Escalation di tensioni nel sud di Israele. Le forze israeliane in collaborazione con lo Shit bet, il servizio segreto interno dello Stato ebraico, hanno condotto un’operazione nel distretto di Shejaia, un quartiere dell’abitato di Gaza, durante il quale è stato neutralizzato Baha Abu al-Ata, il capo militare della Jihad islamica palestinese.
Il raid, concluso positivamente, ha scatenato la prevedibile risposta da parte dei miliziani che, dalla Striscia di Gaza, hanno iniziato il lancio di decine di missili contro il territorio israeliano sino a sfiorare l’abitato di Tel aviv.
Le sirene di allarme sono risuonate in una vasta aerea del sud di Israele, fino a Tel Aviv mentre migliaia di persone ricevevano l’ordine di restare nelle immediate vicinanze di rifugi.
Razzi e missili lanciati da Gaza hanno colpito abitazioni civili e un’autostrada bersagliata nell’ora di punta. Numerosi i feriti e i danni riportati durante il bombardamento che è tuttora in corso.
L’autorizzazione a procedere nell’operazione è stata fornita da un comunicato del premier Benjamin Netanyahu, previa approvazione del Consiglio dei ministri, in considerazione che Abu al-Ata, quale leader del braccio armato della Jihad islamica, i Battaglioni di al Quds, era considerato il responsabile di una serie di attacchi contro il territorio israeliano ed il pianificatore di ulteriori blitz nelle enclavi ebraiche oltre il confine della Striscia di Gaza.
Secondo il comunicato delle Autorità, Abu al-Ata “aveva addestrato commando che dovevano infiltrarsi in Israele ed attacchi di tiratori scelti, nonché lanci di droni e lanci di razzi in profondità”. L’eliminazione dell’esponente della Jihad islamica, come precisato dal portavoce dell’Israel defence forces, Jonathan Conricus, “è stata decisa per sventare una minaccia immediata”.
A seguito dell’inizio del lancio di missili da Gaza, l’aviazione israeliana ha iniziato a colpire le rampe di lancio posizionate nel centro abitato dell’enclave palestinese. A seguito dei raid dello Stato ebraico, i miliziani della Jihad islamica, in collaborazione con quelli di Hamas, hanno provveduto a spostare le rampe mobili in parte al di fuori del centro abitato e nei tunnel sottostanti gli edifici secondari.
La leadership di Hamas, inoltre, ha preannunciato che le sue milizie prenderanno parte alle ulteriori iniziative di ritorsione contro Israele.
Nella giornata di ieri, un altro blitz dell’aviazione israeliana è stato compiuto a Damasco, nei pressi dell’ambasciata libanese dove si trovava un altro leader della Jihad islamica, Akram Ajuri.
Non è chiaro se anche questo raid abbia avuto esito positivo ma, secondo quanto riportato dalla stampa siriana, durante l’attacco sarebbe rimasto ucciso il figlio dell’esponente della Jihad islamica.