a cura di Sara Novello
Il disastro Grenfell Tower, accaduto lo scorso 14 giugno, è stato messa a nudo in un rapporto di oltre 200 pagine trapelato all’Evening Standard. Il dossier è stato preparato, in cooperazione con il Metropolitan Police Service (MPS), dall’esperto di indagini antincendio BRE Global ed è destinato a formare il primo elemento essenziale sull’inchiesta aperta dalla polizia lo scorso anno. Datato 31 gennaio 2018 ed etichettato come “bozza”, il report rivela la ristrutturazione scadente dell’edificio fatta nel 2014-2016 e individua almeno cinque punti in cui i regolamenti edilizi sono stati violati con effetto catastrofico. “Un incendio che divampa a una velocità impressionante partendo da un frigo a una intera palazzina di 24 piani, a causa delle mancate norme di sicurezza, è indifendibile”, sostiene Bre Global
Sequenza degli accadimenti e indagini
L’incendio è scoppiato al quarto piano nell’appartamento 16, in un frigo situato a un metro dalla finestra della cucina al momento aperta. L’inclinazione della finestra ha violato i regolamenti edilizi non riuscendo a fornire “alcuna barriera sostanziale” al fuoco che si aggrappava alla facciata esterna.
La facciata ha preso fuoco rapidamente a causa di infissi che hanno aiutato le fiamme a diffondersi. I telai delle finestre erano significativamente più stretti rispetto allo spazio tra le superfici in calcestruzzo delle colonne (più strette di 150 mm) lasciando ampi spazi alle due estremità. Questi spazi sono stati riempiti da una membrana rigida con isolamento in schiuma e pannelli in plastica leggera in PVC, ma nessuno dei materiali utilizzati è stato in grado di fornire 30 minuti di resistenza al fuoco. Di conseguenza il fuoco si è propagato rapidamente attorno al telaio delle finestre nella cavità della facciata e dalla facciata verso gli appartamenti.
BRE ritiene che “la costruzione della finestra non ha fornito alcuna barriera sostanziale al fuoco che si “aggrappava” alla facciata esterna”.
Le fiamme si aprono a ventaglio, attraversando l’intero palazzo inferiormente e superiormente: le barriere a cavità (che in caso di incendio hanno lo scopo di espandere e sigillare lo spazio tra la superficie di cemento dell’edificio e l’isolamento del rivestimento) erano di dimensioni insufficienti in quanto progettate per chiudere uno spazio di 25 mm, quando il gap effettivo è stato misurato fino a 50 mm. Il risultato è stato quello di creare un catastrofico effetto camino nello spazio tra il rivestimento e la superficie del calcestruzzo fornendo un percorso per la propagazione del fuoco.
Isolamento combustibile e nucleo infiammabile
I pannelli di alluminio e l’isolamento utilizzati nella facciata sono stati valutati rispettivamente “altamente infiammabile” e “infiammabile”. Inoltre, le indagini non sono riuscite a risalire al produttore della schiuma da 75mm utilizzata nella maggior parte dell’edificio.
Totale mancanza di compartimentazione e assenza di chiudiporte
L’assenza di door closer, cioè di chiusure delle porte in contrasto con i regolamenti edilizi, ha portato a un numero significativo di porte che, nella fretta di scappare, sono rimaste aperte permettendo alle fiamme e al fumo di non rimanere isolato in un unico appartamento ma di reaggiungere la lobby e la tromba delle scale dove la gente correva cercando una via di uscita.
Debolezza nel sistema antincendio
Le strutture antincendio erano carenti a causa della mancanza di installazione di un conduttore a risalita: “C’era spazio solo per una singola autopompa alla base del lato est della torre, poiché gli altri lati non erano accessibili”. È improbabile che questa singola autopompa riuscisse a fornire una pressione e un flusso d’acqua sufficienti per combattere gli incendi nella parte superiore della torre usando la conduttura a secco. Il rapporto cita altre due violazioni dei regolamenti edilizi : l’assenza di un sistema antincendio e la scala singola troppo stretta.
Il report è stato presentato al servizio di polizia metropolitano in modo che le sue conclusioni provvisorie potessero accelerare altre parti dell’indagine compresa la raccolta di documentazione e il colloquio con gli appaltatori. A BRE è stato chiesto di raggiungere tre obiettivi: stabilire le circostanze che hanno causato il maggior numero di morti causati dal fuoco, stabilire l’inosservanza del dovere di diligenza dovuto alle vittime dell’incendio e ai residenti superstiti e fornire supporto di esperti in relazione a qualsiasi indagine o inchiesta pubblica di procedimenti penali.