La ritorsione dell’Iran contro Israele potrebbe non farsi attendere. L‘entrata in guerra di Hezbollah dal sud del Libano, con ingenti perdite di uomini e armamenti, ha indotto Teheran a minacciare lo Stato ebraico di un attacco diretto contro la città portuale di Haifa a breve termine. Questo il contenuto, in sintesi, delle dichiarazioni di Sardar Ali Fadavi, vice comandante delle Guardie della rivoluzione, sottintendendo un ingresso diretto e incondizionato dell’Iran nella guerra in corso tra Gerusalemme e Gaza.
In aggiunta, va posto in rilievo che l’IAF ha costantemente bombardato gli aeroporti di Damasco e Aleppo, rendendo impraticabili le piste. Questo ha nuociuto non poco agli arrivi di voli colmi di armamenti provenienti dall’Iran e ha indotto Teheran ad un cambio di strategia. Le forze iraniane sono in stato di allerta per prevedibili ripercussioni alla sicurezza del territorio, non certo impermeabile alle incursioni dei raid di squadre del Mossad.
Ma Hasan Nasrallah canta vittoria troppo presto. Continua a decantare le lodi dei suoi uomini, pur consapevole che Israele sicuramente provocherà danni collaterali all’incolpevole popolazione libanese sotto scacco di Hezbollah e dei suoi accoliti sciiti.
Dal punto di vista prettamente strategico le forze dell’IDF si trovano inevitabilmente in difficoltà dovendo far fronte a tre diversi scenari di guerra. Ma questo lo avevamo anticipato in tempo non sospetti. Il primo fronte, inevitabilmente, è quello della Striscia di Gaza, dove continuano i lanci di razzi verso il territorio di Gerusalemme. Il secondo è quello del nord del Paese, dove Hezbollah dirige le manovre contro le forze di Tsahal e la popolazione civile. I terzo è quello interno della Cisgiordania, dove gruppi di terroristi ben addestrati dirigono le operazioni contro i Kibbutz e gli insediamenti prospicienti Ramallah, Gerico, Betlemme.
Torniamo, però ai rischi che Israele corre dalle minacce rivolte dall’Iran.
L’armamento missilistico di Teheran
L’Iran dispone di una vasta panoplia di vettori missilistici, dai missili a propellente liquido a corto e medio raggio (fino a 750 km), derivati dagli SCUD-B e dai nordcoreani Hwasong 5 e 6 (ribattezzati dagli iraniani Shahab 1 e Qiam 1); a propellente solido come il FATEH-313 con gittata massima di 500 km, fino ad arrivare ai più performanti EMAD, SEJIL e KHORRAMSHAR.
Allo stato attuale Teheran non disporrebbe di missili balistici a gittata intermedia (IRBM) o intercontinentale (ICBM). Tuttavia gli iraniani stanno facendo passi da gigante circa lo sviluppo di veicoli di lancio spaziali, al momento si registrano solo successi nel lancio di micro satelliti da orbita bassa (330 km di altitudine), però non è da escludere che nel prossimo futuro, grazie all’aiuto di Pyongyang, gli iraniani possano progettare vettori con gittate superiori. All’inizio degli anni ’90 dello scorso secolo, i nordcoreani hanno cominciato a rifornire – si ipotizzano 180 vettori – gli iraniani di sistemi missilistici Hwasong-2 (Shahab 2), ovvero una variante dello SS-1D.
SCUD-C
Rispetto alla versione precedente, Shahab 1, può trasportare una testata del peso di 750 kg con una gittata massima di oltre 500 km. Tali sistemi missilistici sono gestiti dalla 7a Brigata al-Hadid, strutturata su 4 battaglioni. Successivamente, dallo Shahab 2 è derivato il Qiam 1 che, rispetto alla versione originale, presenta una configurazione molto diversa con una testata separabile di rientro triconica e senza la presenza di alette stabilizzatrici. Una simile configurazione garantisce un minore drag aerodinamico con conseguente aumento della gittata, che dovrebbe essere di circa 800 km. Sembrerebbe, inoltre, che esista una variante conosciuta come Qiam 2 dotata di veicolo di rientro manovrabile, grazie alla presenza di 4 alette stabilizzatrici poste alla base dello stesso.
I Qiam 1 possono essere lanciati da diverse piattaforme mobili, lanciatori fissi ma anche da silos. La variante più leggera, il BURKHAN-2H, dovrebbe avere una testata più piccola e una gittata accreditata di circa 1.000 km.
L’arsenale balistico a corto raggio iraniano si compone maggiormente della famiglia di missili FATEH-110 prodotti, in quattro generazioni, dal 2002 al 2012. Si tratta di ordigni a propellente solido con una gittata di 300 km e un sistema di guida satellitare, quindi estremamente precisi, con un CEP di soli 3 metri della versione FATEH-110D1.
