È ormai scontro aperto tra Hamas e Israele a causa della tensione accumulata per gli scontri dei giorni scontri nella Capitale israeliana, Gerusalemme. Sono oltre 250 i lanci di missili e razzi effettuati ieri dai miliziani della Striscia di Gaza contro obiettivi civili nel territorio di Israele.
L’80% dei vettori sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome, il 15% sono caduti in zone disabitate, ma il 5% ha colpito insediamenti urbani ebraici provocando una ventina di feriti e danni alle abitazioni.
L’aviazione israeliana, in risposta allo stillicidio di bombardamenti, ha condotto raid mirati su obiettivi di Gaza dove si sono registrati 15 morti e 50 feriti.
Neutralizzati quattro leader di Hamas, “dediti” al lancio di missili presso le rampe installate in zone abitate per creare di fatto “scudi umani” e scongiurare i raid israeliani. Muhammad Abdullah e Tsabar Suleiman, senior officials delle milizie di Ezz a-Din al-Qassam, sono stati neutralizzati da un attacco condotto con un drone nell’area di Jabal al-Kashef, Muhammad Abdullah Fayyad, membro eminente di Hamas a Gaza, è passato a miglior vita mentre era in sella al suo motociclo a Beit Hanoun centrato da un altro drone israeliano, mentre Salem Muhammad Farra, ufficiale di artiglieria a Gaza, è stato centrato a nord della Striscia.
Ben 6 razzi delle batterie in uso alle milizie terroristiche sono esplosi prima del lancio per il mancato funzionamento del sistema di lancio ed hanno provocato 6 morti, tra cui 3 bambini, nel centro di Gaza.
Per tutta la giornata sono continuati i lanci su Sderot, Ashkelon, Mavkiim, Yad Mordechai e altri centri minori.
Le testate utilizzate per il bombardamento contro Israele sarebbero state fornite dal regime iraniano in collaborazione con Hezbollah, pronto ad appoggiare ogni tentativo di colpire il suolo e gli interessi dello Stato ebraico.
Sono, infatti, numerose le immagini, diffuse dai miliziani di Gaza, che mostrano i vari munizionamenti utilizzati dalle batterie di lancio con impressi e sigle e “istruzioni” in lingua farsi.
Le sirene sono risuonate a Tel Aviv e nella capitale Gerusalemme dove, nel sobborgo di Bet Shemesh, alcuni missili sono stati intercettati dai sistemi contraerei dell’Israel defence force.
Nel pomeriggio si sono succeduti due ultimatum di Hamas protesi alla liberazione degli arrestati durante gli scontri sulla Spianata delle moschee e all’abbandono delle posizioni militari nei pressi della moschea di Al Aqsa da parte delle Forze di Israele.
Allo scadere degli ultimatum, alle 19 e 21 ore locali, salve di razzi e missili hanno ricominciato a colpire senza soluzione di continuità, contrastate dall’Iron dome che ha ridotto notevolmente i danni alle aree abitate.
A causa dell’escalation, a scopo precauzionale, tutte le traiettorie di volo da e per l’aeroporto internazionale Ben Gurion sono state modificate.
A seguito di quanto appreso da fonti nella “Striscia”, che ieri hanno affermato che Muhammad Daf, capo militare di Hamas, avrebbe “sorpreso Israele” con le sue forze speciali che si infiltreranno tramite tunnel sotterranei allo scopo di rapire soldati e civili per ottenere merce di scambio e imporre a Israele le sue condizioni per la liberazione del Monte del Tempio, del quartiere Sheikh Jarrah, e il rilascio dei detenuti, l’aviazione israeliana ha provveduto al bombardamento degli ingressi delle gallerie presso la Striscia di Gaza.
I raid hanno provocato la distruzione dei tunnel e la neutralizzazione dei miliziani che si trovavano al loro interno per sorprendere alle spalle le forze di terra dell’Idf.
Il lancio dei razzi è stato rivendicato dalle Brigate Abu Ali Mustapha con post sui social network accompagnati dallo slogan: “Gerusalemme è vicina”.
Sulla stessa linea il FPLP (“ Jerusalem is in our eyes, and we will not leve it alone”) e la Jihad islamica palestinese (“Jerusalem is a red line”).
Gli scontri continuano a Gerusalemme
Dopo gli scontri dei giorni scorsi, anche ieri pomeriggio nella Capitale israeliana si sono ripetuti. Gruppi di miliziani di Hamas hanno aggredito le Forze israeliane con il fitto lancio di pietre e materiali di risulta nella zona della Città vecchia e presso il Monte del Tempio.
È diventato virale sui social network il video che riprende la violenta aggressione subita dal conducente di un’auto con targa israeliana, fatto oggetto di un tentativo di linciaggio da parte dei rivoltosi palestinesi in pieno centro di Gerusalemme, nei pressi della Porta dei leoni.
Il malcapitato ha tentato manovre evasive nel tentativo di sottrarsi al lancio di pietre ma, perdendo il controllo della vettura, ha terminato la corsa sbattendo contro un “jersey” di protezione venendo nuovamente aggredito da una decina di teppisti e salvato solo dall’intervento di un agente di polizia.
A scopo cautelativo, le celebrazioni per il “Jerusalem day”, previste anche per oggi, avranno luogo in forma ridotta per evitare ulteriori frizioni tra le due comunità religiose.
Il premier Netanyahu, dopo la riunione del gabinetto di difesa tenutasi nel pomeriggio di ieri, ha dichiarato che “Hamas ha superato la linea rossa e la risposta all’aggressione non si farà attendere e durerà giorni”.