Le prossime elezioni previste in Libia si tingono di sangue. Un’attentato suicida è verificato stamani presso il palazzo della Commissione elettorale provocando la morte di 11 persone e il ferimento di almeno altre venti.
Un commando terrorista si è introdotto nel recinto dell’edificio e, mentre tre miliziani azionavano i giubbetti esplosivi, altri tentavano di dare fuoco alla palazzina.
Gli agenti della sicurezza sono riusciti a neutralizzare uno degli attentatori suicidi, ma gli altri due si sono fatti esplodere provocando una detonazione che ha squassato l’edificio situato nel distretto tripolino di Ghout al Shaal.
Nel pomeriggio è giunta la rivendicazione dell’Isis che ha sottolineato come l’azione, compiuta dai suoi soldati, Abu Ayub e Abu Tawfik, è stata portata a termine seguendo le indicazioni dello spokeman Abu al-Hassan al Muhajir che in un recente messaggio audio aveva invitato gli adepti del Califfato a colpire il paese nordafricano in prossimità delle consultazioni elettorali.
L’attentato fa seguito a quelli compiuti il 9 febbraio alla moschea di Bengasi e nell’ottobre del 2017 al tribunale di Misurata. In entrambi i casi la responsabilità è caduta sul Daesh, anche per le similitudini nel modus operandi delle azioni perpetrate.