L’ultimo attacco israeliano diretto contro basi di lancio per missili all’interno del territorio siriano, pare aver lasciato il segno. L’uccisione di numerosi ufficiali iraniani preposti al comando delle batterie di missili schierati non lontano dai confini con lo stato ebraico e la distruzione delle rampe di lancio situate nelle basi delle milizie Hizbollah, potrebbero aver innescato una pericolosa escalation nella zona che potrebbe portare, in tempi brevissimi, ad una risposta da parte del regime di Teheran.
Di fatto, movimenti di truppe iraniane e miliziani Hizbollah sono stati segnalati nella zona sud-ovest della Siria ed in alcune località del Libano meridionale dove è forte la presenza del “Partito di Dio” che quotidianamente guadagna terreno e consensi nei confronti delle truppe regolari dell’esercito libanese.
L’utilizzo di milizie locali per scatenare un attacco missilistico “a tenaglia” contro il nord di Israele diretto dal sud della Siria e, in contemporanea, dal confine libanese, potrebbe rappresentare una dinamica di fronte alla quale anche il Kipat barzel, o Iron dome, il sistema israeliano di intercettazione missili, potrebbe incorrere in una densità di fuoco tale da rendere improbo il tracciamento dei lanci e la neutralizzazione dei proietti.
Ma oltre alla parte strettamente operativa dell’eventuale azione da parte iraniana, a preoccupare la difesa israeliana è anche la parte “logistica”, legata agli spostamenti di uomini e mezzi, comprese le rampe missilistiche opportunamente camuffate, che, nel sud della Siria possono godere di una relativa libertà di movimento potendo trovare una legittima giustificazione fornita dalle offensive militari in corso contro i resti del Daesh che imperversano nella zona.
I vertici iraniani stanno premendo sull’establishment militare per dare una risposta concreta e “devastante” contro Israele, anche nel tentativo di riunire sotto la bandiera di Hizbollah anche gli arabi palestinesi che, ormai da un mese, stanno manifestando in modo oltremodo violento a cavallo del confine tra Israele e la striscia di Gaza nell’ambito della cosiddetta “marcia del ritorno”, avversati, non senza difficoltà, dalle truppe dello stato ebraico poste a difesa della linea di confine.
Appare chiaro che un qualsiasi tipo di contrattacco da parte iraniana avrebbe l’effetto di galvanizzare il fronte anti-israeliano che, anche in vista dei risultati delle elezioni che si terranno in Libano, potrebbe effettivamente riconoscere in Hezbollah la fazione forte in cui riconoscersi.