Israele sotto attacco. Una pioggia di fuoco dal cielo si è abbattuta ieri su Tel Aviv mentre a terra gli sciacalli compivano razzie e aggressioni: questa la strategia di Hamas.
Dopo 48 ore vissute sotto il continuo bombardamento di razzi e missili provenienti dalla Striscia di Gaza, Israele scopre di possedere una coperta troppo corta. Le truppe ammassate ai confini con il Libano e la Siria e quelle schierate a protezione dei confini con la Striscia, hanno sguarnito le posizioni all’interno del Paese.
L’apertura di un nuovo fronte, quello interno ai confini di Israele
Di fatto, Gerusalemme si trova a dover fare i conti con un fronte interno che, in modo parassitario, non aspettava altro che avere il via libera per assalti, razzie e danneggiamenti nei confronti della popolazione ebraica.
Gli arabo-palestinesi, che sino a due giorni fa lavoravano alle dipendenze degli imprenditori israeliani, godendo dei benefici di un lavoro sicuro, improvvisamente si scoprono “rivoluzionari” e come sciacalli si precipitano ad aggredire un nemico, comunque inerme, che tale non è.
A Lod la sinagoga è stata data alle fiamme, mentre ad Holon, così come ad Haifa, solo per citare le località principali, automobilisti israeliani sono stati sottoposti a veri linciaggi e si è dato luogo ad una vera e propria caccia all’ebreo. I “ribelli dell’ultim’ora” hanno incendiato auto in sosta, negozi e abitazioni lasciate sguarnite da intere famiglie israeliane costrette alla fuga.
Nuovi scontri anche sul Monte del Tempio, nella capitale Gerusalemme, con la Polizia costretta a doppi turni per rintuzzare quella che sembra ormai essere divenuta di fatto la terza intifada.
La risposta di Israele
Il Governo israeliano, per bocca del premier Netanyahu, ha promesso una dura risposta agli attacchi e alle razzie, un contrattacco che durerà giorni. A riprova delle intenzioni di Gerusalemme, è stato dato il via alla mobilitazione di circa 5.000 riservisti dell’esercito.
Sono stati numerosi i raid condotti con droni in vari punti della zona urbana di Gaza, indirizzati contro le postazioni di lancio e di comando di Hamas e della Jihad islamica posizionati vigliaccamente sui tetti o nei palazzi adibiti ad abitazioni civili, creando scudi umani a scopo protettivo del personale e delle strutture terroristiche.
L’Israel defence force, prima di procedere ai raid, ha avvisato la popolazione civile residente con messaggi diffusi con volantini e tramite social network intesi a farli allontanare dai luoghi sensibili: “L’IDF sta colpendo i depositi di armi di Hamas nascosti all’interno di edifici civili a Gaza. Anche se Hamas vuole metterti in pericolo, ti esortiamo a stare lontano dai siti di armi di Hamas e mettersi al sicuro. Il nostro obiettivo è solo quello di colpire il terrore”.
Il bilancio dei raid, che hanno distrutto due palazzi sede di depositi di razzi e batterie da lancio, è comunque pesante. A Gaza, infatti, si sono contati 25 morti e circa 200 feriti. Neutralizzati altri due dirigenti di Hamas dopo i tre di lunedì scorso.
Numerose batterie di missili terra-aria del sistema “Iron dome” (cupola di acciaio), sono state spostate nei punti nevralgici del Paese, mentre forze corazzate e truppe di terra sono state spostate ai confini nord e sud-ovest di Israele.
La Marina di Gerusalemme ha inviato alcune unità al largo di Gaza, mentre le forze aeree stanno predisponendo nuovi raid contro le postazioni di lancio nella “Striscia”.
Sono 1050 le testate esplosive lanciate contro il territorio di Israele, delle quali circa 700 intercettate dall’Iron dome.
Missili sfuggiti alla contraerea israeliana hanno colpito i serbatoi di carburanti di Ashkelon e la locale centrale elettrica. Quattro testate sono state intercettate prima di colpire l’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, chiuso al traffico aereo già da 12 ore.
Il bilancio temporaneo per Israele è di 4 morti e 15 feriti tra i quali 4 in gravi condizioni. Un uomo di 52 anni e sua figlia di 16 anni sono stati uccisi da un razzo lanciato da Gaza che ha colpito la loro casa in un quartiere arabo nella città di Lod.
Il sindaco della città ha rilasciato in serata un’inquietante dichiarazione secondo la quale “la situazione nella zona urbana è ormai completamente fuori controllo. La popolazione residente nei quartieri ebraici cerca di fuggire dall’assedio degli arabo palestinesi”.
Una strategia studiata da Hamas
A sostegno della tesi di un azione premeditata e dell’inizio di una nuova intifada, fonti di Hamas hanno rivelato che l’attacco missilistico contro Israele è una delle fasi di un piano predisposto in largo anticipo da Muhammad Daf e Yahya Sinwar e approvato dalla leadership del movimento terrorista.
Anche le azioni all’interno dei confini israeliani farebbero parte della strategia congegnata da Hamas alla quale non si esclude la partecipazione di Hezbollah che, sotto la supervisione e il sostegno di Teheran, sarebbe destinato ad aprire un nuovo fronte ai confini settentrionali. A tale scopo la leadership di Hezbollah in Libano ha ordinato la mobilitazione generale dei miliziani.
Tali tattiche parrebbero voler condurre Israele a disperdere le forze rendendo più facile l’imperversare degli arabo palestinesi dalla Cisgiordania alle colonie al centro del Paese, sino alla capitale Gerusalemme.
Il tam tam via social network e sui canali Telegram, dietro all’azione fomentatrice degli estremisti di Hamas della Jihad islamica e di Hezbollah, invita la popolazione araba all’insurrezione contro Israele per “riappropriarsi della propria terra”.