Stinger. O, precisamente, FIM-92 Stinger prodotto dalla tedesca Raytheon Missile Systems, progettato negli anni sessanta ed entrato in servizio, negli Stati Uniti, nei primi anni ’80. Fu l’arma simbolo dei mujaheddin che ne ricevettero diversi esemplari come parte dei rifornimenti, finanziari e militari, di Cyclon maxi operazione condotta da una coalizione di paesi (USA, AS e Pakistan in testa) per contenere l’Armata Rossa in Afghanistan. I “guerrieri sacri” considerarono lo Stinger una sorta di benedizione: abituati a fronteggiare gli aeromobili sovietici con vecchi Enfield britannici e mitragliere anti-aeree, la carica esplosiva del missile terra aria permetteva di mandare in frantumi la corazza del Mil Mi 24, il tank volante dell’esercito sovietico.
Il carro armato volante della Russia
Nome in codice NATO “Hind”, il Mil Mi 24 continua ad essere impiegato dai russi. Biturbina, cinque metri di altezza, diciassette di lunghezza oltre dieci tonnellate di peso, a seconda delle versioni è armato con cannoncini aeronautici da 20mm, quattro missili, ottanta razzi e può trasportate 1200 kg di bombe. Ecco perché “carro armato volante”. In linea da cinquant’anni, ha ricevuto il battesimo del fuoco in Afghanistan, mostrandosi temibile per gli abitanti degli insediamenti rurali e per i gruppi di combattenti afghani. Lo Stinger, che è a guida termica, permise per la prima volta di abbatterlo. L’Armata Rossa subì perdite pesanti a causa degli equipaggiamenti e delle armi garantiti da Cyclone, Operazione che garantì ai combattenti afghani quasi 1 miliardo di dollari di aiuti.
Malgrado Kiev non sia Kabul, la situazione odierna mostra delle similitudini impressionanti con il passato.
Come allora, infatti, no boots on the ground ma grande partecipazione, economica e logistica, in supporto all’invaso che comunque, nei suoi arsenali, dispone anche di armi di fabbricazione sovietica.“Hind” compresi. La combinazione di armamento occidentale ed orientale dovrebbe, dunque, aumentare le possibilità di respingere i russi, ma andiamo per gradi…
Cos’è lo Stinger
Lo Stinger è un sistema d’arma eccezionale. Nel corso degli anni ha subito programmi di aggiornamento ed ammodernamento tali da farne perfetto strumento per la difesa contro-aerea. Ma ha un costo elevato: nel ’91, per ogni esemplare, gli Stati Uniti spendevano circa 26 mila dollari. Si può dunque dedurre che, al cambio attuale e per le versioni più moderne, il prezzo potrebbe essere salito…
I mujaheddin ricevevano, insieme agli Stinger, forniture di Strela (SA7), missile terra aria sovietico proveniente dagli arsenali israeliani e catturato alle truppe sovietiche. Meno evoluto e più rude dell’omologo NATO, lo Strela è comunque un’arma temibile. E come quasi tutte le armi sovietiche è prodotta per durare, per resistere alle intemperie ed al tempo e, soprattutto, per essere facilmente replicata con costi bassissimi.
Il gioco, purtroppo, è sempre lo stesso: tecnologia d’avanguardia da un lato, armamento obsoleto (ma letale) dall’altro.
La Russia, che dispone ancora di mezzi ed aeromobili risalenti all’Urss, ha potuto valutarne la piena operatività sul teatro siriano combattendo Isis e ribelli governativi. In Ucraina, indebolite le difese più avanzate, carri T70, “Hind”, Sukhoi-27, BR70 sono più che sufficienti a fronteggiare milizie popolari e reparti di fanteria leggera. Vero che lo Stinger ha un funzionamento intuitivo, ma è necessaria comunque una certa preparazione per impiegarlo specie nelle versioni avanzate. Chi scrive ha avuto modo di vedere come ci si addestra al suo utilizzo e, quindi, può affermare che non è scontato che civili in armi possano gestirlo efficacemente, soprattutto in zona d’operazioni. Stessa cosa dicasi per lo Strela, intendiamoci. E’ anche vero però che il “cugino” d’oltre cortina è molto più diffuso, noto ed è plausibile che molti ex militari ucraini siano in grado di brandeggiarlo e di condividere la loro competenza.
Il futuro di Kiev, come Kabul?
Altro comune denominatore fra Kiev e Kabul è l’interrogativo sul futuro prossimo. A fine conflitto, che fine faranno gli aiuti? In Afghanistan, lo abbiamo visto, hanno permesso a clan e fazioni in lotta di fronteggiarsi per il potere, causando il protrarsi dell’instabilità del Paese degli Aquiloni, vera e propria falla di Cyclon. Certo, difficile che l’Ucraina piombi nel caos afghano del ‘92, ma il ricordo dell’ex Patto di Varsavia in frantumi ci inquieta ancora: caos, criminalità, povertà, mancanza di infrastrutture. Ed arsenali pieni. Una combinazione esplosiva che ha permesso a mercanti d’armi e criminali di armarsi fino ai denti. E le eccedenze occidentali, tecnologicamente così avanzate, potrebbero assumere un certo valore sul mercato nero, tale da far gola nell’immediato dopo-guerra di Kiev.
Per fortuna i talebani sono molto distanti dalle sponde del Mar Nero ed è escluso che vedremo, come in Afghanistan, un governo fondamentalista al potere. Tuttavia, Cyclon ci ha insegnato la necessità di vigilare sul domani: vincitori o sconfitti gli ucraini usciranno con le ossa rotte dal conflitto. E chi ha fame cerca di sopravvivere come può, pure vendendo strumenti che possono causare morte. Cosa che terroristi, criminali ed altri uomini senza scrupoli sanno bene e sulla quale son pronti a fare leva…