Sotto la spinta dei vertici di Hamas e della Jihad islamica, sono ripresi gli scavi di nuovi tunnel nel sottosuolo della Striscia di Gaza per facilitare le irruzioni dei miliziani negli insediamenti ebraici confinanti, tra questi Nirim e Nin Oz. Secondo quanto riportato dalle fonti interpellate da Ofcs.report, sarebbero ben 13 i “cantieri” aperti al di sotto di edifici civili che mascherano le operazioni di scavo, che proseguirebbero grazie anche alle azioni diversive attuate dai miliziani filo-palestinesi per distrarre le forze israeliane con il lancio di palloncini esplosivi e le sporadiche irruzioni in altre zone della Striscia.
La zona dalla quale si dipartono i nuovi tunnel è quella di Khan Younis, località situata a sud dal centro di Gaza, dove si trova anche un grande campo profughi che fungerebbe da scudo a fronte di eventuali ritorsioni da parte degli israeliani. In questo le autorità di Hamas hanno chiesto la collaborazione dei profughi in funzione anti-ebraica. Di fatto, l’esercito israeliano, dopo le operazioni effettuate a nord del paese ai confini con il Libano, dove erano in costruzione ad opera degli Hezbollah numerose gallerie dirette oltre la linea di confine, si trova, quindi stretto in un tentativo di accerchiamento.
L’operazione potrebbe essere frutto di un’inedita alleanza stretta tra sciiti libanesi, che operano a nord con l’ausilio di personale militare iraniano, e i sunniti allo scopo di destabilizzare Israele impegnato in un’infuocata campagna elettorale e facilitare le operazioni terroristiche all’interno del territorio ebraico. Ma nelle prospettive dei terroristi di Hamas e degli alleati della Jihad islamica vi sarebbero i progetti di altri cunicoli ideati per oltrepassare i confini anche nelle vicinanze del valico di Rafah, dove l’esercito egiziano, negli ultimi mesi, in accordo con le autorità israeliane ha operato la distruzione di numerosi tunnel che venivano utilizzati per il contrabbando e il passaggio di miliziani palestinesi e membri dell’Isis in fuga dalla Siria e diretti verso l’ultima delle roccaforti del Daesh, la città di el Arish.
La wilayat Sinai, la provincia sinota dell’Isis, è infatti un territorio desertico dove i fedelissimi di al Baghdadi resistono alle offensive dei militari di Al Sisi. Da qui si dipartono, oltretutto, le piste dirette alla zona costiera egiziana e la Libia utilizzate per fornire rinforzi alle milizie islamiste che operano a macchia di leopardo contro le forze del governo guidato dal generale Haftar.