Dopo l’arresto di Bassam al Saadi, ritenuto uno dei leader della Jihad islamica palestinese, avvenuto la scorsa settimana a Jenin, le Forze armate israeliane hanno iniziato sabato l’operazione “Dawn” (alba/ Alot Hshachar) contro obiettivi dell’organizzazione individuati a Gaza.
Nella prima ondata di attacchi, durata 180 secondi, l’aviazione israeliana ha preso di mira alcuni elementi di spicco dell’establishment della Jihad islamica.
Eliminati Khalil al-Bahtini, Taysir Al-Jabari, alias “Abu Mahmoud”, capo dell’ala militare della brigata settentrionale della Jihad islamica, Bilal Nimr Abu Amsha, responsabile dell’informazione della jihad islamica nella Striscia di Gaza e Muhammad al-Biyuk, comandante della zona di Khan Younis e Khaled Mansour, membro dell’ala militare della Jihad islamica. Al Jabari, in particolare, si nascondeva nella “Palestine Tower” nel centro di Gaza dove sperava di non essere colpito.
Nell’attacco dell’aviazione israeliana a Gaza, anche l’ufficio dell’agenzia di stampa di Hamas “Shihab” è stato gravemente danneggiato.
Numerosi miliziani appena tornati nella Striscia, dopo tre anni di addestramento militare specializzato in Iran, sono stati neutralizzati dai missili lanciati dai caccia F16 israeliani, così come almeno due squadre motorizzate armate di missili anticarro.
Il segretario generale della Jihad islamica, Ziad Al-Nakhla, attualmente a Teheran, ha minacciato di attaccare Tel Aviv con i razzi dichiarando guerra ad Israele: “Non ci sono linee rosse in questo attacco. Tel Aviv farà parte degli obiettivi della resistenza come tutte le città sioniste”.
Al Nakhla ha ordinato, inoltre, ai miliziani dell’organizzazione nella Striscia di Gaza di rispondere con forza all’attacco dell’aviazione israeliana alla Striscia di Gaza.
Intanto, i primi due razzi lanciati da Gaza in risposta all’attacco israeliano sono ricaduti sabato mattina entro i confini della Striscia.
L’aeroporto di Ben Gurion ha ordinato il cambio delle rotte di decollo verso nord nel timore dei razzi lanciati da Gaza e deviato parzialmente il traffico aereo in atterraggio. Sirene attivate nella periferia dell’area di Tel Aviv e in quasi tutti i centri urbani del Paese sino a un raggio di 80 km dalla Striscia.
Il sistema antimissile Iron Dome ha intercettato il 90% dei razzi in arrivo, sinora circa 880, mentre il rimanente 10% ha colpito in aree non abitate o addirittura, non ha oltrepassato i confini della Striscia colpendo alcune abitazioni residenziali. Uno di questi razzi ha provocato la morte di quattro bambini nel campo profughi di Jabaliya, come documentano alcuni filmati amatoriali che hanno ripreso la rotta del razzo il cui malfunzionamento ne provocato la caduta anticipata.
Nella successiva ondata di attacchi, domenica mattina, l’Israel Air Force ha continuato a colpire posizioni della Jihad Palestinese. Distrutti alcuni imbocchi ai tunnel sotterranei a Khan Younis e rampe di lancio a Gaza e Rafah.
Nei bombardamenti sono stati coinvolti ed eliminati Khattab al-Mudalal, comandante della divisione Rafah dell’organizzazione e Ahmad Muhammad Afana, uno dei leader di Hamas a Jabaliya.
Di fatto l’intera ala militare dell’organizzazione terroristica è stata eliminata in 24 ore
Parallelamente, l’IDF bombarda da terra i siti di deposito di armi della Jihad islamica e quelli di lancio di razzi e missili dopo l’intervento preventivo degli elicotteri Apache che con una tattica di dissuasione permette ai civili di uscire dai palazzi dove sono occultati i target. Tale sistema prevede colpi di avvertimento ai lati dell’obiettivo, SMS di avvertimento e il lancio di volantini in lingua araba.
La Jihad islamica e le “Brigate di resistenza nazionali” (un’ala armata del FPLP), da parte loro, hanno continuato nel lancio di vettori esplosivi verso obiettivi civili. Il sistema Iron Dome ha rilevato e intercettato solo oggi 300 testate dirette verso Gerusalemme, Tel Aviv Beer Sheva, Ashkelon, Sderot, Rishon LeZion, Sderot e Jaffa.
Il portavoce dell’ala militare della Jihad islamica palestinese, Abu Hamza, ha dichiarato che l’organizzazione non ha esaurito le proprie capacità offensive contro Israele, invitando i palestinesi di tutta la Giudea e la Samaria ad unirsi alla lotta contro lo Stato ebraico.
Un “cessate il fuoco” ottenuto tramite mediazione egiziana, avrebbe potuto entrare in vigore in serata, ma la Jihad islamica si è rifiutata di cessare il lanci di razzi e missili in territorio israeliano.
Di fatto, un razzo lanciato da Gaza è stato intercettato dall’Iron Dome sopra l’aeroporto Ben Gurion mentre un secondo è esploso senza provocare danni vicino alla fermata della metrò leggera a Bat Yam, a sud di Tel Aviv.
Secondo Al Jazeera, l’organizzazione terroristica chiede garanzie all’Egitto prima di dichiarare un cessate il fuoco. Il portavoce ha dichiarato: “Lo scontro continuerà fino a quando Israele non sarà dissuaso”.