In occasione della fine del mese di Ramadan, Sayyed Hasan Nasrallah, in un discorso tenuto su al Manar, ha preannunciato che “l’Iran molto presto potrebbe attaccare Israele”, evocando scenari di guerra.
Le dichiarazioni di Nasrallah giungono in occasione della giornata internazionale per Gerusalemme, il “Quds day”, nel corso della cerimonia organizzata dal partito nel complesso Sayyed Shuhada nel sobborgo meridionale di Beirut, Dahiyeh, ed è stato in parte dedicato alla reazione “spropositata” di Israele, con salve di artiglieria, al lancio di un missile dal sud del Libano verso lo Stato ebraico. Un discorso grottesco.
“La commemorazione della Giornata di Gerusalemme si è tenuta in più di 90 Paesi per confermare la correttezza e la legittimità della causa palestinese, nonché far luce sull’ingiustizia perpetrata contro il popolo palestinese”, ha sottolineato Sayyed Nasrallah, osservando che “la coscienza umana e la coscienza di ogni musulmano e individuo libero in questo mondo dovrebbero essere guidate dai sacrifici del popolo palestinese”.
Mentre si scagliava contro i fondatori dell’entità incidentale “israeliana”, il leader di Hezbollah ha ricordato che “sin dalla creazione dell’entità usurpatrice, i suoi sponsor hanno lavorato su diversi percorsi, uno dei quali è stato di tenere la questione della Palestina nel dimenticatoio”.
“Dichiariamo che l’obiettivo di far dimenticare la Palestina è stato sventato dal popolo palestinese e dai popoli arabi e musulmani. Sin dall’occupazione della Palestina, il nemico ha scommesso sulla diffusione della disperazione attraverso il sostegno occidentale e le cospirazioni arabe, nonché sul coinvolgimento di alcuni nella via della normalizzazione, ma questa scommessa è stata persa nonostante l’abbandono arabo”, ha spiegato Nasrallah.
Con l’occasione, il leader di Hezbollah ha chiesto all’ayatollah Khamenei l’invio di 25 milioni di dollari oltre al budget assegnato annualmente all’organizzazione terroristica.
A livello di sanzioni e del sistematico attacco alla Resistenza, Nasrallah ha spiegato che lo scopo delle sanzioni, le guerre e gli assedi è di far sì che “la nostra nazione abbandoni la Palestina”. “Se l’Iran avesse normalizzato i legami con ‘Israele’ e smesso di sostenere i movimenti di resistenza, non sarebbe stato sottoposto a tali sanzioni e blocchi. La posizione iraniana a sostegno dei movimenti di resistenza non è uno slogan, bensì una verità che si rivela nei fatti e quanto affermato oggi dall’Imam Khamenei dimostra la dedizione a sostegno della Palestina e di tutti i movimenti di resistenza nella regione”.
“Quest’anno da parte della Resistenza si sono verificati molti sviluppi, che il nemico sta cercando di disintegrare mentre noi lavoriamo per cementare”, ha sottolineato il leader di Hezbollah, quindi ha fatto riferimento alle singole operazioni all’interno dei territori palestinesi occupati che ritiene rappresentino “una delle cose più pericolose che l’entità ‘israeliana’ abbia dovuto affrontare”.
Le operazioni che si svolgono nei territori occupati aumentano le preoccupazioni tra i sionisti e allo stesso modo incidono sulla loro economia. Il pericolo di tali operazioni individuali consiste nel fatto che si svolgono in luoghi diversi e sono poste in atto da palestinesi di regioni diverse, ha proseguito Sayyed Nasrallah, sottolineando che “l’equazione di occupazione e sicurezza su cui fa affidamento l’entità ‘israeliana’ non è più valida”.
Quando Nasrallah ha esortato a sostenere economicamente le famiglie degli autori delle operazioni nei territori palestinesi occupati, ogni volta che il nemico si vendica di loro, ha fatto riferimento all’operazione “Spada di Gerusalemme” come a un aspetto che ha cementato l’integrità tra i campi di battaglia palestinesi.
“Chiediamo ai Paesi e agli eserciti arabi di trasmettere un chiaro messaggio al nemico sionista: la caduta di Gerusalemme e della moschea di al-Aqsa significa la caduta di Israele”, ha affermato ancora il leader di Hezbollah. “Nel caso in cui gli attacchi ‘israeliani’ contro l’Iran continuassero, la Repubblica islamica potrebbe attaccare direttamente l’entità sionista”, ha ammonito.
Mentre il leader di Hezbollah ha esortato a mantenere la fermezza per tutti i popoli della regione e di tutti coloro che simpatizzano per la causa palestinese, ha richiamato l’attenzione sul fatto che la guerra russa in Ucraina sta preoccupando “l’entità sionista”, poiché vede aprirsi innumerevoli orizzonti davanti all’Asse della Resistenza.
Sayyed Nasrallah ha avvertito i funzionari israeliani che una “volta avviate le manovre militari sioniste, previste per i prossimi giorni, la Resistenza in Libano sarà al massimo livello di prontezza e qualsiasi follia o qualsiasi attacco piccolo o grande al Libano riceverà una risposta immediata e rapida”.
Il leader ha assicurato al nemico che Hezbollah, durante le elezioni libanesi di maggio, non sarà così occupato da non rispondere a un qualsiasi attacco “israeliano”.
Mentre Nasrallah parlava all’evento di Beirut, centinaia di sostenitori di Hezbollah hanno condotto una manifestazione lungo il confine libanese-israeliano vicino a Metulla.
Lo scorso maggio, un membro di Hezbollah è stato ucciso dal fuoco dell’IDF quando manifestanti pro-Hezbollah hanno cercato di assaltare il confine con Libano e Israele. Dimostrazioni sono state effettuate più volte dai sostenitori di Hezbollah lungo il confine israeliano.