La Francia nel mirino degli jihadisti. Colpita quotidianamente da atti di teppismo, vandalismi, violenze e incendi dolosi contro chiese, mal’Europa non si senta esentata.
Quest’oggi, l’avvenimento di maggior rilievo in termini di sicurezza è stato senz’altro l’incendio doloso in danno della cattedrale Notre Dame di Rouhen. Un rogo che ha parzialmente danneggiato la parte superiore della struttura, ma con un principio di incendio propagatosi da impalcature in legno utilizzate per i restauri dell’antico luogo di culto.
Nel paese transalpino, si è assistito ad un aumento esponenziale di incendi di chiese e, secondo un rapporto dell’Osservatorio del Patrimonio Religioso, sarebbero ben 21 i luoghi di culto colpiti da incendi negli ultimi due anni. Tra questi, i tentativi di incendio ed i roghi, 15 sono stati classificati come di origine dolosa da parte della magistratura inquirente.
Nella mappa gli incendi dolosi di chiese e cattedrali dal 2020 ad oggi.
A meno di un mese dopo aver attaccato la sala concerti “Crocus City Hall” poco fuori Mosca, uccidendo 145 persone, lo Stato islamico del Khorasan (ISIS-K) o Wilayat Khorasan, branca dell’ISIS sopravvissuta alla disgregazione dello Stato islamico del defunto Abu Bakr al-Baghdadi, ha chiesto esplicitamente ai suoi affiliati o simpatizzanti, di estendere gli atti terroristici a tutta l’Europa.
La fondazione Al Azaim, dedita alla produzione mediatica per conto dell’ISIS-K, aveva indicato nello specifico gli appuntamenti sportivi previsti per l’estate, ovvero i Campionati europei di calcio e le prossime Olimpiadi di Parigi, oltre che le partite della UEFA Champions League che si svolgeranno a Madrid, Parigi e Londra.
Tutto ciò, secondo l’emittente jihadista, sarebbe teso a fomentare i suoi seguaci a “ricreare la gloria” del massacro di Parigi del novembre 2015, in cui morirono 130 persone, riproponendo tattiche simili anche durante le Olimpiadi.
Negli ultimi giorni dello scorso mese, al-Azaim Media ha pubblicato un poster minaccioso intitolato “O Muwahid (credenti della piena restaurazione islamica e nell’applicazione della Sha’aria) che vivete nelle terre dei crociati e gli ebrei, pugnalateli”.
Di recente, le minacce sono state numerose ed eclatanti, come quelle propugnate da un portavoce di Hamas, Abu Obeidah, che su un noto social network ha annunciato: “Ciò che successe il 7 ottobre sarà insignificante in confronti a ciò che riveleremo (dimostreremo n.d.r.) a tempo debito”. O come l’accademico palestinese Nidhal Siam, residente in Francia, che si spinge a enfatizzare l’offensiva islamista sino a dichiarare: “Conquisteremo Parigi, conquisteremo Roma. Il califfato sta arrivando. Noi ti governeremo!”.
Il Primo ministro francese dimissionario, Attal, ha di recente precisato che dal 2017 (anno dell’elezione di Macron), sono stati sventati in Francia ben 45 attentati, due dei quali nel corso di quest’anno, il 10 gennaio scorso contro “obiettivi ebraici” ed un altro il 5 marzo in danno di chiese e parrocchie cristiane. “Stiamo intervenendo su tutti i fronti, abbiamo respinto 760 islamisti radicalizzati e numerosi imam, abbiamo chiuso moschee e disciolto associazioni che rappresentavano un pericolo”, ha concluso Attal.
Ma lo Stato Islamico ha recentemente lanciato un potente messaggio di reclutamento per “giovani musulmani distratti” affinché viaggino e si uniscano ai territori dell’IS in tutto il mondo. Ciò evidenzia una tendenza inquietante dei metodi con i quali le organizzazioni terroristiche islamiste utilizzano la tecnologia per reclutare e mobilitare membri attraverso un unico messaggio. Inoltre, è prova lampante di come i gruppi terroristici contemporanei e le organizzazioni estremiste si stiano adattando rapidamente alle tecnologie emergenti. I reclutatori, infatti, possono impegnarsi attivamente in chat room online, cybercafè, bacheche elettroniche e reti di utenti per identificare e raggiungere potenziali reclute, rivolgendosi principalmente ai giovani.
La Francia è il paese in Europa con il maggior numero di “no-go zone “ospitando” almeno 751 “zone urbane sensibili”, dove bande musulmane e imam radicali sono in carica e dettano legge. I non musulmani possono ancora vivere lì, a condizione che accettino lo status di dhimmi (cittadino tollerato di seconda classe), chinino la testa e ammettano di vivere in un territorio governato dall’Islam.
I cristiani francesi che indossano visibilmente una croce per strada ricevono insulti.
In tutta la Francia, gli uomini ebrei nascondono i loro copricapi sotto un cappello. Le donne ebree infilano le loro collane con la stella di David dentro i vestiti. Molte famiglie non mettono più le mezuzah all’ingresso delle loro case.
In un recente libro relativo alla penetrazione islamista in Europa, gli autori Chesnot e Malbrunot avevano rivelato che il Qatar ha finanziato 140 progetti di moschee e di centri islamici in Europa per la bellezza di 71 milioni di euro. E che il paese con il maggior numero di progetti (50) è l’Italia.
L’obiettivo è quello di radicalizzare i musulmani di Francia tramite i fidati protetti del Qatar, i Fratelli musulmani, con una propensione all’espansionismo e al califfato mondiale, che controllano un decimo delle moschee nel territorio francese e sono attivissimi nella propaganda religiosa e nella pratica della Taqiyya, la dissimulazione.
Infatti, l’ideologia propagandata dai Fratelli musulmani è totalitaria e tesa a standardizzare pensiero e società.
Un’ideologia fatta propria da numerose organizzazioni terroristiche, in primis Hamas che, oltre a mostrare il suo lato violento e intransigente, in parallelo svolge attività assistenziali a profughi, anziani, malati e bisognosi, come da insegnamenti impartiti dal defunto Sheikh Ahmed Yassin, prematuramente scomparso il 22 marzo 2004, per volere divino.