È quasi fatta, l’Australia sta per mettere definitivamente al tappeto i terroristi di Hamas. Tutta la compagine palestinese sarà presto inserita nell’elenco delle organizzazioni terroristiche mondiali. Dopo Israele, Usa, Inghilterra, Europa e Canada, anche l’Australia iscriverà nel “libro nero” il gruppo dirigente politico di Gaza, dopo aver in precedenza fermato l’ala militare dell’organizzazione estremista.
Gli Stati Uniti avevano già da tempo designato Hamas quale gruppo terroristico. Una decisione analoga da parte dell’UE era stata oggetto di una lunga battaglia giudiziaria, ma alla fine Hamas fu riportato nella lista dei terroristi.
Lo scorso giovedì, il ministro degli Interni, Karen Andrews, ha deferito l’ideologia del gruppo terrorista “odiosa” e in Australia non c’è spazio per chi sostiene opinioni “profondamente inquietanti”. Le leggi australiane non tollereranno oltre le organizzazioni politiche che finanziano atti terroristici di indicibile disumanità.
Canberra sosterrà una politica di restrizioni al finanziamento o alla fornitura di altre modalità di sostentamento ad Hamas, modificando in tal senso anche il proprio codice penale, che prevederà pene severissime fino a 25 anni di reclusione.
Sempre secondo Karen Andrews, ci sarebbero prove schiaccianti da parte dell’intelligence nazionale australiana Asio che proverebbero il coinvolgimento dell’intera organizzazione politica di Hamas nelle finalità di terrorismo. Un rapporto dei servizi segreti dello scorso ottobre inchioderebbe il gruppo dirigente palestinese come mandante delle azioni militari delle Brigate Izz al-Din al-Qassam. L’ala politica di Hamas, direttamente o indirettamente, è accusata di preparare, pianificare e assistere nel compimento di atti terroristici attraverso il reclutamento, l’approvvigionamento di armi, oltre il finanziamento, e incoraggiamento alle Brigate. La decisione australiana è arrivata in un clima di forte resistenza, e comporterebbe non poche preoccupazioni. Il Dipartimento degli Affari Esteri e del Commercio, infatti, che ha un gruppo diplomatico di circa 10 persone a Gaza, ha espresso preoccupazione per la decisione, e dovrà necessariamente apportare modifiche alla sua organizzazione operativa.
Lo stesso vescovo George Browning, presidente dell’Australia Palestine Advocacy Network, ha espresso contrarietà, perché a suo dire il comitato avrebbe ignorato le preoccupazioni delle agenzie governative sull’impatto che tale decisione porterebbe ai negoziati umanitari o di pace.
L’amministratore delegato dell’Australia/Israel & Jewish Affairs Council, Colin Rubenstein, avrebbe invece accolto favorevolmente la raccomandazione del comitato per la sicurezza e l’intelligence, avendo sostenuto per molti anni che Hamas dovesse essere trattato come un’unica entità.
Dopo la raccomandazione dello scorso giugno di iscrivere tutto il gruppo militante libanese Hezbollah come organizzazione terroristica, arriva ora la decisione sull’organizzazione palestinese di Hamas. Anche Hezbollah, infatti, che domina la sicurezza e le istituzioni politiche del Libano, è stato accusato di attacchi terroristici, rapimenti e contrabbando di armi ed esplosivi, in stretta collusione con la sua ala militare che opera al di fuori del Libano.
Nella decisione presentata dal governo giovedì, verranno proposti nell’elenco delle organizazioni terroristiche anche Al-Shabaab, Lashkar-e-Tayyiba, la Jihad islamica palestinese e il Partito dei lavoratori del Kurdistan.