Il ponte aereo organizzato dalla Turchia per l’afflusso di jihadisti in Libia continua. Mentre vanno avanti i combattimenti a Tripoli, ormai di fatto assediata dalle truppe del generale Khalifa Haftar, Ankara schiera terroristi a fianco delle forze governative di al Sarraj.
La ‘fastidiosa’ rivelazione di Ofcs.report relativa al reclutamento di miliziani di al Qaeda e Isis da parte della Turchia, ha scatenato una ridda di tentativi di smentita da parte del governo di al Sarraj e dell’opinione pubblica fedele al premier. Ma, in contemporanea, le conferme da parte turca e la rivelazione di informazioni relative ai voli utilizzati per il trasferimento dei “reclutati”, hanno posto in seria difficoltà il governo fantoccio riconosciuto dall’Onu.
Ancor più, la consistenza della rivelazione di Ofcs.report ha ispirato diversi quotidiani nostrani, solitamente assopiti nel provincialismo di casa nostra, per poi risvegliarsi improvvisamente di fronte ad allarmi in fondo attesi.
E l’operazione del Sultano Erdogan, non ha mancato di suscitare numerose proteste più o meno velate per lo sfrontato utilizzo di mercenari siriani con trascorsi jihadisti che, dal teatro di guerra mediorientale, vengono improvvisamente trasferiti a poche centinaia di miglia marine dalle nostre Coste e in prossimità di Paesi confinanti ancora in cerca di una loro stabilizzazione interna.
In Tunisia, di fronte all’ambasciata turca, i cittadini hanno manifestato chiedendo la non ingerenza di Erdogan in una questione interna libica che occulterebbe una pericolosa invasione da parte di jihadisti dell’Isis reduci dalla sconfitta del Califfato in Siria e Iraq. In aggiunta, le forze armate tunisine schierate lungo i confini con la Libia sono pronte a prevenire ogni possibile intrusione, conseguente ai combattimenti a Tripoli e per assicurare il regolare svolgimento delle festività di Capodanno. Lo ha riferito all’agenzia tunisina Tap una fonte ufficiale di sicurezza del governatorato di Tataouine, aggiungendo che la scorsa settimana una famiglia libica di dodici membri è entrata illegalmente in Tunisia per sfuggire dal conflitto armato a Tripoli. La stessa fonte ha inoltre assicurato che la situazione della sicurezza è normale nella regione, e che l’ingresso dei cittadini libici alle frontiere non è aumentato negli ultimi giorni. In ogni caso, ”i militari e le varie istituzioni interessate sono pronte a tutti gli scenari in caso di afflusso di cittadini libici verso la Tunisia”, ha concluso il funzionario.
Medesima situazione in Algeria dove la presidenza della Repubblica ha informato che il Consiglio supremo di sicurezza algerina “adotterà le misure idonee per proteggere i confini con la Libia e il Mali”.
Una situazione in divenire che allarma l’Italia per le possibili infiltrazioni terroristiche sulle rotte dell’immigrazione clandestina che, in considerazione dello stato di tensione in Libia, potrebbero improvvisamente attivarsi in modo esponenziale. Sul fenomeno degli sbarchi fantasma avevamo da tempo lanciato l’allarme, inascoltato, ed in tempi non sospetti. Ci eravamo infatti pronunciati in merito ai rischi connessi agli arrivi dalle coste tunisine di soggetti orbitanti in area jihadista mischiati tra le decine di clandestini assiepati su barconi fuori ogni controllo.
Ma, sordi ad ogni invocazione, una sinistra sempre più allo sbando, continua a sostenere ‘traffici di esseri umani’ in maniera irresponsabile, pur nella consapevolezza dei rischi connessi a un’accoglienza incontrollata.