La Cina prova a stupire il mondo. In una Pechino blindata, 29 tra capi di Stato e di governo hanno partecipato al primo forum internazionale OneBeltOne Road. Una due giorni di incontri volta a promuovere il progetto, ideato dal presidente XiJinping, di una nuova via della seta che connetta la Cina al resto del mondo. All’incontro di Yanqi Lake, località a un’ora e mezzo dalla capitale, hanno preso parte alcuni tra i leader più importanti del mondo tra cui il presidente russo Vladimir Putin, quello turco Recep Tayyip Erdogan e il premier italiano Paolo Gentiloni. Ben 77 i miliardi stanziati dal governo cinese per promuovere la connettività tra Pechino e il resto del mondo. La nuova via della seta punta a coinvolgere più del 65% della popolazione mondiale distribuita su una superficie geografica di circa il 35% del globo.
La nuova via della seta
Il progetto si compone di due direttive principali: una terrestre, che prevede la costruzione di infrastrutture stradali e ferroviarie per la circolazione delle merci e una marittima che punta dritta al mediterraneo. Tra gli obiettivi dei cinesi i porti italiani di Trieste e Genova. Come ricordato dal premier Gentiloni durante la conferenza stampa conclusiva del vertice, la Cina è pronta ad investire nello sviluppo di due tra i principali porti italiani per trasformarli in hub commerciali per la circolazione delle merci in Europa. Il Mediterraneo è uno dei punti cardine della nuova via della seta. Nel 2016, il governo greco ha ceduto il 67% del porto del Pireo alla Cosco shipping, società cinese leader nel settore per una cifra intorno ai 370 milioni di euro, con risultati straordinari di crescita nel trasporto merci. L’Italia è pronta a fare la sua parte. Italia e Cina, legate a doppio filo da importanti accordi commerciali e di collaborazione culturale, stanno progettando nuove partnership anche in paesi, come quelli africani, dove la presenza cinese è ormai stabile.
Una crescita non solo economica
La Cina è in continua crescita e il lancio della nuova via della seta è un’opportunità che non ci si può far sfuggire. Non solo economia, OneBeltOne Road ha anche un grande significato politico. Pechino è pronta a giocare un ruolo da leader mondiale non solo nel campo economico-finanziario, ma anche in quello politico. Obor rappresenta il pivot to west dell’amministrazione cinese, la volontà di provare a costituire un blocco alternativo a quello americano in un mondo sempre più multipolare. Cina e Unione Europea sembrano sempre più vicine. Nonostante le difficoltà nell’accordo tra Pechino e Bruxelles, dovute al riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato, la nuova via della seta potrebbe avvicinare i due giganti commerciali, anche alla luce delle difficoltà e della diffidenza reciproca tra Ue e la nuova amministrazione americana. La Cina, tra i principali sponsor della globalizzazione, prova a contrapporsi al protezionismo annunciato dal presidente americano Donald Trump e chissà che in questa lotta non possa trovare alleati inaspettati.