Si alza la tensione in Mozambico dopo gli eventi delle ultime settimane che hanno raggiunto il loro apice con gli attacchi a colpi di macete compiuti dalle milizie islamiste di Ansar al Sunna, fedeli all’Isis, nei villaggi rurali nella zona di Palma, nel nord del Paese africano.
Il dipartimento di stato americano ha emanato un avviso ai connazionali in relazione alla possibilità di ulteriori, imminenti, attacchi proprio nel distretto di Palma, nella provincia di Capo Delgado.
Nella zona lo Stato Islamico si è profondamente radicato e, secondo stime non ufficiali, potrebbe contare su circa un migliaio di miliziani.
Alcune fonti, a seguito degli attacchi, hanno riferito che la società statunitense Anadarko, gigante petrolifero e dell’industria estrattiva del gas, avrebbe sospeso le attività in numerosi siti e provveduto ad evacuare i propri lavoratori.
La zona di Palma è nota per la presenza di enormi giacimenti e, nel corso degli anni, è destinata a diventare un complesso energetico di prim’ordine che, secondo alcune fonti di settore porterebbe il Mozambico a diventare il terzo esportatore al mondo di gas liquefatti.
Ma, dall’ottobre scorso, le milizie legate all’Isis hanno iniziato a colpire la provincia dapprima con assalti alle stazioni di polizia e successivamente con il massacro degli abitanti di piccoli villaggi situati nei dintorni di Capo Delgado.
Gli analisti ritengono che i gruppi jihadisti della zona traggano lauti profitti dai traffici di droga, legno e gemme successivamente utilizzati per il sostegno ai miliziani.
L’addestramento di molti adepti del Daesh avverrebbe in Tanzania e Congo, dove sono operanti gruppi jihadisti satellite.
Il governo ha potenziato i reparti di polizia ai quali ha affiancato le truppe dell’esercito regolare allo scopo di contrastare l’avanzata degli jihadisti anche in considerazione delle elezioni che dovrebbero tenersi il prossimo anno e che potrebbero entrare nel mirino dei miliziani islamisti.