Un misterioso furto è avvenuto negli uffici di Damasco della “Unità 840” della Forza Qods iraniana. La notizia è emersa solo pochi giorni fa, ma il raid di ignoti è stato in realtà compiuto circa quattro mesi fa. Il bersaglio dell’azione, come riferisce il web site Intellitimes.co.il è stato il quartier generale dell’Unità 840, situato nel cuore di un quartiere nel nord della capitale siriana, non lontano dal palazzo presidenziale del presidente Bashar al Assad. L’irruzione nella base iraniana è stata documentata da una body cam indossata da uno dei componenti della banda che ha ripreso diverse fasi del furto.
In particolare, l’azione ha comportato l’immobilizzazione e l’interrogatorio del personale di vigilanza e l’asportazione di una grande quantità di materiale documentale relativo alle attività delle unità iraniane in Siria, nello specifico, i dettagli sugli “operativi”della Forza Qods e i piani già predisposti contro obiettivi israeliani. Sembra, infatti, che siano stati trafugati i piani di posizionamento di una serie di campi minati sul Golan israeliano che avrebbe potuto causare seri danni ai militari di Tsahal schierati a difesa dei confini.
L’operazione effettuata dagli ignoti ladri, insolita e audace, è stata condotta nel cuore di uno dei quartieri più protetti di Damasco. La polizia locale, giunta immediatamente sul posto, altro non ha potuto se non constatare l’avvenuta fuga della banda, rinvenendo gli agenti di vigilanza ammanettati e disarmati.
Gli investigatori, seppur chiusi in un rigoroso silenzio, hanno ipotizzato che l’accaduto potrebbe essere addebitato a un team di intelligence che apparentemente ha interesse a conoscere le attività iraniane in Siria.
È plausibile, secondo gli investigatori siriani, un collegamento dell’accaduto con le dichiarazioni rese alla fine del 2020 dal portavoce dell’esercito israeliano, Hidai Zilberman, che aveva ammonito Teheran di non continuare a utilizzare la Siria come base di partenza per incursioni in Israele: “Non permetteremo all’Iran di continuare a trincerarsi in Siria, specie lungo il confine – ha detto – e non lasceremo che i siriani continuino a permetterglielo”.
I precedenti in Siria e Iran
L’ultima complessa operazione di intelligence condotta a Damasco risale al 12 febbraio 2008, quando una violenta esplosione scosse il quartiere Kfar Sosa. Una jeep Pajero, posteggiata nei pressi di uffici amministrativi della capitale siriana, era stata imbottita di esplosivo e, casualmente, a bordo del fuori strada, veniva rinvenuto il corpo di Imad Mougniyeh, capo di stato maggiore dell’Hezbollah.
L’incidente era stato da subito addebitato al Mossad israeliano i cui vertici avevano negato ogni coinvolgimento, lasciando gli investigatori privi di altre piste di indagine plausibili.
L’unità 840 della Forza Qods è guidata da Yazdan Mir, alias Seder Bagri, in coordinamento con altri due veterani operativi dell’unità, Mukhteba Hashemi e Muhsan Muhammad, che agiscono tra l’Iran e la Siria. L’unità dispone di un’altra base situata nei pressi degli uffici del comando della sicurezza generale siriana a Najha. Tutte le attività dell’Unità 840 vengono svolte in coordinamento con il regime siriano e supervisionate dal generale Javad Ghaffari, responsabile delle operazioni del corpo iraniano “Al Quds”.
La sparizione dei piani predisposti dalla Forza Qods ha provocato reazioni furiose all’interno delle gerarchie iraniane, già pesate da precedenti incursioni, condotte a Teheran, l’ultima effettuata ieri sera con un hackeraggio delle reti informatiche dell’energia atomica e dell’aeroporto della capitale iraniana, che ha fatto seguito alla clamorosa azione compiuta, sempre ad opera di ignoti nel gennaio 2018 quando dagli uffici segretissimi e inviolabili del ministero della Difesa iraniano, scomparve un intero archivio che fu caricato a bordo di una colonna di furgoni diretti a ovest. Documenti dei quali non si è più avuta traccia.
Stendiamo un “tappeto” pietoso sull’operato degli investigatori di Assad e Rouhani augurandogli un buon lavoro e ai quali va, comunque, tutta la nostra solidarietà. Amen