Un simpatico grillo in tenuta da caccia con in mano un fucile Crickett calibro 22. Questa l’immagine d’impatto sul sito della Keystone Sporting Arms, per pubblicizzare il primo fucile per bambini. L’ultima frontiera delle lobby statunitensi delle armi è puntare sugli under 12. Una generazione di bambini armati continua a crescere e nessuno sembra poter fermare le organizzazioni che la plasmano.
Nel 2012, quattro milioni di bambini hanno partecipato a corsi di formazione per l’utilizzo delle armi, perché la sicurezza, si sa, viene prima di tutto. La più attiva nell’organizzazione dei corsi è la National Shooting Sport Foundation, associazione che sostiene il mantenimento della tradizione della caccia, con l’allevamento di veri e propri Junior Shooters. Non potranno comprare le armi (la vendita è vietata ai minori) ma l’importante è che ne tengano una tra le mani. Accade cosi, notizia dello scorso marzo, che un’attivista pro-armi è stata ferita, mentre si trovava al volante della sua auto, da un colpo partito inavvertitamente dalla sua pistola finita in mano al figlio di quattro anni, sistemato sul sedile posteriore. I genitori, forse, voleva insegnargli a familiarizzare con un oggetto che, prima o poi, gli sarebbe capitato tra le mani. Questo sembra l’inevitabile destino di una generazione armata che le lobby iniziano a sostenere concretamente. Donazioni a scuole, associazioni e realtà locali che incrementano uno dei mercati già più ricchi degli Stati Uniti. Nel 2014 e nel 2015, infatti, il giro di denaro intorno alle lobby delle armi, gun rights, è stato superiore a 10 milioni di dollari. Questo se consideriamo solo i contributi diretti per influenzare il Congresso, i partiti e i candidati.
Secondo i dati del Center for Responsive Politics, la National Rifle Association (Nra) è il maggior donatore, con una media annuale di 3 milioni di dollari, più di quanto non spendano le lobby del settore sanitario, la tristemente famosa Planned Parenthood (organizzazione abortista vittima di una sparatoria nella sede di Colorado Springs) o la stessa Morgan Stanley nel settore bancario. A seguire la National Association for Gun Rights (2,5 mln) e la Gun Owners of America (1mln).
Annualmente, la cifra spesa dalle avversarie, ovvero le lobby che supportano il controllo delle armi, gun control, è di 7 volte inferiore. La Everytown for Gun Safety, capeggiata dal sindaco newyorkese Bloomberg, e la American for Responsible Solutions Pac, non sfiorano nemmeno gli investimenti delle avversarie meno lucrose.
Se poi andiamo a vedere gli investimenti di denaro indiretti, le cifre si moltiplicano. La Nra ha speso, nel 2014, 27 milioni di dollari per supportare o opporsi ai candidati federali. L’associazione con sede a Fairfax, Virginia , e capeggiata da Wayne La Pierre, vice presidente, fattura circa 300 milioni di dollari all’anno. Difficile quindi, ipotizzare problemi di spesa, ma la sua vera forza sta nel grande coinvolgimento dei partecipanti, più che sull’investimento diretto in politica. Il consenso è talmente ampio che i membri sono arrivati a cinque milioni, gran parte dei quali vicino alle alte sfere del governo. Tra questi, Bush Senior (fino al 1995), Sarah Palin, e gli attori Tom Selleck e Woopie Goldberg. Una tradizione cinematografica non casuale, visto che Charlton Heston ne è stato presidente dal 1998 al 2003.
L’influenza della Nra è attiva dalla fine degli anni ’70, quando inizia la sua attività di lobbing vera e propria, istituendo il Political Action Committee (il comitato di sostegno elettorale ad un candidato alla Casa Bianca) e riconoscendosi come avversaria o alleata governativa, scavalcando perfino il Congresso e battendosi contro il controllo delle armi. Un potere talmente elevato che è solo un’apertura all’interno dell’Nra a generare una piccola inversione di rotta rispetto a questa tendenza. E’ notizia recente che il possesso di armi a chi è sotto osservazione nelle liste di terrorismo potrebbe diventare più complicato. A ben vedere, però, l’apertura riguarda la possibilità di ritardare, per tre soli giorni, l’acquisto di un’arma da parte di un individuo sospetto. Giorni nei quali i funzionari federali dovranno convincere un giudice che esiste un motivo valido per fermare l’acquisto. Un falso passo di avvicinamento che dimostra, ancora una volta, lo strapotere dell’organizzazione che ironicamente promuove la sicurezza nell’uso delle armi, ma difende i possessori di armi da fuoco. Chiunque essi siano, o quasi. Sempre con il coltello dalla parte del manico, o meglio, con la pistola dalla parte dell’impugnatura.