In Israele non c’è fretta di rilasciare dichiarazioni relative all’eliminazione di Mohammed Deif, alias Mohammed al-Masri, capo delle brigate ‘izz el Din al-Qassam, ala militare di Hamas, risultato quantomeno gravemente ferito nel raid di Israele.
L’operazione congiunta tra Intelligence israeliana ed aviazione militare a Khan Younis ha comunque condotto a risultati tangibili quali l’eliminazione del braccio destro di Deif, Rafa’a Salameh, responsabile per la zona di Khan Younis e di Asia Nofal, responsabile degli “uffici finanziari” di Hamas.
Il gruppo dei tre si trovava al di sotto di un basso edificio nella zona di Al-Mawasi, ai confini con la città di Khan Younis, protetti dal dozzine di miliziani e agenti di Hamas e l’esplosione ha colpito il bersaglio ben lontano dalle zone umanitarie designate da Israele.
Il ministero della Sanità di Gaza ha tenuto a sottolineare che il bilancio é di 71 morti e 289 feriti, pur non specificando se tra questi vi fossero civili.
Per anni nei ranghi dell’Intelligence israeliana si è sostenuto che Mohammed Deif fosse disabile su una sedia a rotelle e a malapena in grado di muoversi. Nuovi video che l’IDF ha di recente ripreso nella Striscia di Gaza, durante le manovre di terra, hanno dimostrato che Muhammad Deif cammina autonomamente, contrariamente a quanto pensato in tutti questi anni.
Deif è uno dei terroristi più pericolosi in assoluto e l’artefice principale del massacro e dei rapimenti del 7 ottobre scorso perpetrati da Hamas.
Il dato di fatto è che, comunque, Daef e i suoi collaboratori si nascondevano nei sotterranei di un complesso residenziale non distante dalle aree destinate ai civili tentando di mimetizzare i loro movimenti tra la popolazione dell’area di protezione umanitaria.
Stando a quanto sinora emerso, lo stesso Deif sarebbe salito in superficie insieme a Rafa’a Salameh e Asia Nofal, e si sarebbero incontrati al di fuori dell’edificio insieme ad altri terroristi a meno di 100 metri dal campo degli sfollati sapendo benissimo che Israele non li avrebbe attaccati se avesse avuto il sentore della contemporanea presenza di civili, pur se utilizzati come scudi umani, non si sa quanto inconsapevoli del loro ruolo.
Il ministro della Difesa Gallant ha ordinato all’Aeronautica militare di utilizzare ben 5 ordigni pesanti per garantire il successo. Aerei da combattimento e droni israeliani hanno preso di mira il nascondiglio con diversi tipi di missili, mentre i servizi segreti dell’IDF seguitavano ad accumulare notizie sui movimenti di Daef, utilizzando tecnologie di sorveglianza e risorse informative sul terreno.
La zona attaccata è una zona aperta e boscosa, con diversi edifici e capannoni che hanno fatto da scudo agli insediamenti umanitari della zona target del raid israeliano. Si prevedono ulteriori attacchi israeliani sul luogo del tentativo di omicidio di Deif, mentre Hamas cerca di occultare il destino del capo terrorista come il canale libanese Al Mayadeen che ha resettato la notizia secondo cui Muhammad Daef era in buone condizioni, diffusa poco prima.
Ora, il prossimo obiettivo è sicuramente Yahia Sinwar, capo di Hamas, anelante di incontrare anch’egli le 72 vergini con l’aiuto fondamentale di Israele. Auguri!