C’è una guerra nel sud della Libia di cui non si parla. È quella che l’esercito del generale Khalifa Haftar, con il supporto fondamentale del gruppo Wagner, sta combattendo contro gruppi armati arrivati dal Ciad e dal Sudan, che sono entrati nel paese stabilendosi nella zona di Murzuch.
Sono tanti e armati e di fatto hanno invaso una parte del sud della Libia. Tra le varie attività, questi gruppi si occupano anche del traffico di esseri umani. Proprio la zona della municipalità di Murzuch è quella dove sostano i migranti prima di partire verso nord. Un dettaglio non da poco visto che la Forza operativa del sud dell’Esercito del generale Haftar, mentre combatte i gruppi armati ciadiani e sudanesi per aumentare il consenso nella popolazione, si occupa anche di arrestare o respingere verso sud i migranti in sosta.
L’operazione militare è sotto la supervisione di Saddam Haftar, uno dei figli del generale, che più volte si è recato sul posto per incontrare il comandante sul campo. E il 5 settembre scorso è stato annunciato il completo controllo, da parte dell’esercito di Haftar, del confine meridionale libico e l’eliminazione completa dei gruppi ciadiani. Ma l’operazione non è conclusa e i militari resteranno ancora nell’area, insieme al gruppo Wagner, per contrastare altri gruppi rimasti e presidiare i confini, anche dai migranti. Il tutto con il solo obiettivo di aumentare il consenso del generale Haftar tra la popolazione libica.
Libia: Haftar e Wagner controllano il confine sud
Il gruppo Wagner, ricostituito da Putin, sarà impegnato proprio in Libia e Ucraina per volere dello zar. E nel Paese nordafricano, tra le altre cose, continuerà ad aiutare Haftar nel controllo dei confini con il Ciad e il Sudan, laddove si sono insediati i gruppi armati e dove transitano i migranti.
Ma di questa guerra non si parla. In particolare la comunità internazionale (Europa e Stati Uniti in testa), che però è a conoscenza di ciò che avviene, non ha espresso condanne o dimostrato disappunto per la gestione dei migranti da parte di Haftar e del gruppo Wagner, entrambi noti per la scarsa attenzione ai diritti umani. Del resto, se il confine sud della Libia fosse presidiato efficacemente, ridurrebbe l’ingresso clandestino sia in Libia che in Tunisia e contribuirebbe e combattere i trafficanti di essere umani. Ma l’Europa non potrebbe mai affidare tale mandato al generale Haftar, che però non è molto diverso da Erdogan al quale, da anni, l’Ue consegna miliardi di euro per bloccare l’ingresso nella rotta balcanica. E nessuno sa bene come, negli anni, siano statati trattati i siriani che tentavano di arrivare in Europa.
La visita di Khalifa Hafar a Mosca
Di recente, a seguito del ciclone Daniel che ha colpito Derna, Haftar ha ricevuto parecchie visite nel suo quartier generale di Bengasi. Tra queste, il generale Michael Langley, a capo dell’Us Africa Command, e l’inviato speciale degli Stati Uniti in Libia Richard Norland. Ma non solo. Il generale ha ricevuto le rappresentanze di vari Paesi, Italia compresa, che hanno offerto aiuti al popolo libico devastato dal ciclone. E durante queste visite, secondo quanto riferito da alcune fonti, è stata anche discussa la presenza di Wagner. Al momento, però, il risultato ottenuto è il viaggio di Haftar a Mosca, dove il generale ha incontrato Vladimir Putin e anche il ministro della Difesa. Non è la prima volta e non sarà l’ultima, almeno fino a quando la collaborazione tra i due sarà proficua per entrambi. Soprattutto fino a quando l’uomo forte della Cirenaica, secondo alcuni analisti, avrà bisogno del gruppo Wagner per mantenere il potere nell’area, con l’ambizione di arrivare anche a Tripoli, così come aveva cercato di fare nel 2019.
Nel frattempo l’Italia parla con l’ex miliziano e attuale ministro dell’Interno libico del governo di Dbeibah, Emad Trabelsi, che giovedì 28 settembre ha incontrato il nostro ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Un personaggio che molti non esitano a definire “curioso”. Ex appartenente alla milizia Zintan, pare sia molto attaccato ai soldi. E disposto a vendere sogni in cambio di denaro.