Sotto gli occhi di un Occidente depotenziato a causa del Covid e, comunque colpevolmente inerme, si consuma la tragedia dell’Africa subsahariana e con maggiori rischi nel Maghreb, assai vicino al Continente europeo.
Il progressivo disimpegno delle forze militari occidentali, nonostante i fantasiosi racconti di francesi e americani in Mali, sta provocando un vero e proprio prolasso nella sicurezza della zona, con le conseguenti iniziative migratorie verso l’Europa. I francesi stanno subendo perdite di gran lunga superiori alle aspettative, mentre gli americani si stanno progressivamente disimpegnando da una zona che strategicamente non rientra nei loro parametri di interesse.
È proprio di ieri la notizia che la città mozambicana di Palma è stata conquistata dallo Stato Islamico, al quale sono legati tutti i gruppi islamisti della zona, che ha rivendicato la conquista con un comunicato ufficiale.
La situazione, in progressivo peggioramento a partire dal nord del Mozambico, in particolare nella zona di Capo Delgado, dove già negli scorsi anni erano stati riscontrati inizi di “influenze islamiste” condotte dallo Stato Islamico in stretta collaborazione con gli Sha’abab somali e, nell’ovest, da Boko Haram, dovevano rappresentare un chiaro segnale di un insorgenza esponenziale degli jihadisti, fattore ampiamente sottovalutato dall’Occidente che, proprio in quelle zone, ha largamente fruito delle riserve naturali dapprima in chiave “imperialista” e successivamente giovandosi del potere comunque conquistato in quei Paesi.
Sia chiaro, questa non deve essere intesa come un’analisi antimperialista in senso ampio, laddove quelle popolazioni, senza l’intervento occidentale, sarebbero a tutt’oggi prive di qualsivoglia infrastruttura intesa ad un ammodernamento del Paese. Piuttosto ad una riflessione che dovrebbe indurre a chiudere i rubinetti della migrazione di massa condotta dai gruppi jihadisti che se ne giovano in termini finanziari e, non escluso, con il reclutamento e l’invio di miliziani in Occidente.
Le “colpe”, se così vogliamo definirle, sono da attribuire al “passaparola” che jihadisti, miliziani e trafficanti, hanno fatto “girare” tra i cosiddetti profughi. Un esempio lampante è fornito dalle gravidanze non certo volute, tra le donne in procinto di partire per l’Europa dove sanno bene che la nascita di un figlio/a, garantirebbe uno status ottenuto con il solo “parto”.
Ma questo è solo un esempio di come l’Occidente non ha saputo (o voluto) premunirsi a fronte di un’invasione più che prevedibile.
L’assoluta mancanza, per scelte politiche, di “antenne” dei servizi segreti, unita a una completa assenza di truppe d’emergenza, sta provocando il panico tra le comunità italiane del subsahara. L’inefficienza della politica che indirizza i servizi di intelligence, si fa sempre più sentire.
Chissà quando ci ricorderemo che a partire dal Mozambico per finire al Mali gli interessi nazionali dovrebbero imporre interventi un po’ più duri?