Unificare gli apparati di sicurezza per il bene del Paese. La Libia si prepara, forse, a compiere un primo passo verso l’unità politica. Nei giorni scorsi a Bengasi, infatti, si sarebbe svolto un incontro tra i governi rivali di Tripoli e Tobruk proprio per dare il via a questo processo in modo che tutto il Paese ritorni sicuro. Ma non solo. Questo significherebbe anche il coronamento del sogno del generale Khalifa Haftar, che tra i suoi principali obiettivi avrebbe proprio quello di essere a capo dell’esercito nazionale in Libia. La notizia è stata divulgata da alcuni siti di informazione, tra cui Libya Observer in un post su Facebook, e Asharq Al-Awsat. L’incontro sarebbe avvenuto tra il capo della sicurezza di Tripoli, Salem Qarimida e il suo omologo a Bengasi, Adel al-Arfi.
L’intento sarebbe quello di unire le forze per garantire più sicurezza al Paese che dal 2011, dopo la caduta di Gheddafi, vive nel caos. Le lotte intestine tra milizie, tribù e vari schieramenti, hanno aperto le porte a ogni sorta di illegalità, compresa la proliferazione di gruppi legati all’Isis. Porre rimedio all’instabilità, anche attraverso un controllo importante e unico sull’intero territorio, diventa adesso una priorità anche in vista dell’appuntamento elettorale. A gennaio, inoltre, si terrà un’altra conferenza sulla Libia, dopo quella di novembre scorso a Palermo, questa volta lanciata dal delegato dell’Onu, Ghassan Salamè, per seguire una road map che porti al voto.
La marcia di Haftar su Tripoli
Il progetto, se confermato, aprirebbe le porte a nuovi scenari che vanno però oltre l’eventuale appuntamento elettorale. L’unificazione delle forze delegate alla sicurezza, infatti, vede inevitabilmente in campo la presenza del generale Khalifa Haftar che potrebbe essere il burattinaio che da dietro le quinte manovra proprio il progetto di unificare gli apparati di difesa. Come anticipato da Ofcs.report già nelle scorse settimane, l’obiettivo dell’uomo forte della Cirenaica è quello di assumere il comando dell’intero esercito libico. Arrivare con i “suoi soldati” a Tripoli, dunque, e da qui controllare militarmente tutto il Paese, rappresenta per Haftar l’obiettivo numero uno. L’accelerazione del progetto è probabilmente legata agli esiti delle trattative partite a Palermo, ma anche al deterioramento delle condizioni di sicurezza a Tripoli. Gli scontri tra milizie dell’ultimo periodo hanno reso la situazione ancora più incandescente. Secondo alcuni report, inoltre, la città sarebbe divisa tra quattro grandi gruppi locali. Nel 2016, subito dopo l’insediamento del governo di unità nazionale, nato sotto l’egida dell’Onu con a capo Fayez al-Sarraj, le milizie hanno gradualmente preso in controllo della capitale esercitando progressivamente un’influenza senza precedenti sulle istituzioni statali e sulle risorse del Paese.
Durante il suo ultimo viaggio a Roma, Haftar ha incontrato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Da questo incontro sarebbe emersa la disponibilità del generale a seguire la road map dell’Onu per arrivare alle elezioni, ma a certe condizioni. Tra queste, ci sarebbe stata appunto la richiesta di un appoggio da parte dell’Italia affinché il suo attuale esercito diventi quello nazionale. Una circostanza confermata, proprio durante il vertice di palazzo Chigi, dal sito arabo Alaraby. La marcia su Tripoli di Haftar, dunque, continua. E le richieste del generale, in nome di una possibile stabilità della Libia, potrebbero anche essere accolte.