Altri derivati dal FATEH-110 sono lo ZOLFAGHAR e il FATEH-313. Il primo, con sistema di guida INS/GLONASS, dovrebbe avere una gittata massima di 700 km e una testata singola a frammentazione da 500 kg, utilizzato per la prima volta nel 2017 in Siria contro le milizie dell’ISIS. Dallo ZOLFAGHAR dovrebbe essere stato sviluppato il DEZFUL, equipaggiato con la medesima testata ma con una gittata di 900 km. Il FATEH-313 adotta anch’esso un sistema di guida INS/GLONASS ma è equipaggiato con un seeker elettro-ottico infrarosso per la fase terminale, la gittata è di 500 km.
MRBM
L’Iran dispone di missili a medio raggio con motore monostadio a propellente liquido Shahab 3, derivati dai nordcoreani Hwasong 7. La testata bellica è la medesima, varia dai 750 ai 1.200 kg e può essere unica oppure 4 da 280 kg l’una; la gittata accreditata dovrebbe essere compresa tra il 1.300 e i 1.500 km mentre il sistema di guida dovrebbe essere basato su una guida inerziale.
Nella versione 3B il missile è dotato di un vettore di rientro ad alta manovrabilità (MARV) e un sistema di guida assai performante che gli consentirebbe di avere un CEP di soli 150 metri.
L’Iran dovrebbe disporre, nelle varie versioni, di alcune decine dello Shahab, che equipaggiano la 5a Brigata Ra’ad. Dagli Shahab 3 Teheran ha sviluppato altri vettori dotati di gittate maggiori: gli EMAD, i GHADR/QADR e i SEJIL.
Il primo, in pratica, è un Shahab 3A, salvo eccezione per delle modifiche al sistema propulsivo che consentirebbe un incremento di gittata a 1.700 Km. Ad oggi l’Iran dispone di due versioni dell’EMAD (1 e 2) con l’unica differenza nella gittata che per l’EMAD 2 arriverebbe a 2.000 km.
Del GHADR esistono due versioni conosciute. La 1 ha una gittata di 2.000 km e un CEP di 150 metri. La 2, 110 ha una gittata di 1.500 km e un CEP di 300 metri. Entrambi sono bi-stadio, un primo stadio con motore a razzo a propellente liquido e un secondo propulso da motore alimentato da propellente solido.
L’aspetto particolare di questi missili, prodotti tra il 2004 e il 2007, sarebbe la componentistica proveniente dalla Germania.
Il SEJIL è un missile bi-stadio con propellente solido e gittata massima di 2.500 km; può trasportare una testata convenzionale ad alto esplosivo compresa tra i 600 e i 1.400 kg oppure una testata nucleare.
Sembrerebbe che il missile sia dotato di capacità evasive dovute all’adozione di materiale antiradar. Ne esistono due versioni ma è in costruzione una terza, il SEJIL-3, caratterizzata da un vettore a tre stadi e da miglioramenti del sistema propulsivo che permetterebbe di raggiungere la velocità di rientro nell’atmosfera di mach 14. Il missile dovrebbe avere una gittata di 3.500/4.000 km.
L’ultimo arrivato nella famiglia degli MRBM iraniani è il KHORRAMSHAR, introdotto nel 2018, dotato di testata singola o multipla, si tratterebbe di un progetto autoctono del nordcoreano Hwasong 10. Il KHORRAMSHAR sarebbe accreditato di una gittata massima di 2.200 km con una testata di 1.000 kg, sembrerebbe inoltre che il missile possa compiere manovre evasive e bassa visibilità ai radar.
IRBM
Tra non molto Teheran potrà disporre anche di ICBM, nel frattempo ha lanciato un programma di sviluppo per missili a raggio intermedio (IRBM) derivati dallo Shahab: lo Shahab 5 e lo Shahab 6. il primo è un missile a due stadi, derivato dal Taepodong 2, accreditato di una gittata di oltre 4.000 km; del secondo si conosce poco, si ipotizza comunque una gittata di 8.000 km.
CRUISE
L’Iran, ormai da oltre 20 anni, ha sviluppato dei missili cruise superficie-superficie, quasi tutti derivati dal cruise ex sovietico Rh-55. Il Soumar, infatti, non è altro che un adattamento del missile aria-superficie attualmente in dotazione alla Forze Aerospaziali della Federazione Russa. Sembrerebbe che tale Cruise abbia una gittata di 2.000 km, anche se si tratta di un valore poco attendibile. Derivato dal Soumar è l’Hoveyzeh, visto per la prima volta nel 2019, è dotato di un sistema propulsivo (forse a turbogetto) più efficiente e performante rispetto al Soumar, la gittata dovrebbe aggirarsi intorno ai 1.400 km.
In conclusione un panorama tutt’altro che tranquillizzante per Israele che, pur disponendo di avanzati sistemi antimissile, questi potrebbero non essere sufficienti a contrastare un attacco massiccio di vettori provenienti dall’Iran o comunque dalla Siria e dal Libano.
Anche per tali motivazioni l’esercito israeliano spera che il governo prenda presto una decisione sull’invasione, poiché tutte le truppe schierate al confine della Striscia di Gaza non possono restare in stato di allerta per un tempo indefinito e, soprattutto, in prospettiva di un ri-dischieramento ai confini del nord del Paese.
di Davide Racca e Tiziano Ciocchetti