il Niger nella lotta contro i gruppi terroristici armati. Essa è protesa a rafforzare la capacità delle forze armate del Niger di contenere la minaccia, proteggere la popolazione e assicurare un ambiente sicuro e protetto, nel rispetto del diritto in materia di diritti umani e del diritto internazionale umanitario.
L’intervento militare in Niger si è attuato nell’ambito della missione del G5 (Mali, Ciad, Burkina Faso, Niger, Mauritania) nel Sahel, in cui l’Italia ha chiesto di essere membro osservatore. La “Coalizione Sahel”, presentata il 13 dicembre scorso durante la conferenza stampa congiunta al termine del G5 Sahel (summit tra i capi di stato e di governo di Francia, Germania, Italia e i cinque paesi del Sahel), nasce con l’obiettivo dichiarato di contrastare il terrorismo nella regione e si tratta di “un’organizzazione operativa effettiva e reale, con un comando unico a livello regionale, per sostenere sul campo la forza G5 Sahel e l’Alleanza per il Sahel”.
Ma l’Italia opera nel Paese nigeriano già dal 2018 nel quadro della missione bilaterale, denominata MISIN, con gli accordi di cooperazione temporanea tra il Governo della Repubblica Italiana e il Governo della Repubblica del Niger. La missione è stata autorizzata dal nostro Governo con un’area geografica di intervento allargata anche a Mauritania, Nigeria e Benin, al fine di incrementare le capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, nell’ambito di uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell’area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio da parte delle autorità nigerine e dei Paesi del G5 Sahel.
Rilevante il numero degli uomini e dei mezzi impiegati: secondo la legge di bilancio 2021, MISIN prevede infatti una presenza in Niger e presso il Defence College in Mauritania “fino a un massimo di 295 militari, 160 automezzi leggeri e pesanti e 5 aerei”.
Oltre le spinte jihadiste e i flussi migratori, l’obiettivo era quello di contenere l’espansione russa nell’area.
Ma il golpe militare del 26 luglio scorso può rimescolare le carte a favore di Mosca con la presenza infausta della Wagner.