Nella serata di ieri le Forze armate israeliane hanno sferrato un duro attacco contro basi delle milizie filo iraniane schierate nelle vicinanze di Damasco, in Siria. L’offensiva è stata condotta con la copertura aerea degli F16 “Knights of the Orange Tail”, missili teleguidati e elicotteri da combattimento Apache che hanno colpito le basi della Forza Quds a Mazzeh, Daraya, al Kishwa e al Qunitra, quest’ultima stanziata a ridosso del confine nord est di Israele sulle alture del Golan.
La decisione di colpire le milizie iraniane è scaturita a seguito delle dettagliate informazioni, ottenute dai servizi di sicurezza dello Stato ebraico, relative a una spedizione di armamenti proveniente per via aerea da Teheran con un cargo (EP-FAB) della compagnia aerea Fars Air Qeshm che opera al servizio delle Guardie rivoluzionarie, giunta presso l’aeroporto di Damasco nella tarda mattinata di ieri.
Il raid israeliano ha scatenato da subito la reazione della contraerea di Damasco che ha lanciato numerosi missili terra-aria dalle piattaforme mobili Pantsir S1E ed S2, pur senza colpire i bersagli.
Le batterie mobili siriane S-200 Sam di fabbricazione russa e schierate a difesa delle basi più periferiche, armate con missili terra-aria 5V28, hanno a loro volta reagito al raid mancando gli obiettivi ma centrando la zona rurale di Kufr Asad oltre il confine nord della Giordania.
Gli obiettivi selezionati per l’attacco israeliano hanno riportato seri danni e risultano neutralizzati anche quattro esperti di targeting/navigazione dei Pasdaran, tra i quali il generale Ali Haj Hussein. Incolume, invece, il comandante Sardar Ali Hajazadeh, presente durante l’attacco.
Gli specialisti della Forza Quds, rimasti sul terreno, risultano essere stati addestrati in numerosi successivi stage frequentati in Cina, Paese fornitore degli elementi essenziali per l’assemblaggio di vettori lungo raggio di azione in aperta violazione dell’embargo internazionale relativo al processo di riarmo dell’Iran
La spedizione dei materiali è parte integrante della fornitura di sofisticati armamenti destinati a colpire target in territorio israeliano che vengono inviati a cadenza settimanale in Siria e curate dalla milizia filo-sciita irachena di Mobilitazione popolare (Ḥashd ash-Sha’bi).
Alcune di queste spedizioni vengono effettuate via aerea, mentre altre utilizzano vettori per alimenti refrigerati che percorrono itinerari secondari che, partendo dalla zona irakena del lago di Tharthar, percorrono strade secondarie per giungere in siti presidenziali fortificati nei pressi di Damasco.
L’operazione dell’Idf, sostenuta dalla copertura aerea e dal rilevamento satellitare, non è destinata ad essere l’ultima. Gli sforzi di Teheran per rafforzare la presenza delle milizie sciite nelle immediate vicinanze del confine con Israele, infatti, sono sintomatiche della volontà iraniana di continuare a perseguire l’obiettivo di colpire gli agglomerati urbani ebraici e le infrastrutture dedicate all’approvvigionamento idrico dei centri abitati.