L’Europa chiude Sophia e lancia una nuova missione navale in Libia. L’obiettivo dichiarato è quello di fermare il traffico di armi che arrivano da Oriente per far rispettare l’embargo. Ma filtrano indiscrezioni secondo le quali il vero obiettivo sarebbe quello di fermare la Turchia da parte dalla Francia. E proprio Parigi potrebbe prendere le redini della nuova operazione (magari mettendosi alla guida della missione?), per bloccare Erdogan e il suo espansionismo in Libia. Nel Paese nordafricano i francesi hanno investito molto, in tutti i sensi, e non gradiscono di certo la presenza dei turchi. Una tale ipotesi, suggeriscono ancora le indiscrezioni, potrebbe di certo arginare l’espansionismo del Sultano, dall’altra rappresenterebbe per l’Italia ulteriore perdita di terreno nel paese nordafricano a vantaggio di Parigi.
Al momento, però, quello che si sa della missione riguarda vagamente l’area di pattugliamento delle navi che non sarà davanti alle coste della Tripolitania, ma a quelle della Cirenaica. L’Ue, inoltre, ha riconosciuto il cosiddetto ‘pull factor’, ossia l’effetto attrazione che le navi esercitano sui migranti pronti a partire. Per questo, dicono dall’Europa, la missione (di cui ancora non si conoscono nome e regole d’ingaggio), si terrà ben lontana da quella zona. Fin qui, in sintesi, la narrazione ufficiale dell’Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune europea, Josep Borrell, e del nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, soddisfatto per l’obiettivo raggiunto: “Questa missione – ha tenuto a chiarire Di Maio – non ha come mandato quello legato alle migrazioni: è legata al traffico di armi” e “se dovesse esserci un eventuale intervento in mare, marginale, noi pretenderemo che si applichino nuove regole, che sono o quelle della Sea Guardian, cioè che vale la bandiera della nave che deve intervenire. Quindi quei migranti devono essere presi in carico dal Paese che ha messo quella nave in mare, oppure ovviamente la vecchia rotazione dei porti. Ma questo – ha aggiunto – è un tema che in questo momento non ci preoccupa, perché abbiamo già detto che, se ci sarà un pull factor, cioè se partiranno più migranti per effetto di queste navi, la missione si blocca”.
Ma gli esiti della nuova missione europea sembrano già destinati al fallimento, se è vero che se si dovesse verificare il famoso pull factor l’operazione verrà annullata. Sophia (che chiuderà ufficialmente a fine marzo e che negli anni ha portato in Italia 45mila migranti), è stata un disastro e al momento non ci sono i presupposti perché la futura missione sia migliore. L’Europa, infatti, non ha interessi comuni e neanche una “forza militare” comune in grado di garantire obiettivi così importanti. Nel tratto di mare in cui dovrebbe svolgersi il pattugliamento, inoltre, le attività sono numerose e vanno da quelle commerciali, al traffico di esseri umani e droga. Intercettare e controllare tutte le navi che transitano è difficile ( e per certi aspetti impossibile) se non si dispone di una base informativa dettagliata. La sensazione, dunque, è che la missione navale sia utile molto di più alla Francia per i suoi interessi che in generale all’Italia, che pure potrebbe trarre notevoli benefici dalla stabilizzazione in Libia.
Nel frattempo a Tripoli i siriani trasportati dalla Turchia per combattere contro Haftar sono in piena attività. E pare non sia neppure tanto difficile incontrarli per le strade della città.