Emergono nuovi dettagli sull’operazione Teledrin condotta con successo dal Mossad in collaborazione con l’unità 8200 che ha preso di mira migliaia di terroristi di Hezbollah nel mese di settembre.
L’iniziativa di intelligence operativa, denominata “cercapersone”, avrebbe conosciuto gli albori nel 2015 quando prese forma il piano per colpire Hezbollah tramite una sorta di “cavallo di Troia” delle comunicazioni. In quell’anno, alcuni walkie talkie muniti di carica esplosiva comandata a distanza iniziarono ad essere distribuiti in Libano consentendo al Mossad la localizzazione e l’intercettazione degli esponenti dell’organizzazione terroristica.
Il parto dell’operazione avvenne nel 2022 nella sede centrale del servizio di intelligence israeliano offrendo, due anni dopo, un lotto di “cercapersone” AR924 a Hezbollah, fornito da un agente di vendita per conto di un azienda taiwanese, ignara del reale utilizzo dei meccanismi. Il presunto “agente di vendita” agiva per conto di una società, la Bac consulting, basata in Ungheria, costituita e smobilitata in breve tempo da “stranieri” incaricati della distribuzione del prodotto.
I “device elettronici”, opportunamente modificati dal Mossad, contenevano una normale batteria alcalina con una piccola quantità di potente esplosivo, praticamente impercettibile, anche se il dispositivo fosse stato smontato.
L’accesso remoto avrebbe potuto innescare l’esplosione dei cercapersone simultaneamente, ma potrebbe anche essere innescata da una procedura in due fasi richiesta per visualizzare messaggi crittografati. Poiché era necessario premere due pulsanti contemporaneamente per leggere il messaggio, la maggior parte degli utenti avrebbe tenuto il “cercapersone” con entrambe le mani. Quando fosse detonato, l’esplosione avrebbe ferito gli arti superiori rendendo il soggetto incapace di combattere o partecipare alle altre attività di Hezbollah, anche a livello politico.
La maggior parte dei funzionari israeliani di alto livello non era a conoscenza dell’operazione Teledrin, fino a quando gli esponenti pubblici del Mossad non lo hanno rivelato, il 12 settembre scorso, durante un incontro tra il Primo ministro Benjamin Netanyahu e i suoi consiglieri dell’intelligence. A quel punto, i cercapersone con trappole esplosive erano già nelle mani di migliaia di agenti di Hezbollah. Nonostante alcuni funzionari abbiano citato i rischi, Netanyahu ha approvato l’attivazione dei dispositivi che potevano infliggere il massimo danno e non erano stati rilevati.
Gli USA non erano stati informati dell’operazione. E così, il 17 settembre migliaia di “cercapersone” distribuiti sono esplosi in contemporanea quando i miliziani di Hezbollah hanno ricevuto un messaggio criptato. Meno di un minuto dopo, migliaia di altri dispositivi sono stati attivati a distanza. Il giorno successivo, 18 settembre, centinaia di walkie-talkie sono esplosi nello stesso modo, così come alcuni telefoni cellulari ed altri impianti di ricezione satellitare in uso ai terroristi.
Il bilancio della brillante operazione di guerra cinetica è stato di oltre 40 terroristi di Hezbollah eliminati e circa 4000 feriti.