Raid di un unità speciale israeliana ieri sera nella Striscia di Gaza. Obiettivo era l’eliminazione di un alto esponente delle brigate Ezz eddine al Qassam, braccio armato di Hamas, segnalato in zona.
Il commando israeliano, a bordo di tre veicoli, è riuscito ad infiltrarsi oltre il confine per circa tre chilometri. Dopo un conflitto a fuoco, ha neutralizzato lo Sheikh Noor Baraka, considerato un elemento di spicco del gruppo terroristico palestinese. Nella sparatoria ha perso la vita anche un ufficiale dell’unità speciale dello Stato ebraico, mentre un altro militare ha riportato ferite giudicate non gravi.
Allo scopo di proteggere l’esfiltrazione del commando dell’Israel defence forces, l’aviazione israeliana ha aperto il fuoco contro altri miliziani palestinesi che nel frattempo si erano mobilitatisi per intercettare i militari israeliani, uccidendone cinque e ferendone sei.
La ritorsione di Hamas è subito scattata con il lancio di almeno dieci razzi verso gli insediamenti ebraici del Neghev, contigui al confine, senza, però provocare danni.
A seguito degli avvenimenti, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha interrotto la sua partecipazione alle celebrazioni in corso a Parigi per la ricorrenza della fine del primo conflitto mondiale. Rientrato in Israele ha presieduto il gabinetto Difesa.
La radio palestinese “al Quds” ha preannunciato nuove azioni delle milizie per vendicare la morte del leader ucciso dal raid israeliano. Lo stato maggiore dell’esercito ebraico ha disposto l’invio di rinforzi alla frontiera e la chiusura degli istituti scolastici negli insediamenti lungo il confine e il mantenimento dello stato di allerta nelle colonie.
Anche nel primo pomeriggio di oggi, dalle postazioni di Gaza, si sono ripetuti i lanci di circa 80 razzi contro i centri abitati ebraici, in particolare Beer Sheva, Netivot, Sderot e Ofakim. Segnalati alcuni incendi e feriti.
L’azione di ieri sera si inquadra in una più ampia strategia del ritorno agli omicidi mirati posta in essere dall’intelligence israeliana in sinergia con le altre forze armate, finalizzata alla decapitazione delle leadership dei vari gruppi terroristici operanti nella Striscia di Gaza.