“Hiring Western Top Gun”, sembrerebbe quasi un annuncio di lavoro che tipicamente è possibile trovare nelle riviste specializzate dove la domanda e l’offerta si incontrano. Ma no, è il grido d’allarme lanciato dal ministero della Difesa britannico secondo cui Pechino sta portando presso i propri campi di addestramento dell’aeronautica decine di ex-piloti (in pensione ovviamente) della Royal Air Force. Pare siano almeno trenta i veterani delle forze di Sua Maestà attualmente arruolati presso il People’s Liberation Army (PLA). E il timore della Difesa del Regno Unito (ma non solo) è che vengano rivelate informazioni sui sistemi d’arma impiegati e sulle tattiche di combattimento in uso nelle forze armate occidentali.
La notizia è trapelata nei giorni scorsi dall’emittente BBC che ha rivelato di una pratica in atto da diverso tempo. Nel 2019, infatti, si sarebbero registrati i primi casi di reclutamento degli ex-militari, attratti da compensi notevoli. Si parla addirittura di somme pari a £ 237.911, cifre molto appettibili persino per il più coscienzioso tra i professionisti. Tale attività, che è rallentata con la pandemia da coronavirus, quando viaggiare in Cina era quasi impossibile, è ripresa un po’ per volta causando una grande attenzione nel Regno Unito. Ultimamente i rapporti tra UK e Cina non attraversano un momento felice, dopo l’esclusione del colosso Huawei dal bando sulla rete 5G nel Regno Unito, ma anche a causa della repressione cinese nell’ex territorio britannico di Hong Kong.
Lo stratagemma è sempre lo stesso. Un annuncio diffuso da un intermediario alletta gli interessati proponendo programmi di docenza presso la South African Flight Training Academy (SAFTA), una scuola di formazione per piloti professionisti che offre livelli di servizio e uno standard di addestramento come ci si può aspettare da una qualsiasi delle migliori strutture in Europa, Australia e Stati Uniti, ma a prezzi molto abbordabili. SAFTA non è solo un’accademia di formazione ab-initio, ma offre anche corsi di addestramento di volo avanzato e di attività a terra. Ha sede nella cittadina rurale di Heidelberg, a soli 40 km da Johannesburg, in una posizione ideale (date le ottimali condizioni meteo prevalenti) per massimizzare la formazione nel minor tempo possibile, sfornando piloti professionisti di alto profilo. Il campus è costituito da una struttura di 6500 metri quadrati e si trova a meno di 3 km dall’aeroporto di Heidelberg, dove si svolge la maggior parte dell’addestramento al volo, ma vengono condotti anche percorsi di formazione di volo notturno all’aeroporto di Rand a Germiston.
Gli ex-piloti britannici assoldati (ma anche di altre nazioni occidentali), alcuni con poco più di 50 anni di età, hanno esperienza nel volo di caccia ed elicotteri ad alta velocità e provengono non solo dalla Royal Air Force ma da tutti i rami dell’esercito. Gli aerei da loro pilotati nel passato recente sono tra i più svariati, tra cui Eurofighter Typhoon, Jaguar, Harrier e Tornado. Sebbene la Cina sia alquanto interessata, pare non ci sono piloti di F-35 tra i reclutati.
Un portavoce del ministero della Difesa ha affermato che la formazione e il reclutamento di piloti non viola nessuna delle leggi inglesi, sebbene i funzionari del Regno Unito e di altri paesi alleati stiano cercando di interrompere questa discutibile attività. Al momento non sembrano esserci prove di una violazione dell’Official Secrets Act.
Da Westminster si stanno valutando modifiche alle leggi sulla sicurezza nazionale, incluso un emendamento che richiederebbe a chiunque sia impiegato da un governo straniero di denunciare le proprie attività, il cui mancato assolvimento è penalmente perseguibile.
Lo stesso dirigente capo dell’agenzia di intelligence britannica e direttore del quartier generale delle comunicazioni del governo (GCHQ), Jeremy Fleming, ha evidenziato il momento storico e che il crescente potere di Pechino è ormai diventato una questione di sicurezza nazionale.
La “fuga” dei veterani professionisti dell’aeronautica britannica ha naturalmente allarmato anche il National Counterintelligence Security Center (NCSC) degli Stati Uniti, che ha sottolineato con ampia copertura mediatica la notizia diffusa in UK.
Anche Washington ha alzato notevolmente il livello di attenzione, promuovendo al contempo un’ampia serie di controlli sulle merci in arrivo da Pechino, vietando altresì alle società statunitensi di esportare chip o tecnologia avanzata verso la Cina.