Putin a caccia di spie. Mosca è davvero pesantemente infiltrata da servizi segreti esteri?
Il livello di infiltrazione dei servizi segreti occidentali all’interno della Federazione russa sarebbe, almeno secondo indiscrezioni provenienti da fonti di intelligence europea, il dossier scottante in mano a Vladimir Putin. Dall’inizio della guerra in Ucraina, lo zar ha il dubbio (che in alcuni casi sfiorerebbe la certezza) che l’Fsb, il servizio segreto interno, sia stato infiltrato da altri servizi esteri, in particolare inglesi e statunitensi. Il livello di paranoia di Putin sarebbe aumentato di molto, al punto da non fidarsi quasi più di nessuno. Nei report delle intelligence occidentali, il dato sui timori di Putin è sensibile perché la reazione potrebbe diventare pericolosa.
In cima alla lista dei sospettati, ovviamente, c’è la Cia con cui in particolare il Quinto servizio dell’Fsb è autorizzato a intrattenere rapporti. Rapporti che, pare, in alcuni casi si sarebbero trasformati in relazioni pericolose. Secondo Andrej Soldatov, giornalista d’inchiesta russo fondatore di agentura.ru e esperto di intelligence, ad oggi “decine di ufficiali dell’Fsb sono indagati o in prigione con l’accusa di corruzione e tradimento (spesso in connessione con presunto spionaggio per conto degli Stati Uniti). Di conseguenza, all’interno dell’Fsb, gli ufficiali di medio livello non si fidano dei generali e i generali non si fidano dei loro subordinati”.
Soldatov, dall’inizio della guerra in Ucraina, attraverso vari canali di informazione, ha acceso un faro proprio sul comportamento di esercito e intelligence che rappresentano lo strumento di conservazione del potere per Putin. “Il Quinto servizio (dell’Fsb, ndr) è responsabile del mantenimento dei contatti ufficiali con la Cia – spiega il giornalista in un articolo pubblicato già a metà aprile su The Moscow Times – Molte persone a Mosca si chiedevano perché l’intelligence statunitense prima della guerra fosse così informata. Questa domanda potrebbe esacerbare l’atmosfera di paranoia già esistente. E quando Putin diventa paranoico, cerca traditori proprio in quelle istituzioni che sono note per avere contatti ufficiali con l’intelligence americana”.
E una delle teste cadute, non è chiaro se per la paranoia di Putin o per reali legami con la Cia, è quella del colonnello Sergei Beseda, a capo del Quinto servizio dell’Fsb, da marzo in carcere, probabilmente a Lefortovo, detenuto addirittura sotto falso nome. E le colpe di Beseda non possono essere solo quelle di aver fornito informazioni poco attendibili sulla reale situazione in Ucraina e sulla resistenza che ha impedito, di fatto, l’arrivo dei carri armati russi a Kiev. In questo caso, visti i legami tra Putin e Beseda, sarebbe stato magari trasferito altrove. Ma l’arresto e la detenzione fanno pensare ad altro.
La guerra in Ucraina non sta andando esattamente secondo i piani di Putin e tutte le informazioni in mano all’intelligence americana e inglese sui piani di Mosca, hanno più che insospettito il presidente russo. Ma oltre al rischio di infiltrazioni estere, la Russia deve fare i conti con un fronte di dissidenti che non riguarda più solo l’opposizione. Le dimissioni del diplomatico Boris Bondarev, dal 2019 consigliere presso la missione russa alle Nazioni Unite, sarebbero solo l’ultimo tassello di un puzzle che lentamente si starebbe componendo nelle mani di Putin.
Anche altrove le strutture di potere di Putin tremano. Un tribunale russo ha confermato il licenziamento di 115 guardie nazionali che hanno rifiutato di prendere parte all’operazione militare di Mosca in Ucraina. Quanto trasversali e numerose siano queste defezioni è impossibile dirlo. Al momento, però, il potere in Russia sembra non certo saldamente nelle mani di Putin, ma traballante.