Dopo che la Turchia ha bombardato il contingente in Siria, l’inviato speciale in Medio Oriente, Brett Mc Gurk, ha reso una dichiarazione per la quale “l‘attacco potrebbe essere stato intenzionale e non frutto di un errore ma con il probabile obiettivo di allontanare le truppe statunitensi dal confine”. Una versione peraltro confermata da altri funzionari del Pentagono. Tale ipotesi ha trovato parziale conferma nella notizia, riportata sul Washington Post, secondo cui “i turchi sapevano della presenza americana nel nord est della Siria quando hanno sparato colpi di artiglieria”.
L’antefatto
Venerdì scorso, un contingente delle forze speciali statunitensi é rimasto coinvolto in un bombardamento dell’artiglieria turca mentre si trovava ad operare sulla collina di Mashtenour, nei pressi di Kobane. Il Pentagono ha smentito che ci siano stati feriti tra le truppe americane, come invece riferito dall’emittente Al Arabiya, ma fonti locali curde hanno dichiarato che due soldati francesi ed almeno uno americano sarebbero stati investiti dalle esplosioni. Sul rilievo collinare è posizionata una base della coalizione internazionale anti-Isis e proprio nelle immediate vicinanze dell’avamposto si trovava ad operare un contingente statunitense composto da circa un centinaio di uomini. Il ministero della Difesa turco aveva subito smentito di aver colpito il check-point americano affermando: “Sappiamo dove si trovano le basi della coalizione e colpire basi americane é fuori discussione”. Di fatto, successivamente al bombardamento subito, le forze speciali statunitensi nel nord della Siria sono state spostate dalle loro postazioni originarie.
Secondo le prime dichiarazioni di un funzionario del Pentagono, rese subito dopo l’azione, “non è accurato dire che le truppe americane sono state attaccate in Siria dalla Turchia”, ma per tutta la giornata di sabato, l’artiglieria turca stanziata a Suruc aveva continuato a colpire la zona di Kobane, nel nord della Siria, in modo indiscriminato.
I curdi nel mirino del Sultano
Dallo scorso 9 ottobre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha lanciato l’operazione “Fonte di pace”, finalizzata a colpire le milizie curde dell’Ypg nel nord est della Siria, alleate a lungo degli americani nella lotta contro l’Isis, allo scopo di costituire una zona cuscinetto che preservi il territorio turco dalle incursioni dei miliziani curdi. L’iniziativa della Turchia ha sollevato aspre polemiche a livello internazionale che hanno portato alla richiesta di una cessazione della fornitura di armamenti verso Ankara ed alla immediata cessazione dell’offensiva.
Il bombardamento delle truppe Usa potrebbe condurre l’amministrazione Trump ad una completa revisione dell’atteggiamento tenuto nei confronti di Erdogan, già invitato alla moderazione nell’operazione contro quelli che i turchi considerano terroristi curdi, ma che di fatto hanno costituito la prima linea della coalizione occidentale nell’offensiva vincente contro lo Stato Islamico.