In Medio Oriente per Israele uno Shabbat di guerra. È iniziato alle prime ore del mattino l’attacco terroristico di Hamas e della Jihad islamica contro numerosi obiettivi in territorio israeliano. Dapprima il lancio di circa 5.000 razzi verso Sderot, Ashdod, Tel Aviv e Gerusalemme, poi l’infiltrazione di decine di commando da terra, dal mare e con l’utilizzo di parapendio.
I terroristi hanno preso di mira soprattutto i civili, compiendo una strage indiscriminata della quale non è stato ancora tracciato un bilancio, ma si parla di decine di morti e centinaia di feriti. Molti civili sono stati rapiti e portati a Gaza per essere utilizzati come merce di scambio. Anche alcuni militari di Tsahal sono rimasti uccisi ed alcuni catturati, mentre alcuni villaggi israeliani al confine con la Striscia di Gaza sono stati occupati dai miliziani.
L’operazione terroristica denominata “Alluvione di al Aqsa” è stata organizzata da tempo e prevede, come già avevamo anticipato, una successiva ondata di attacchi anche dal centro e dal nord di Israele con la partecipazione di Hezbollah.
In effetti, Hamas ha fatto appello a tutto il mondo islamico di attaccare Israele e il rappresentante della Jihad islamica in Iran, Nasser Abu Sharif, ha annunciato che “questa è solo la prima fase dell’operazione pianificata contro Israele”.
A fronte degli eventi, Gerusalemme ha dichiarato lo stato di guerra a seguito del quale è partita l’operazione “Spade di ferro”, iniziata da alcune ore con l’attacco aereo su obiettivi a Gaza. Il premier Netanyahu ha convocato il consiglio di guerra, mentre il ministro della difesa ha approvato il richiamo di un ampio numero di riservisti.
L’attacco ha colto di sorpresa lo Stato ebraico nel giorno dello Shabbat, quando molti civili e militari rimangono in casa per rispettare il digiuno e dedicarsi alla preghiera.
La reazione di Israele non si farà attendere e, considerato l’altissimo numero di vittime, non è escluso che il gabinetto di guerra prenderà in considerazione il “metodo Golda Meir”, selezionando obiettivi di alto rango ma non escludendo un’invasione via terra della Striscia di Gaza per eliminare del tutto il problema terroristico, almeno dal sud del Paese.